Obesità: quando gli interventi di revisione della chirurgia bariatrica non sono un “fallimento”

di Go Salute

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ärztin klärt adipositas patientin über gesundheitszustand auf

A Catania un Convegno S.I.C.OB – Società Italiana di Chirurgia Bariatrica ha affrontato il tema della gestione delle recidive post-bariatriche. L’innovazione delle tecniche chirurgiche e la gestione del paziente in Centri di eccellenza da parte di team interdisciplinari, sta portando ad un’evoluzione di questa disciplina.

In Italia, ogni anno, vengono eseguiti circa 12 mila interventi di chirurgia bariatrica (registro nazionale S.I.C.OB 2015). Di questi, ad oggi, circa il 30% ha la necessità di subire una “revisione”. Si tratta di situazioni che si presentano con una certa frequenza, in un arco temporale variabile e che, in gran parte, sono dovuti a fenomeni di ripresa del peso (weight regain) o ad insufficiente decremento ponderale. Parliamo, dunque, di un problema importante, se si considera che in Italia il 10% della popolazione è obeso, e di questo, il 5-6% è candidato all’intervento chirurgico.

Per analizzare gli aspetti di questa problematica e cercare di dare una spiegazione a questo fenomeno, la S.I.C.OB – Società Italiana di Chirurgia Bariatrica ha organizzato un Convegno dal titolo: “Redo-Surgery: fallimento o evoluzione?”, che si tenutosi a maggio a Catania.

La chirurgia di «revisione», conseguente ad interventi di chirurgia bariatrica, non deve essere assolutamente considerata un fallimento, ma un’evoluzione” – ha dichiarato il Dottor Luigi Piazza, Direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia Generale dell’Azienda Ospedaliera Garibaldi di Catania. “Si tratta di una branca della chirurgia relativamente giovane, nata circa 33 anni fa, che ha visto, soprattutto negli ultimi anni, molti progressi, grazie anche all’introduzione delle procedure laparoscopiche che l’hanno resa più sicura e meno invasiva”.

La chirurgia laparoscopica  permette di intervenire sui pazienti, effettuando incisioni molto piccole (dell’ordine di circa un centimetro), attraverso le quali introdurre la strumentazione chirurgica, evitando, così, le conseguenze di una laparotomia. Grazie a questa tecnica, infatti, si riducono i rischi di infezione e della possibilità di aderenze viscerali post-operatorie, si ha una notevole diminuzione del dolore con conseguenti tempi di ospedalizzazione più brevi e una più rapida ripresa generale del paziente.

E’ chiaro che queste procedure chirurgiche evolute prevedono l’utilizzo di tecnologie innovative che portano benefici rilevanti per i pazienti, consentendo un miglioramento anche in termini di efficacia, efficienza e qualità del trattamento” – aggiunge il Dottor Piazza.

Alla luce degli attuali orientamenti di spending review è importante, tuttavia, considerare che il diritto del paziente a ricevere il trattamento migliore e più innovativo in sala operatoria, si deve conciliare con un inevitabile incremento della spesa per il sistema sanitario.

E’, quindi, necessario – continua il Dottor Piazza – che tutti i soggetti coinvolti nei processi decisionali siano messi nelle condizioni di conoscerne le potenzialità, i punti di forza e di debolezza delle diverse opzioni, al fine di poter valutare i benefici e stabilire il rapporto costo-efficacia. Considerando che in alcuni casi un minor investimento in tecnologie può comportare un aggravio di costi in assistenza (degenze più lunghe, necessità di re-intervenire sul paziente) talvolta esponenzialmente più elevati”.

Un altro tema affrontato durante il Convegno riguarda l’importanza dell’informazione e della comunicazione nei confronti dell’opinione pubblica. L’obesità, infatti, è una condizione pericolosa per la salute, che va affrontata con soluzioni efficaci e durature. Basti pensare che un obeso ha un’aspettativa di vita mediamente inferiore di 10 anni rispetto ad un normopeso a causa di comorbidità quali diabete, ipertensione, sindrome metabolica, etc.

Per questi pazienti – sottolinea il Dottor Piazza – l’intervento permette di affrancarsi da terapie croniche, anche gravose da un punto di vista economico. Non deve, quindi, essere considerata semplicemente una soluzione «cosmetica»”.

Generalmente, quando viene preso in carico da un Centro specializzato, il paziente obeso viene valutato accuratamente da un team multidisciplinare composto da internisti, nutrizionisti, endocrinologi, diabetologi, psichiatri e psicologi.

Gli interventi di chirurgia bariatrica – conclude il Dottor Piazza – sono molto delicati e vanno eseguiti in centri altamente specializzati. C’è bisogno, infatti, di un percorso formativo molto lungo, di caratteristiche particolari della sala operatoria, e di degenza, oltre che di personale addestrato, che possiedono solo pochi centri d’eccellenza in Italia, identificati dalla Società Italiana di Chirurgia dell’obesità e metabolica.”