Tumori: Nobel zur Hausen, infezioni giocano un ruolo in cancro polmone

di Adnkronos

Vienna, 6 dic. (Dall'inviata dell’Adnkronos Salute Margherita Lopes) - 'Insoliti sospetti' nel mirino della ricerca che punta a far luce sull'origine del cancro al polmone. Il 20-25% dei pazienti colpiti, infatti, non fuma. E proprio questo ha portato gli oncologi a interrogarsi sul possibile ruolo di infezioni virali, batteriche e fungine nello sviluppo di questo tumore. Ne ha parlato alla Conferenza mondiale dell'International Association for the Study of Lung Cancer (Iaslc), in corso a Vienna, Harald zur Hausen dell'University of Heidelberg (Germania). Lo scienziato ha ottenuto il Nobel per la Medicina nel 2008 per aver individuato il legame tra Hpv e tumore della cervice uterina. Il sospetto del Nobel è che ci si debba concentrare sugli effetti di microrganismi patogeni e ambiente. L'ipotesi è che alcuni virus o batteri degli animali, non dannosi per loro, possano diventare cancerogeni quando trasferiti all'uomo. Questo spiegherebbe anche l'aumento del rischio di tumore dei polmoni e di quello orofaringeo fra i macellai e le persone che lavorano nei mattatoi. Ancora una volta si tratta di ipotesi, ma l'idea è che contaminanti originati dagli animali possano in qualche modo favorire lo sviluppo di questi tumori in particolari categorie di lavoratori. Non solo, l'esperto ha esaminato anche il possibile ruolo del latte bovino: in un recente studio svedese si è visto che per gli intolleranti al lattosio c'era una riduzione del 45% del rischio di cancro ai polmoni. Zur Hausen ha ricordato anche i dati epidemiologici relativi ad alcuni Paesi come l'India, dove il tasso di fumo è molto elevato, ma non lo è altrettanto il consumo di latte. Ebbene, curiosamente in proporzione il dato dei tumori al polmone non appare così alto. L'ipotesi dello studioso è che proprio il consumo di latte e il fumo possano avere un ruolo sinergico nello sviluppo di questo tumore. Insomma, in alcuni alimenti di origine bovina potrebbero 'celarsi' delle infezioni che, combinate a predisposizioni genetiche o a stili di vita pericolosi, finirebbero per aumentare il rischio di cancro ai polmoni. Un filone di ricerca che, secondo il Nobel, merita di essere esplorato.