La doccia di Crozza, la mania di D'Alema, la roba verde di mia moglie: il Claudio Bisio che non ti aspetti
Ospite della presentazione del libro “Ricette dietro le quinte”, l'attore ha dato il meglio di sé raccontando aneddoti che hanno coinvolto amici e pure l'ex premier
L’occasione è la presentazione di un libro di ricette molto particolare, scritto da Pina Rando, storica direttrice del teatro dell’Archivolto, per la precisione “Ricette dietro le quinte” (Il Canneto editore), che racconta le notti del dopoteatro di tanti anni al Modena, la sala storica di Sampierdarena, splendido teatro all’Italiana, dove Pina e Giorgio Gallione, il regista suo compagno di scorribande, hanno portato il meglio del teatro italiano, da Maurizio Crozza a Neri Marcorè, da Ambra a Valentina Lodovini, da Fabio De Luigi a Lella Costa, da Claudio Gioè a Giuseppe Battiston e tantissimi altri.
Su tutti, Claudio Bisio. Che, infatti, è uno degli ospiti della serata della Sala Mercato. Sul palco, con Rando, Gallione e Danilo Di Termini, e poi da solo, concedendosi al suo pubblico e anche a noi di Milleunadonna, con la generosità e l’umiltà che l’ha sempre contraddistinto. E parlando di cucina, di ricette, di donne, di mogli, di viaggi, in un helzapoppin di ricordi e di racconti, che coinvolgono tutto il gruppo di lavoro dell’Archivolto, a partire da quando “eravamo in tournèe a Parigi in un albergo che chiamare albergo è un eufemismo e che aveva un buco come doccia. E Maurizio Crozza fece la doccia lì”. E Bisio: “La vera notizia è che Maurizio abbia fatto la doccia”.
Insomma, si viaggia dalle lasagne al pesto ai vol au vent, dalla pastiera che era più attesa della prima al ricordo di tutte le cene dopo le prime teatrali all’Archivolto, con la direttrice Rando che cucinava per tutti, torte salate “che poi erano il nostro pasto per settimane e settimane, le congelava…” racconta Di Termini con il terrore ancora negli occhi. E poi, mangiando dopo la presentazione del libro, Claudio quando riceviamo insieme il piatto con la torta salata alle verdure ride: “Mi sa che sono quelle di vent’anni fa della Pina avanzate da allora, scongelate ora”.
In quelle serate, oltre agli attori c’erano gli autori, anche alcuni premi Nobel per la letteratura, che scrivevano apposta per Gallione e l’Archivolto, e personaggi vari: Alessandro Baricco Dario Fo, Francesco Guccini, Josè Saramago, Vincenzo Mollica, Sergio Staino, don Andrea Gallo, Daniel Pennac e tantissimi altri e, davanti ai piatti, scorrevano brandelli di vita, di letteratura, di teatro, d’Italia.
Quando sullo schermo appare una foto di Massimo D’Alema, il presidente del Consiglio che partecipò a questo rito, si racconta che “in quell’occasione fu simpatico” e una sua idiosincrasia per il bianco degli agrumi: “Non si lamentò di nulla” racconta Pina Rando, “l’unica richiesta che fece fu quella di togliere meglio il bianco delle arance, che pure avevamo già pulito”. Gallione affonda: “E quella era la serata simpatica”, Bisio se la ride e prepara le V2 dialettiche che spaziano dai gusti culinari agli amori degli amici, passando per i cinema.
“Vicini di casa”, il film di Paolo Costella realizzato nei mesi del lockdown e la cui uscita è slittata di alcuni mesi come quella di moltissimi film italiani, ha dominato il box office prima delle uscite natalizie. Eppure, gli incassi non sono da record assoluto. Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?
“Tutti i dati ci hanno indicato ai primi posti e quindi siamo molto soddisfatti. Poi, certo, in questo periodo il botteghino non ha fatto registrare incassi straordinari, ma questo non è un problema che riguarda il nostro film” spiega Bisio. Anche perché “Vicini di casa” racconta i nostri tabù, orge e scambismo, con un tocco leggero e per nulla volgare e il segreto sta proprio nei quattro attori protagonisti: oltre a Bisio, Valentina Lodovini, Vittoria Puccini e Vinicio Marchioni.
Il film di Costella è ambientato moltissimo in cucina e quindi è perfetto per raccontare la presenza di Claudio a Sampierdarena e nel libro di Pina Rando, dove ogni personaggio è abbinato a una pietanza e a Bisio tocca il pane: “Io amo il pane, anche senza companatico, ma mia moglie sadicamente mi impedisce di mangiarlo e quindi, appena arrivavo a queste cene genovesi, anche con presidenti del Consiglio o premi Nobel, mi buttavo sul pane e ci si divertiva anche a tirare palline di pane agli altri commensali”.
Insomma, è l’ennesima occasione di raccontare la vita di Bisio con Sandra Bonzi, sua moglie con cui hanno scritto anche un libro esilarante insieme che si chiama “Doppio Misto” ed è un’autobiografia di coppia: “Mia moglie è una bravissima donna, però rompe le scatole, sempre”.
Oddio, non dice “le scatole” Claudio, ma una cosa un po’ più forte, che rende benissimo l’idea della dinamica familiare quando ci si siede a tavola: “Mia moglie ha un piatto unico, preferito, che io ho identificato in “roba verde”, intendendo con questa definizione ogni tipo di vegetali e verdure”. Ma a casa Bisio esiste una sola eccezione: “Mangiamo cose golose e fritte quando muore qualcuno, chessò il gatto. Sono arrivato a un certo punto in cui non vedevo l’ora che morisse qualcuno per poter mangiare fritti e cose simili”.
Di qui è un passo raccontare i gusti culinari di Claudio: “La parmigiana con le melanzane fritte o light? Fritte, fritte, tranne mia moglie, oppure quando sta male qualcuno”.
E l’amarcord scivola sulle seconde nozze di Michele Serra, uno degli autori degli spettacoli del tandem Bisio Gallione: “Michele arrivò in teatro agitatissimo, spiegando che c’era una giornalista e che andava trattata bene, cosa che ovviamente facciamo sempre, come per tutti i nostri spettatori”. Poi iniziò uno strano discorso, quasi balbettando, spiegando che “il problema delle coppie non è tradire, ma innamorarsi” e poi sparì dicendo di andare a trovare un’anziana zia malata a Sanremo, di cui ovviamente nessuno di noi sapeva nulla”.
Insomma, dopo questi indizi, Bisio doveva intervistare pubblicamente Michele Serra sul palco. E ci mise il carico: “In verità io non sapevo nulla, ma, ogni volta che durante la conversazione andava sulla parola “amore”, “amante” o qualsiasi cosa che potesse creare imbarazzo a Michele – che non era libero, così come non era libera Giovanna in quel momento – faceva una pausa: “Ma non una brevissima pausa, una pausa lunga”, con silenzi che sembravano interminabili e che mettevano sempre più in imbarazzo Serra. A un certo punto venne fatta alzare anche Giovanna Zucconi. “Il pubblico non capiva nulla, ma rideva. E Michele e Giovanna ce lo perdonarono solo dopo mesi e mesi”.
Ed è tutto assolutamente vero, perché quando c’è Bisio, fra palco e realtà, fra sceneggiatura e vita, non c’è differenza. Straordinario ovunque.