Endometriosi profonda: elaborata a Pisa una nuova tecnica di chirurgia robotica
Ancora uno studio sulla chirurgia robotica del retto, applicata questa volta al trattamento di una patologia principalmente ginecologica quale l’endometriosi profonda – con gestione quindi multidisciplinare – è stato recentemente pubblicato sull’“International Journal of Colorectal Disease” dal professor Luca Morelli e dalla sua èquipe, in collaborazione con i ginecologi delle due Unità operative di Ginecologia e Ostetricia dell’Aoup.
L’endometriosi profonda con interessamento rettale trova indicazione chirurgica solo in casi molto selezionati, quando la terapia medica non risulta efficace. La malattia è benigna ma il quadro clinico che ne deriva può talvolta comportare conseguenze gravi o un impatto così severo sulla qualità della vita da obbligare ad un intervento chirurgico.
L’eradicazione chirurgica dell’endometriosi profonda può però essere molto complessa, soprattutto se coesiste un interessamento multi viscerale, in particolare del retto. Inoltre le possibili sequele, naturali o post-chirurgiche, possono sfociare in alterazioni permanenti della qualità di vita che, anche per la giovane età delle pazienti che ne sono affette, sono da considerare particolarmente gravi.
Il lavoro pisano, intitolato “Robot-assisted surgery for the radical treatment of deep infiltrating endometriosis with colorectal involvement: short- and mid-term surgical and functional outcomes”, riguarda il trattamento di casi “complessi” e non responsivi alle terapie mediche, in cui vi è coinvolgimento anche dei visceri adiacenti e in particolare del retto. I casi trattati, donne giovani e in età fertile, presentavano un quadro di interessamento a tutto spessore del viscere per cui in tutte queste pazienti è stato necessario asportare parte del retto, in blocco con la malattia. Gli interventi, eseguiti dal chirurgo generale e dai ginecologi, con approccio multidisciplinare, sono stati eseguiti tutti con tecnica mini-invasiva robotica. In tutti i casi trattati non si sono verificate complicanze peri-operatorie non è stata confezionata nessuna derivazione fecale. Inoltre la degenza media è stata di soli 5 giorni.
L’importanza di questo lavoro risiede in particolar modo nella valutazione funzionale a medio termine che è stata condotta in tutte le pazienti in fase pre-operatoria e quindi a distanza di circa 1,6,12 mesi dall’intervento, grazie a degli specifici questionari, che hanno dimostrato come l’approccio robotico (fig 1 e 2) possa consentire un’ottima preservazione della funzione sessuale ed urinaria, potenzialmente migliore rispetto a quanto riportato in letteratura riguardo alla chirurgia tradizionale e a quella mini-invasiva laparoscopica. Infatti, oltre ai buoni risultati chirurgici immediati ottenuti, è stato visto anche che, dopo l’intervento, vi è un progressivo ritorno, in tutte le pazienti, ad una buona qualità della vita, in particolare per quanto concerne la funzione sessuale, urinaria e defecatoria.
I dati pubblicati, anche se preliminari, possono fornire un contributo significativo alla letteratura scientifica, in quanto ad oggi non esisteva ancora uno studio su questo argomento, che approfondisse gli aspetti funzionali a breve e medio termine su questa patologia.
Di seguito il link allo studio con i nomi di tutti i coautori:
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26686873