Mobile-Health: un’inchiesta sulla salute digitale
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Un italiano su dieci usa già app e device che misurano dati sanitari. È un mercato che toccherà 60 miliardi di euro nel 2020, e ha pesanti implicazioni per la privacy. Con un’intervista ad Antonello Soro, Garante per la protezione dei dati personali.
“Le società che offrono applicazioni attraverso le quali vengono raccolte informazioni sulla salute spesso non informano in maniera chiara e trasparente gli utenti riguarda all’uso che faranno dei loro dati” spiega Antonello Soro, il Garante italiano per la protezione dei dati personali, in un’intervista ad Altreconomia.
Nell’inchiesta pubblicata sul numero di giugno, la rivista fa il punto sul mercato del mobile-Health, la “salute digitale”, che cresce del 30 per cento all’anno e nel 2020 potrebbe valere 60 miliardi di dollari. Un italiano su dieci utilizza applicazioni o device m-health, ma pochi leggono con attenzione i “termini e le condizioni”, che garantiscono a soggetti come Technogym o Runtastic (6 milioni di utenti registrati nel nostro Paese) l’utilizzo anche a fini commerciali dei dati raccolti. E in futuro le assicurazioni potranno offrire sconti sulle polizze sulla salute. A patto di essere “sempre connesso”, come recita il claim di RBM Salute.
Di privacy ci occupiamo anche in un approfondimento dedicato alla “sorveglianza digitale”, da parte di governi e servizi d’intelligence, nei confronti degli attivisti di tutto il mondo. Nel 2015 i consulenti di sicurezza informatica dell’organizzazione Front Line Defenders sono intervenuti in 400 casi, in 26 Paesi. Abbiamo intervistato alcuni di loro, dal Marocco al Pakistan, dalla Siria alla Malasia. I software d’intrusione, come quelli venduti dalla società italiana Hacking Team anche all’Egitto, costano 200mila euro.
In esclusiva per l’Italia, Altreconomia pubblica un commento di Glenn Greenwald sul golpe brasiliano. Il giornalista americano, premio Pulitzer 2014 per le inchiesta sul caso Snowden e fondatore di The Intercept, spiega come le élite finanziarie abbiano rovesciato Dilma Rousseff.
Spazio anche a tre reportage: il 70% dell’acqua potabile in Colombia dipende dal paramo, un ecosistema unico che si sviluppa tra i 3 e i 5mila metri sulla Ande. Oggi è a rischio, a causa delle attività estrattive, con 475 concessioni attive a fine 2015 all’interno del paramo; abbiamo visitato Detroit, che ad aprile 2016 ha ospitato il primo Forum nordamericano dell’economia solidale: la città “fallita” nel 2013 sta rinascendo, grazie a orti urbani, fab lab e una nuova cultura del lavoro; infine siamo stati in Olanda, nella prima comunità in Europa formata da “Earthships”, 23 abitazioni che come velieri in mezzo al mare sono indipendenti dalle fonti di energia fossile: un progetto di condivisione avviato dieci anni fa.
Parliamo, infine di latte: siamo stati in Val d’Ultimo, dove a 1.700 metri alcuni allevatori continuano a produrlo. L’Alto Adige aiuta i produttori sostenendo i costi “logistici” di accesso al mercato. Lo fa utilizzando fondi europei, e -come conferma la Commissione ad Altreconomia- rappresenta un caso unico in Italia.