Sanità: l'allarme, oltre 60 mila farmacisti disoccupati nel giro di 20 anni
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Roma, 18 mar. (AdnKronos Salute) - Nel giro di 20 anni, in Italia, ci saranno almeno 50 mila nuovi farmacisti disoccupati, che si aggiungono ai quasi 13 mila che già oggi sono in cerca di occupazione. Un 'esercito' di 63.000 professionisti si ritroverà senza lavoro. E' l'allarme lanciato dalla Federazione degli Ordini dei farmacisti (Fofi) che, da FarmacistaPiù 2016 a Firenze, fa una serie di proposte al Governo e alle Istituzioni universitarie e sanitarie 'per scongiurare questo scenario e rilanciare la professione del farmacista come operatore sanitario qualificato che, al fianco di medici e infermieri, costituisce già oggi la terza professione sanitaria in termini numerici e soprattutto di capacità relazionale e contatto diretto con il cittadino e il paziente'. Secondo gli ultimi dati di Joint Action Health Workforce Planning and Forecasting, per il periodo 2015-2040, emerge un fabbisogno occupazionale in Italia di circa 1.500 farmacisti l’anno. A fronte di questo dato si registrano circa 4.700 nuovi laureati in farmacia, dei quali 4 mila si iscrivono all’Albo con l'aspirazione di esercitare a pieno titolo la professione. Sulla base di queste valutazioni, vengono stimati i farmacisti senza lavoro da qui a 20 anni. Una cifra considerevole. Non solo. In Italia, 'una volta concluse le nuove assegnazioni di farmacie dopo il concorso straordinario di qualche anno fa - rileva la Fofi - si conteranno circa 21 mila farmacie, di cui 18 mila private, tutte convenzionate con il Ssn. Sono poi presenti circa 4 mila parafarmacie private. Ma i farmacisti attivi iscritti all’Ordine sono ben 92 mila e non tutti possono contare - sottolinea la Federazione - su una titolarità di farmacia o parafarmacia, che in ogni caso devono fare i conti anch'esse da anni con la crisi economica che ha colpito anche questo settore. La stragrande maggioranza lavora ormai nelle farmacie e parafarmacie come collaboratore, oppure in ospedale, nelle Asl o nelle aziende farmaceutiche, con trattamenti economici molto differenziati e, nella maggioranza dei casi, non sono certo privilegiati'. (segue)