Aborto: uno su quattro evitabile con una maggiore attenzione ai bisogni delle donne

di Go Salute

ABORTION CONSULTATIONAJ PHOTO / BSIP

Pregnancy

AOGOI, Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani- lancia un progetto per la corretta informazione contraccettiva di chi affronta questo momento particolarmente delicato della vita; poter evitare 20.000 aborti in un anno comporterebbe un risparmio di 38 milioni di euro. Le interruzioni volontarie di gravidanza nel 2014 sono scese per la prima volta  sotto soglia 100.000, assestandosi intorno a quota 97.500. Un traguardo importante, se si pensa che 30 anni fa erano circa 230.000: il fenomeno si è più che dimezzato. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, i tassi di abortività più elevati si riscontrano fra donne adulte in possesso di licenza media superiore (42,9%), con un posto di lavoro (43,6%) e senza figli (39%). Ma a preoccupare è la percentuale di aborti ripetuti, stabile al 27%, uno su 4. Una percentuale rimasta pressoché invariata negli ultimi 10 anni.

Questa la fotografia che emerge dalla relazione resa pubblica dal Ministero della Salute a fine 2015, sull’attuazione della legge sulla tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria di gravidanza (Legge 194/78). Rapporto che ha spinto AOGOI – Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani a studiare e mettere in opera un piano per contrastare questo fenomeno, attraverso un progetto le cui linee guida sono state definite dal Consiglio Direttivo dell’Associazione. Il Progetto si pone l’obiettivo di prevenire proprio le interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) ripetute. L’Associazione si propone di offrire un programma di sensibilizzazione degli operatori dei centri italiani sull’importanza di garantire la dovuta attenzione alla contraccezione post-IVG, con un percorso che offra alle donne adeguato counselling contraccettivo subito dopo l’intervento. L’obiettivo del Progetto è in linea con il quadro più ampio del Piano nazionale Fertilità a cui AOGOI ha contribuito.

In Italia, diversamente da quanto avviene in altri Paesi della Comunità Europea, come ad esempio la Francia, i contraccettivi – salvo poche eccezioni – non sono dispensati dal Sistema Sanitario Nazionale. Considerata l’alta percentuale di aborti ripetuti, ciò che sembra emergere nel nostro Paese è che il ricorso alle IVG possa rappresentare, in assenza di adeguata informazione, una via d’uscita contraccettiva. La legge 194/78 prescrive che, quando una donna ricorre a una IVG, è obbligatorio fornirle tutte le informazioni per una regolazione delle nascite consapevole. Purtroppo, tuttavia, ciò non sempre accade.

Uno dei punti cardine del progetto AOGOI è l’aggiornamento e la valorizzazione del ruolo degli operatori dei centri IVG attraverso la realizzazione e la distribuzione di materiale informativo e la pianificazione di incontri di formazione dedicati. Tutto affinché la donna sia sensibilizzata e informata sui metodi contraccettivi disponibili e più adatti ai suoi bisogni e sia portata a ricorrervi.

Quando la richiesta di interruzione di gravidanza è legata a un fallimento contraccettivo o a difficoltà ad attenersi allo schema di assunzione della contraccezione orale oppure all’utilizzo corretto del condom, potrebbe essere utile consigliare i sistemi contraccettivi a lunga durata e reversibili (Larc), come i dispositivi intrauterini e gli impianti sottocutanei, che potrebbero essere inseriti durante l’intervento, senza ulteriori disagi per la donna. L’Organizzazione mondiale della sanità li indica come i sistemi più sicuri e che garantiscono la più alta percentuale di adesione dopo 12 mesi.

Non bisogna neanche sottovalutare l’aspetto economico della questione: è possibile stimare il costo per il Servizio sanitario di un aborto in circa 2mila euro, mentre i Larc hanno un costo che si aggira sui 100 euro. Riuscire a prevenire circa 20mila aborti in un anno, grazie all’impianto di un Larc, permetterebbe un risparmio di 38 milioni di euro. Ai quali va aggiunto l’inestimabile valore derivante dall’evitare alla donna un evento tanto traumatico come una IVG.

L’attenzione alla salute e al benessere sessuale, riproduttivo e psico-fisico della donna e la valorizzazione della professionalità e del ruolo degli operatori dei servizi di IVG costituiscono gli elementi portanti di questa iniziativa che, nelle intenzioni dell’Associazione, contribuirà a ridurre significativamente il tasso delle IVG ripetute, contrastando il fenomeno alla sua radice. L’efficacia del progetto sarà valutata attraverso la distribuzione e l’analisi di un questionario sulla scelta contraccettiva effettuata dalle donne che richiedono la IVG e, a lungo termine, attraverso la verifica di una riduzione delle IVG ripetute puntualmente osservata attraverso i dati Istat.

Prof. Antonio Chiàntera