Medicina: l'urologo, sfintere artificiale contro incontinenza maschile
Verona, 6 dic. (AdnKronos Salute) - L’incontinenza urinaria maschile potrebbe aver trovato 'una soluzione terapeutica innovativa ed efficace'. Parola di Walter Artibani, primario di Urologia all'ospedale Borgo Trento (VR) e presidente della Società italiana di urologia (Siu), che ha presentato attraverso un video in diretta, nel corso del recente congresso della Siu, l'intervento chirurgico di impianto di uno 'sfintere urinario artificiale'. Questo dispositivo ripristina il naturale processo di controllo della minzione, simulando il funzionamento di un normale sfintere. Con l’ausilio di una pompa e un palloncino, il paziente può controllare l’apertura e la chiusura dell’uretra muovendo automaticamente i liquidi. L’impianto è completamente nascosto all’interno, quindi fornisce un controllo urinario discreto. 'Nella stragrande maggioranza dei casi il risultato dello sfintere artificiale è formidabile - sottolinea Artibani - nel senso che trasforma la vita sociale dei pazienti e la loro gratitudine è facilmente leggibile quando vengono al controllo ambulatoriale'. L'intervento, spiega, 'richiede l'inserzione dei tre elementi che compongono le sfintere artificiale. Una cuffia viene messa a livello dell’uretra e assicurerà la contenzione, un serbatoio viene inserito nell'addome e una pompetta di controllo trova spazio in una delle due borse scrotali. Quando il paziente ha il desiderio minzionale e decide volontariamente di andare ad urinare, può svuotare la cuffia premendo la pompetta e permettendo così alla vescica di svuotarsi naturalmente. Questo meccanismo idealmente riproduce il ciclo minzionale, costituito da una lunga fase di riempimento con continenza, seguito da una fase di svuotamento volontario'. In Italia si sta sviluppando una rete che metterà in collegamento i centri specializzati in grado di eseguire questo intervento. Lo sfintere urinario artificiale è un dispositivo medico ad alto costo e non è disponibile in tutti gli ospedali. Si tratta comunque di una procura che - laddove prescritta e adottata - rientra nelle terapie erogate dal Sistema sanitario nazionale.