Farmaci: esperto, con nuovi anti-scompenso cardiaco -20% rischio mortalità
Milano, 23 nov. (AdnKronos Salute) - 'Per troppo tempo l'approccio tradizionale alla terapia medica dello scompenso cardiaco si è si è basato sull'utilizzo in combinazione di alcuni farmaci, rappresentati da diuretici, beta-bloccanti, Ace-inibitori, antagonisti recettoriali dell'angiotensina, ma da qualche mese è a disposizione una nuova terapia che ha in sé 2 molecole, il valsartan e il sacubitril'. Lo sottolinea Claudio Rapezzi, direttore dell'Unità operativa di Cardiologia al Policlinico Sant'Orsola Malpighi di Bologna, intervenuto oggi a Milano al media educational 'Scompenso cardiaco, conoscere, prevenire e trattare il killer del cuore', promosso da Novartis. 'Il sacubitril - spiega lo specialista - serve a inibire l'enzima che degrada i peptici natriuretrici atriali che vengono secreti dall'organismo per reagire alla pressione prodotta dallo scompenso, quindi più ce ne sono e meglio è. Mentre il valsartan serve a combattere la vasocostrizione e l'eccesso degli effetti dell'angiotensina, come ritenzione di sodio e acqua da parte del rene e attivazione della crescita cellulare. Lo studio 'Paradigm' ha confermato che queste 2 componenti servono a migliorare di molto la qualità di vita del paziente con scompenso cardiaco cronico. In particolare, per i pazienti è diminuito del 10-20% il rischio di mortalità e il prolungamento medio della durata di vita si è assestato sull'anno e mezzo'.