Batteri, tempi di incubazione, vaccini e antibiotici: tutto quello che c’è da sapere sulla meningite

Evitarla è possibile grazie ai vaccini, che però vanno anche ripetuti periodicamente, e gli antibiotici che servono per i casi di emergenza

di Redazione

Saliva, starnuti, baci, scambio di posate, condivisione di alimenti: si trasmette così la meningite batterica, malattia non frequente ma molto aggressiva al punto che una persona su 10 tra chi si ammala, muore e 3 riportano conseguenze permanenti. Evitarla è possibile grazie ai vaccini, che però vanno anche ripetuti periodicamente, e gli antibiotici che servono per i casi di emergenza. Mistero della Salute, Istituto superiore di Sanità e virologi come Fabrizio Pregliasco, ricercatore del Dipartimento Scienze biomediche per la Salute dell'Università di Milano, insistono nell’affermare che non si tratta di un’emergenza ma la paura cresce dopo gli ultimi casi.

Nessun allarme

Per Pregliasco 'c'è una maggiore attenzione da parte dei media per un problema che esisteva e che è stato rilanciato perché c'è stata una situazione particolare in Toscana dal 2015. Una serie di casi nel territorio determinati da particolari situazioni su una variante del meningococco e di un gran numero di portatori sani in questa Regione. Non c'è un allarme perché ci sono circa mille casi all'anno di meningite, soprattutto di problematiche batteriche, con un 10% di mortalità. Ben venga una maggiore informazione perché rilancia la possibilità di ridurre la diffusione di questa malattia attraverso una vaccinazione che, come tutte le vaccinazioni finora era negletta'. Secondo i dati del Ministero della Salute complessivamente 'si sono verificati 1.479 casi di meningite nel 2014, 1.815 nel 2015 e 1.376 nel 2016. Di questi, i casi dovuti a meningo B sono stati rispettivamente 55, 49 e 53. Mentre quelli da meningo C 36,63,57'. Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla meningite.

I batteri

I batteri che provocano la meningite sono il meningococco, il pneumococco e l'emofilo. Albergano nelle alte vie respiratorie (naso e gola), spesso di portatori sani e asintomatici. La presenza non è in sé indice di malattia e la trasmissione avviene da persona a persona attraverso secrezioni respiratorie, ma questi batteri fuori dell'organismo sopravvivono solo per pochi minuti. –

I sintomi

I sintomi sono inizialmente difficili da riconoscere e per questo spesso la diagnosi arriva tardi. Nelle prime 10 ore compare febbre e stato simil influenzale. Successivamente il mal di testa diventa forte, compare rigidità muscolare nella zona del collo e la febbre diventa alta. Dopo circa 20 ore si presentano sintomi gravi come perdita di conoscenza, convulsioni, macchie sul corpo.

Le età più a rischio

Le fasce di età più a rischio di contrarre l'infiammazione della membrana che riveste cervello e midollo (meninge), sono quelle relative a bimbi piccoli e giovani under 25, per via delle maggiori situazioni di socializzazione che favoriscono il contagio.

La prognosi

La prognosi in genere è complicata, soprattutto tra i neonati. Nel 10% dei casi la malattia è rapida e acuta, e porta al decesso in poche ore. Solo il 50-60% guarisce completamente, mentre il 30% sopravvive riportando conseguenze gravi, tali ad esempio da rendere necessarie protesi acustiche o degli arti. Possono riportarsi cicatrici invalidanti e problemi alla vista. –

L'incubazione

L'incubazione dura 10 giorni; nell'ambito di questo periodo si può fare la profilassi, ovvero una terapia antibiotica specifica: più è precoce, maggiori le probabilità che la malattia guarisca. La contagiosità è comunque bassa, e i casi secondari sono rari anche se possono dare origine a focolai epidemici.

I Vaccini

Per evitare la malattia bisogna vaccinarsi, i farmaci sono disponibili per adulti, anziani e bambini. Ci si può vaccinare contro meningite da Haemophilus influenza e di tipo B, per le forme causate dallo pneumococco e dai ceppi A, B, C, Y, W 135 del meningococco. Tra questi ceppi quello più diffuso è il B.