Obbligo vaccinale rimandato, 'Nostra figlia immunodepressa rischia la vita per un abbraccio”

I coniugi Gentile, genitori di Viola, parlano del trapianto che non permette alla loro figlia di vaccinarsi. Senza l‘immunità di gregge la piccola rischia di ammalarsi

di Redazione

È panico in tante famiglie dopo il rinvio all'anno scolastico 2019- 2020 del divieto di accesso ai servizi educativi per l'infanzia e alle scuole per l'infanzia, dei bambini le cui famiglie non presentino la documentazione comprovante l'avvenuta vaccinazione. Sono le famiglie con bambini immunodepressi ad avere paura e nessuna consolazione arriva dalla decisione della ministra per Salute Giulia Grillo di creare per loro classi di bimbi vaccinati. Insomma i non vaccinati da una parte, quelli immuni insieme agli immunodepressi. Come se i virus non potessero proliferare negli spazi comuni come la mensa, i bagni, i corridoi o le palestre.

La storia della piccola Viola

In rappresentanza di tutte queste famiglie preoccupate, parlano Roberta e Rosario Gentile, genitori di Viola, bambina immunodepressa. Intervistati da La Repubblica, i due hanno espresso il loro sogno di vedere Viola crescere con “una vita normale, o almeno quasi”. Ma Viola è una bimba di tre anni che a 8 mesi ha fatto un trapianto di fegato e in queste condizioni la scuola diventa un miraggio: 'Ecco, io vorrei potercela mandare senza preoccupazioni, e invece adesso un po' di paura ce l'ho', dice la madre Roberta. Che ha 36 anni e fa l'insegnante alle elementari.

I sistemi immunitari più deboli

Spiegano i genitori che la piccola “non potrà fare i vaccini contro morbillo, parotite, rosolia varicella. Per gli altri invece non ci sono problemi e ha già fatto le prime dosi. Non ha frequentato il nido, da settembre inizia direttamente con la materna. L’idea che possano esserci compagni non vaccinati spaventa me e mio marito”, afferma ancora Roberta. La proposta della ministra Grillo, infatti, non li rincuora per niente: “A parte il fatto che si può essere contagiati negli spazi comuni come mensa o palestre, ci infastidisce che si pensi di spostare chi ha problemi di salute per non farlo stare insieme a chi non ha coperture. Già quelli come noi devono affrontare gravi malattie, poi ci ghettizzano, magari spostandoci i figli in un’altra classe l’anno dopo”.

La lettera alla ministra

Ma per la famiglia Gentile c’è pure un altro problema: “La scuola dove è iscritta Viola ha una sola classe di primo anno, con 35 bambini. Che succede nel nostro caso? Non ci possono mica muovere. E se con lei ci sono cinque o sei bambini non vaccinati dove la mettono nostra figlia?” I coniugi Gentile, insieme ad altri genitori di bimbi immunodepressi, hanno scritto una lettere che è diventata una petizione contro la politica del M5s sui vaccini: “Mole persone non sanno cosa vuol dire avere paura che tua figlia abbracci un altro bambino o magari condivida un biscotto”.

Il confronto coi no vax

Ma c’è chi se ne frega e infatti la signora Roberta ha avuto poco piacevoli contatti social con genitori no vax: “Mi hanno detto cose non gradevoli. Un uomo mi ha accusata sostenendo che con il trapianto ho condannato mia figlia a una breve vita di stenti. Ha detto che avrei dovuto seguire delle terapie alternative”. Insomma, quelli a favore della libertà di scelta per i propri figli vorrebbero dire agli altri come curare i propri.
E del resto “se tua figlia è immunodepressa, mica è colpa mia. Io il mio non lo vaccino (commento raccolto su Facebook, ndr)”.