Raccontare il tumore fa bene ma la cosa più importante che ha detto Nadia Toffa è un’altra
La Iena ha raccontato davanti alle telecamere come dalla diagnosi precoce, dopo il suo malore, lei sia arrivata alla guarigione. E questa è davvero la cosa più importante
Nadia Toffa non è la prima a rivelare di essere stata vittima di un male potenzialmente devastante come il cancro ma, forse perché il suo percorso (decorso) è stato sotto gli occhi di tutti dal primo malore, la sua è diventata una storia esemplare e in tanti oggi la ringraziano. Nadia è infatti esponente di un esercito di guerrieri, come li ha definiti lei stessa, che conta tra le sue fila malati “eccellenti” e sconosciuti tanti dei quali hanno scelto di condividere la propria esperienza anche grazie ai social.
Condividere fa bene
Tutti malati coraggiosi che hanno combattuto la propria lotta alla luce del sole, condividendo vittorie e battute d’arresto. Perché la condivisione fa bene, dicono gli esperti pure difendendo il diritto alla riservatezza di chi invece preferisce nascondere la patologia. Come racconta Il Corriere della Sera, pochi giorni fa Nicola Mendelsohn, 46 anni, top manager di Facebook, ha reso noto il suo tumore, una patologia per cui ancora non esiste cura. «È dura ammettere che ci sono cose che non puoi controllare», ha detto parlando del suo linfoma follicolare attraverso Facebook. E proprio dal social network la manager ha deciso che continuerà ad aggiornare chi la segue.
L’esempio di Emma
Anche Emma Bonino è stata una guerriera che ha scelto di condividere e di raccontare: «Io non sono la mia malattia», aveva dichiarato nel 2015 a proposito di questo «signore» chiamato tumore, «antipatico e maleducato perché non lo avevo invitato ad abitare con me». Si è mostrata durante la sua battaglia con quel turbante in testa a causa della perdita di capelli, quel turbante che, alla fine, è diventato un suo segno identificativo e infatti non lo ha più tolto.
Le foto senza capelli
Anche Lamberto Sposini, mostra su Instagram la sua nuova vita dopo l’ictus del 2011. E poi c’è Shannen Doherty, attrice di un cult generazionale come Beverly Hills 90210, che ha pubblicato le foto della sua lotta contro il tumore. Una testimonianza dalla quale non ha escluso nulla: la paura, il dolore né la sua testa calva. Stessa scelta di un popolare volto tv come quello di Carolyn Smith, ballerina e giudice di Ballando con le stelle. Anche Nadia Toffa ha confessato di portare una parrucca durante la puntata delle Iene che ha visto il suo ritorno. E anche questo coraggio è stato apprezzato dal pubblico.
Dalla diagnosi precoce alla guarigione
Ma, a parte la reazione emotiva e la compassione suscitata dalla condivisione, il servizio più importante che Nadia Toffa ha fatto alla società è stata quella di raccontare come dalla diagnosi precoce, proprio in conseguenza di quel misterioso malore, si sia arrivati a un intervento che ha potuto estirpare il male in modo radicale. Poi la chemio e la radio-terapia per essere sicuri di arrivare a una totale remissione del tumore. Perché la scienza oggi permette questo: la medicina oggi ti salva se fai ciò che i dottori ti dicono di fare. Ecco l’importanza della testimonianza della Iena coraggiosa: no ai santoni, no ai maghi, no ai taumaturgi. Perché se nel giro di due mesi da quello svenimento, Nadia Toffa si è rimessa in piedi e davanti alla telecamera, tanti ce la possono fare.