Bella Thorne: “Così convivo con l'abuso che ho subito. Per molte donne stupro e morte sono la stessa cosa”
La regista: “Dirigere? Ha aiutato la mia salute mentale”
Non presenzia alla breve presentazione del suo nuovo corto da regista, Unsettled, e neanche alla conferenza stampa del film, il thriller-horror spirituale della regista italiana (nata a Torino) Mitzi Peirone, Saint Claire, che la vede protagonista. “Si è alzata tardi”, ammette Marco Müller, direttore del Taormina Film Festival, dove l’attrice e autrice americana era tra i nomi maggiormente attesi. Intorno a lei, come al solito, negli ultimi anni, c’è attenzione mediatica, forte com’è dei suoi 24 milioni di follower su Instagram, e di una carriera divisa tra musica, i lavori Disney (A tutto ritmo con Zendaya) o la serie Famous in love, le cronache, e un vero popolo pronto a proteggerla e sostenerla, in un gioco ambiguo e continuo nel mostrarsi. Tutto, o quasi, le è concesso.
Il tentativo di cotrollare la sua immagine
Ma poi Bella Thorne alla fine non si nasconde, prova, sperimenta tutto, cercando comunque anche di controllare la propria immagine. Già perché davanti alla telecamera preferisce ricevere le domande prima, sapere a cosa sta per rispondere, ci dice la responsabile che la segue. Poi però, in un successivo incontro affronta altro, più liberamente.
Il ragazzo discriminato e bullizzato
È in Italia per una doppia occasione, soprattutto per tornare a dirigere (dopo il corto Paint Her Red) una storia che, sottolinea, doveva essere raccontata. Quella di Jason Parks, un ragazzo gay americano, oggetto di discriminazione e violenza, e che qui ha voluto interpretare proprio se stesso, dando così un forte impatto al risultato finale. Un primo assaggio di un progetto che la stessa Thorne trasformerà in un lungometraggio chiamato. Color Your Heart, una sorta di romanzo di formazione, di coming of age appunto. “Ho sentito che da regista tutto è possibile”, ci racconta, “scoprendo che amo anche montare me stessa e soprattutto quanto qualcuno possa essere coraggioso dietro la telecamera. Nel cortometraggio di fronte c'è davvero Jason che racconta la sua storia e continua a farlo. Sono così fiera di lui, penso sia assolutamente incredibile”.
Come convivo con l'abuso che ho subito
“Fare la regista, scrivere, continua, "è diventato per me estremamente importante: per la mia quotidianità, per la mia vita e anche per la mia salute mentale, nel senso che se fai per tutta la vita lo stesso lavoro, rischi di disamorarti, di perdere l'ispirazione. Nel mio caso, la regia e la scrittura, hanno invece ridato vigore al mio amore per l'arte. Ci sono tante conseguenze nel crescere sotto le luci dei riflettori. Dover convivere con l’abuso che ho subito?. Quello che ho cercato di fare, è fare capire che questa è la cosa peggiore che si possa subire. Restituire come ci si sente in quelle situazioni, io le ho potute solo immaginare. Ma Jason le ha vissute. Ho sentito il dovere di ascoltarlo con grande attenzione poi trasportarlo nel cortometraggio. Spesso succede che alcune persone pensino che sia meno grave rispetto a quello che può essere un omicidio, ma per molte donne lo stupro e la morte sono la stessa cosa. Quando ho detto questa cosa molte hanno fatto cenno di sì, mentre gli uomini si sono mostrati sorpresi”.
Una giustiziera femminista
Una giustiziera femminista in Saint Clare, e che cita Giovanna D’Arco. In Saint Clare, liberamente ispirato al romanzo “Clare ha 16 anni”, è una studentessa di una rigorosa scuola cattolica, che però nasconde qualcosa di torbido e imprevisto, un dono e una maledizione, diventando oltremodo, suo malgrado, una giustiziera nei confronti degli uomini che abusano delle donne, e le rendono oggetti. Un film che parla anche di come proteggere i propri ideali, la propria visione e identità, fino alla fine, contro tutto e tutti.
La sequenza in cui brucio nel fuoco l'ho adorata
“Posso parlare un po' della visione di Mitzi. È diventata un po' ossessionata da Giovanna d'Arco, e l'ho adorato. E quando ha riscritto, inserendo la sequenza in cui brucio nel fuoco, l’ho adorato. Parlare degli idealismi dietro Giovanna d'Arco è importante, insomma stai morendo da martire.. c’è del buono e del cattivo in entrambi? Penso che Claire, il personaggio che interpreto, abbia difficoltà con la sua versione dell'omicidio perché è buona. Ma uccidere è mai una cosa buona? No. Penso che Claire si trovi in questo mondo un po' come un serpente che si mangia la coda”.
Il sapore del rischio secondo Bella
“Il rischio è in tutto ciò che facciamo, a prescindere da ciò che succede nella vita. D'altra parte il rischio è ciò che rende speciale un progetto: se non c'è, significa che il progetto può essere tranquillamente accantonato”.