Burioni: 'Il bimbo di 7 anni è morto per il morbillo, non per la leucemia'
Per il medico, noto per i suoi post su Facebook, bisogna fare il vaccino o altri bambini moriranno
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Ha acceso nuove polemiche attorno al vaccino anti morbillo il caso della morte del bambino di 7 anni affetto da leucemia ma deceduto per le complicazioni provocate dalla malattia esantematica. Prima l’accusa ai genitori di non avere vaccinato i fratellini, poi la scoperta che non sono stati loro a contagiarlo. Sulla diatriba interviene ora il dottor Roberto Burioni, il medico che porta avanti da tempo su Facebook la sua battaglia a favore dei vaccini e di un’oggettiva conoscenza scientifica.
Il paradosso di un bimbo leucemico che muore per il morbillo
“E' ora di parlare del bambino morto di morbillo, per fare un poco di chiarezza tra le mille scemenze che si leggono”, esordisce Burioni che poi argomenta così il suo punto di vista:
“1) il bambino è morto di morbillo, non di leucemia. La leucemia infantile qualche tempo fa era una condanna a morte senza appello, ora in oltre il 90% dei casi guarisce completamente. Ho sentito alcuni imbecilli dire 'l'avrebbe ucciso anche un raffreddore'. Non è vero. Non l'avrebbe ucciso un raffreddore, malattia lieve, e da tantissime infezioni l'avremmo potuto difendere con antibiotici e farmaci vari. E' morto di morbillo, malattia grave per la quale non abbiamo una cura. Insomma, questo bambino stava attraversando la strada lentamente con una gamba rotta e le stampelle: qualcuno l'ha investito e ucciso. E' morto per colpa della gamba rotta? Direi di no”.
L’immunità di gregge non è un concetto opinabile
Il medico prosegue poi il suo ragionamento con la metafore dell’incidente stradale: “2) Chi l'ha investito? Il bambino è stato contagiato da un individuo NON VACCINATO. Che si trattasse del fratello, del cugino, del panettiere o dell'amante del nonno poco importa. Era una persona non vaccinata. Proteggere una persona immunodepressa dal morbillo è difficilissimo, in quanto chi ha contratto il morbillo è infettivo anche i due giorni PRIMA dell'insorgere della malattia. Curarla è impossibile: non abbiamo farmaci efficaci. L'unico modo in cui possiamo difendere queste persone è attraverso l'immunità di gregge, che è tanto vera quanto la forza di gravità. Per ultimo, e non vorrei ripeterlo, CHI E' VACCINATO CONTRO IL MORBILLO NON TRASMETTE IL VIRUS. Chi vi dice il contrario è un bugiardo o un somaro (è consentito il cumulo delle cariche) e se vi cita un 'bugiardino' non sa neppure leggere, perché l'unico virus vaccinale tra quelli in uso che in casi rarissimi (cinque casi su 55 milioni di somministrazioni) si può trasmettere è solo quello della varicella”.
Battaglia contro l'oscurantismo
Burioni insiste: “E' il secondo bambino che muore in questo modo negli ultimi tempi. La scienza con i suoi progressi salva dei piccoli dalla leucemia, e questi muoiono di morbillo a causa dell'ignoranza diffusa, dell'egoismo e dell'oscurantismo. Non è tollerabile. Abbiamo un solo modo per evitare l'inevitabile ripetersi di queste tragedie. Alzare la copertura vaccinale in modo tale da ristabilire l'immunità di gregge. Vaccinare tutti i bambini e vaccinare anche gli ex-bambini che, non vaccinati anni fa, sono diventati adulti. I malati di cancro, i bambini troppo piccoli per essere vaccinati, gli adulti che hanno il sistema immune indebolito da malattie o da terapie saranno allora al sicuro. Se questo non avverrà, altri bambini moriranno. Ricordatelo quando vedete in piazza gente che reclama la 'libertà di scelta' sui vaccini. La libertà che invocano è quella di potere fare morire altri bambini. Lo stato non dovrebbe consentirlo e dovrebbe difendere i più deboli e i più sfortunati. In California (lo stato di Rhett Krawit, un bambino guarito dalla leucemia che rischiava la vita a causa dei non vaccinati, nella foto) persone come il bambino di Monza vengono difese, speriamo che accada anche da noi”.