Pazienti obesi: nuove strategie per garantire sicurezza nel percorso peri-operatorio
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“Il paziente obeso rappresenta un problema che deve coinvolgere tutte le figure professionali”, ha affermato il presidente SIAARTI, Antonio Corcione aprendo i lavori della “2° Consensus” sulle Buone Pratiche cliniche peri-operatorie/procedurali. Definire buone pratiche cliniche utili ad aumentare la sicurezza e contenere il rischio di eventi avversi della popolazione assistita è dunque uno dei primi obiettivi della neo-presidenza. Sottovalutare i rischi di un paziente sovrappeso o obeso è un errore.
All’incontro romano hanno preso parte, oltre ai delegati rappresentanti 22 discipline e professioni, gli anestesisti che afferiscono alle varie aree della SIAARTI: l’anestesia e la medicina peri-operatoria, la medicina critica (rianimazione e terapia intensiva), quella dell’emergenza, la medicina del dolore e delle cure palliative, oltre alla medicina iperbarica.
Il presidente eletto SIAARTI, la prof.ssa Flavia Petrini, ha illustrato la ricerca condotta dal 2014 a oggi insieme a una task-force del Gruppo di Studio Gestione delle Vie Aeree e ha sottolineato come, “all’aumento della fragilità dovuta all’invecchiamento della popolazione sottoposta a interventi chirurgici, si sommi una maggiore rischiosità clinica dei pazienti dovuta a patologie che, paradossalmente, crescono parallelamente al livello di benessere della società. Il sovrappeso e l’obesità – ha aggiunto – sono condizioni preoccupanti, purtroppo in aumento anche tra i bambini, tanto da determinare un incremento dei Centri specialistici nella cura di questa condizione, anche chirurgica. Ma è necessario confrontarsi con gli altri operatori coinvolti nei percorsi diagnostico-terapeutici”. Affrontare la sfida clinica e organizzativa della “globesity” è quindi prioritario per le strutture di ricovero e cura italiane.
Gli esperti SIAARTI sono consci di quali difficoltà debbano farsi carico i colleghi che assistono i pazienti obesi, anche quando si prospetti un intervento chirurgico che, a maggior ragione, deve riuscire a prevenire le numerose complicanze post-operatorie che l’obesità potenzialmente comporta. Il Gruppo di lavoro del Progetto Rainbow – linea Obeso (Rita Cataldo, Ida Di Giacinto, Paolo Donato, Clelia Esposito, Vittorio Pavoni, Paolo Pelosi, Flavia Petrini, Antonella Trolio, Guido Merli, Massimiliano Sorbello) hanno quindi presentato agli intervenuti diversi aspetti del problema che vede lo specialista coinvolto anche fuori dalle Sale Operatorie, per consentire assistenza avanzata in urgenza, per risolvere condizioni critiche in emergenza, quando la gravità clinica impone cure intensive, ma anche per assistere questi pazienti così complessi durante procedure diagnostico-terapeutiche in sedazione, cosa che mette a rischio le loro funzioni vitali. Per le persone che hanno già una funzionalità respiratoria compromessa, il rischio di eventi avversi culmina, infatti, quando la pervietà delle vie aeree e la funzione respiratoria vengono depresse farmacologicamente o sono ridotte da complicanze acute (per esempio infezioni polmonari). E’ stato ricordato come la gestione delle vie aeree possa essere particolarmente insidiosa anche perché gli obesi, pur se non particolarmente gravi, sono spesso colpiti durante il sonno fisiologico dalle apnee ostruttive. Quest’ultima è una patologia subdola e spesso diagnosticata tardivamente, tanto che è importante escluderne il rischio in tutti i soggetti da sottoporre a sedazione o anestesia, indipendentemente dal peso.
Dai dati e dalle evidenze è emerso che occorre, non solo aumentare il numero degli specialisti esperti nella gestione delle vie aeree del paziente dell’obeso, ma valutare lo standard organizzativo affinché le strutture di ricovero possano essere allertate e predisporre le attrezzature appropriate per affrontare procedure complesse. E’ importante anche evitare il rischio quando sia proposto un intervento cosiddetto “minore”.
Secondo gli anestesisti della task force SIAARTI gli ospedali e i team non abituati alla chirurgia bariatrica possono essere presi alla sprovvista. I centri con casistiche importanti, che il Ministero della Salute tiene sotto attenta osservazione, sono ancora pochi in Italia ed è pensabile che possano dare risposta adeguata centralizzando tutte le attività. La sfida sarà quindi quella di garantire non solo competenze adeguate ad assistere pazienti così difficili, ma anche condizioni organizzative e strutturali che non si possono improvvisare. “L’importanza di allertare i professionisti che prendono in cura una paziente gravida sovrappeso o obesa è stata sottolineata anche dal ministro Beatrice Lorenzin ed è oggetto di un tavolo di lavoro ministeriale che deve coinvolgere anche SIAARTI, – ha dichiarato in chiusura Flavia Petrini – perché è buona pratica clinica indirizzare precocemente alla valutazione del rischio, anche coinvolgendo l’anestesista, a conferma di come laglobesity sia ormai un problema anche italiano.”
Gli anestesisti- rianimatori sono in prima linea: hanno già avviato il confronto in ambito specialistico e preso atto della disomogeneità delle evidenze scientifiche e delle differenze fra i vari Paesi, hanno adottato la strategia di cercare il maggiore consenso possibile sui sistemi di “alert” e sulle buone pratiche cliniche da offrire ai pazienti obesi con un indice di massa corporea (BMI) superiore ai 30 kg/m2 di superficie corporea. Obiettivo è definire il percorso clinico-terapeutico peri-operatorio e quello di cure in urgenza emergenza più sicure, in termini di tecniche specialistiche e di assistenza. Le “note chiave” sono state raccolte in un poster, reso disponibile alla consultazione e ai commenti sul sito internet www.siaarti.it.
L’ampia adesione da parte delle società e associazioni specialistiche e professionali invitate alla “Consensus sulle Buone Pratiche cliniche peri-operatorie/procedurali nell’obeso” ha confermato che questa sfida va affrontata insieme. I delegati delle 22 organizzazioni presenti all’incontro romano hanno contribuito a discutere una lista di domande critiche selezionate dalla task-force SIAARTI, che saranno il filo conduttore per definire standard di riferimento per i sanitari italiani. La Prof.ssa Flavia Petrini ha preannunciato che a breve verranno pianificati altri incontri e ipotizza che il prodotto finale possa essere presentato sotto forma di “Bundle”: gruppi di 3?5 processi di cura (facilmente misurabili) che, quando applicati collegialmente, possano ragionevolmente offrire gli outcomes attesi. Il Presidente Antonio Corcione ha dichiarato a tal proposito che vorrebbe presentare i Bundle di Consenso inter-societario al prossimo Congresso SIAARTI che si terrà a Napoli dal 27 al 29 ottobre.