L'indagine, il 96% degli italiani ignora ricadute referendum su salute
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Milano, 18 nov. (AdnKronos Salute) - Il 96% degli italiani ignora le ricadute che il voto al referendum del 4 dicembre potrà avere sulla salute dei cittadini. Poco più di un italiano su 10 (12%) sa davvero di cosa parla il Titolo V della Costituzione, e solo il 4% conosce nel merito il contenuto dell'articolo 117 del Titolo V. 'E' gravissimo', commenta l'Associazione culturale 'Giuseppe Dossetti: i Valori' Onlus, che ha commissionato alla Doxa un'indagine sul tema 'Referendum costituzionale e revisione Titolo V della parte II della Costituzione', condotta attraverso mille interviste telefoniche fatte a un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta tra il 14 e il 16 novembre. Dai risultati 'emerge una preoccupante scarsa conoscenza dei temi che riguardano la revisione della Costituzione nelle sue ricadute sulla sanità pubblica'. 'Il sondaggio d'opinione purtroppo conferma la scarsa conoscenza degli italiani in merito ai quesiti referendari che riguardano da vicino la salute - commenta Claudio Giustozzi, segretario nazionale dell'Associazione Dossetti - Questo referendum è stato personalizzato e politicizzato a tale punto da oscurare in modo pericoloso i veri contenuti della riforma della Carta costituzionale, modifiche che in ogni modo ricadranno sui cittadini'. Giovedì 24 novembre l'Associazione proporrà a Roma un dialogo sugli 'incroci pericolosi tra referendum e salute', al quale parteciperanno un esponente del Movimento 5 Stelle e uno del Pd renziano. 'Desideriamo fornire un ambito di autentico confronto nel merito e sui contenuti - aggiunge Giustozzi - e l'indagine Doxa ci conferma in questo nostro approccio: occorre sapere cosa accade con la modifica del 117. Noi auspichiamo un rafforzamento dei poteri centrali, con la creazione di un superministero che assicuri una governance equilibrata, omogenea e coerente nella sanità di tutte le regioni, uscendo cosi dall'attuale situazione a macchia di leopardo. Nostra paura è la conferma di uno status quo iniquo - conclude - ma anche temiamo un rafforzamento indiscriminato del Mef, che potrebbe radicalizzare la situazione attuale nella quale la sanità è un tassello succube dei conti dello Stato'.