Bimbo nato senza gambe: 'Malformazione rilevabile dal quinto mese'
Per il professor Vito Trojano, presidente dell'Aogoi, è presto per stabilire responsabilità ma si tratta di una malformazione che 'è difficile non vedere'
La vicenda del bambino nato senza gambe continua ad alimentare le polemiche in un momento in cui la sanità, e in particolare i punti nascita, è sotto accusa anche per le morti di partorienti. Nel caso del neonato venuto al mondo la notte di Natale all'Ospedale Maggiore di Parma con una gravissima malformazione sono ora i legali, dei genitori e delle unità sanitarie coinvolte, a confrontarsi. Ma per capire cosa possa essere successo abbiamo intervistato il professor Vito Trojano, presidente dell’ Aogoi (Associazione ostetrici, ginecologi ospedalieri italiani).
Come è possibile che solo al momento della nascita medici e assistenti del reparto di neonatologia di Parma si siano accorti che le gambine del piccolo si interrompevano sopra al ginocchio?
“È un caso singolare visto pure che è stata valutata la lunghezza del femore con l’ecografia”.
E non si sono accorti che l’osso non era della lunghezza giusta?
“Non è stata vista la lunghezza e non è stato visto l’arto inferiore. Io non so se la paziente avesse eseguito l’ecografia morfologica, quella che si effettua fra le 21^ e la 23^ settimana in cui si inquadra lo sviluppo dei vari organi. L’eventuale mancanza degli arti inferiori va valutata in quel periodo in cui è possibile individuare anche i due piedini. Ma io non conosco nemmeno il numero di ecografie effettuate né in che periodo siano state eseguite. La signora era stata seguita da un ginecologo privato dove aveva fatto visite ma non so se lo stesso avesse eseguito le ecografie. Il caso è complesso perché la signora non ha documentazione clinico ospedaliera”.
Ma resta il fatto che è stata data la misura di una gamba che in realtà si interrompe prima del ginocchio.
“Vanno valutate due cose essenzialmente: il numero di ecografie e le epoche in cui sono state fatte. La malformazione è comunque individuabile nel quinto mese, insomma è difficile non vederla. Devono esserci state altre situazioni concomitanti che in questo momento non posso valutare”.
E si tratta di diagnostica che dovrebbe essere stata eseguita dal ginecologo della signora, visto quanto affermato dall’azienda ospedaliero-universitaria di Parma.
“Se è stata effettuata. Sembra che la signora si sia recata in ospedale solo per il parto. Quindi che esami abbia fatto prima non lo so. Di sicuro devono essere valutate le cartelle cliniche durante tutta l’epoca gestazionale: non in termini di visita ma di controllo ecografico”.
Stando così le cose, sembrerebbe responsabilità del ginecologo della signora.
“Io non parlo di responsabilità perché il ginecologo che ha eseguito l’ecografia, se l’ha eseguita, potrebbe essere stato impedito nella visione diretta dell’ultima parte della gamba, soprattutto della parte mancante. Potrebbe esserci stato un impedimento come lo spessore della parte addominale o difficoltà dell’operatore nell’eseguire il riscontro ecografico”.
Ma in caso di impedimento, come lei dice, il dottore avrebbe dovuto informare la paziente che restava un margine di incertezza. A questo punto la signora avrebbe potuto decidere se effettuare approfondimenti o no.
“Questa è un’affermazione della quale non abbiamo nessun riscontro”.
E’ vero, possiamo solo ipotizzare ciò che è accaduto, ma se ci mettiamo nei panni di una donna che presumibilmente fa quello che le dice di fare un medico….
“Se il ginecologo abbia avuto difficoltà e nel caso abbia suggerito un approfondimento non lo possiamo sapere”.
Certo, però le responsabilità andranno chiarite. Altrimenti quello che è successo a questa signora può capitare a chiunque: sono tante le donne che vengono seguite da un ginecologo privato e vanno in ospedale solo per partorire.
“Noi non difendiamo ad oltranza nessuno. Ma nel caso specifico nessuno può ancora dire cosa sia successo perché non abbiamo i dati che possano farci comprendere le motivazioni che hanno portato a una non diagnosi. Di sicuro si tratta di una malformazione individuabile entro il terzo trimestre. Come, perché e da chi non sia stata individuata è ciò che deve essere ancora scoperto”.