Marianna Pizzolato e il sessismo nel mondo della lirica: "Ecco cosa chiedono solo a noi donne"
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Ci risiamo. La parità di genere continua a essere un miraggio, enunciato e garantito dalle Costituzioni di tutto il mondo, ma solo su carta. Perché, poi, nella realtà la strada per combattere la discriminazione è ancora molto lunga.
L’ultima a denunciare una disparità di trattamento e la sua esclusione in base al peso corporeo è Marianna Pizzolato, mezzosoprano di fama mondiale. In un’intervista a la Stampa la cantante lirica nata a Palermo 43 anni fa ci va giù duro: “Sono in sovrappeso e più di un regista mi ha escluso dal ruolo che avrei dovuto interpretare proprio per questo motivo, dicendolo espressamente”. Non solo. La Pizzolato racconta di essere entrata a far parte di Assolirica con l’obiettivo di tutelare le artiste donne da molestie e disparità.
L'aspetto estetico vale solo per le donne e non per gli uomini
E spiega come il sessismo si esprime anche nella forma più alta del canto: “A volte, per le caratteristiche tecniche della mia voce, mi capita di fare ruoli da uomo. Nel 2003 a Parigi dovevo interpretare il Serse di Händel, ma, quando il regista mi vide, disse: "Farò in modo che tu mi vada bene, ma il tuo collo non è adatto perché non abbastanza longilineo, avrei preferito una figura slanciata". Io all'epoca ero già affermata nel mio lavoro. Più di recente, nel 2015, mi sono trovata in un festival importante italiano: avevo già il contratto di ingaggio, ma il regista me lo fece togliere perché non corrispondevo ai suoi canoni di bellezza. Episodi come questi fanno capire quanto valore eccessivo si dia al fattore estetico, cosa che sembra valere solo per le donne, molto meno per l'uomo".
E continua: "Un maschio in carne va bene, nessuno gli fa osservazione. A una donna no, non si perdona. In più di un teatro europeo mi è capitato di sentire il direttore artistico dire di non volere sul palco taglie oltre la 44. Il body shaming e purtroppo anche le molestie sono fenomeni diffusi nel mondo della lirica”. Naturalmente la Pizzolato va avanti per la sua strada che l’ha appena portata a interpretare Giovanna d'Arco al Rossini Opera festival di Pesaro e che la porterà a ottobre San Carlo di Napoli, con lo Stabat mater di Rossini.
Il ricatto sulla maternità
E cerca anche di mandare avanti la sua famiglia: da tempo ha adottato due bambine siberiane, anche se, denuncia che molte cantanti e direttrici d’orchestra siano sconsigliate dal mettere su famiglia. Insomma, il vergognoso ricatto ” Vuoi fare carriera? Rinuncia alla maternità” è purtroppo ancora molto diffuso. Cinzia Marongiu
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Ci risiamo. La parità di genere continua a essere un miraggio, enunciato e garantito dalle Costituzioni di tutto il mondo, ma solo su carta. Perché, poi, nella realtà la strada per combattere la discriminazione è ancora molto lunga.
L’ultima a denunciare una disparità di trattamento e la sua esclusione in base al peso corporeo è Marianna Pizzolato, mezzosoprano di fama mondiale. In un’intervista a la Stampa la cantante lirica nata a Palermo 43 anni fa ci va giù duro: “Sono in sovrappeso e più di un regista mi ha escluso dal ruolo che avrei dovuto interpretare proprio per questo motivo, dicendolo espressamente”. Non solo. La Pizzolato racconta di essere entrata a far parte di Assolirica con l’obiettivo di tutelare le artiste donne da molestie e disparità.
L'aspetto estetico vale solo per le donne e non per gli uomini
E spiega come il sessismo si esprime anche nella forma più alta del canto: “A volte, per le caratteristiche tecniche della mia voce, mi capita di fare ruoli da uomo. Nel 2003 a Parigi dovevo interpretare il Serse di Händel, ma, quando il regista mi vide, disse: "Farò in modo che tu mi vada bene, ma il tuo collo non è adatto perché non abbastanza longilineo, avrei preferito una figura slanciata". Io all'epoca ero già affermata nel mio lavoro. Più di recente, nel 2015, mi sono trovata in un festival importante italiano: avevo già il contratto di ingaggio, ma il regista me lo fece togliere perché non corrispondevo ai suoi canoni di bellezza. Episodi come questi fanno capire quanto valore eccessivo si dia al fattore estetico, cosa che sembra valere solo per le donne, molto meno per l'uomo".
E continua: "Un maschio in carne va bene, nessuno gli fa osservazione. A una donna no, non si perdona. In più di un teatro europeo mi è capitato di sentire il direttore artistico dire di non volere sul palco taglie oltre la 44. Il body shaming e purtroppo anche le molestie sono fenomeni diffusi nel mondo della lirica”. Naturalmente la Pizzolato va avanti per la sua strada che l’ha appena portata a interpretare Giovanna d'Arco al Rossini Opera festival di Pesaro e che la porterà a ottobre San Carlo di Napoli, con lo Stabat mater di Rossini.
Il ricatto sulla maternità
E cerca anche di mandare avanti la sua famiglia: da tempo ha adottato due bambine siberiane, anche se, denuncia che molte cantanti e direttrici d’orchestra siano sconsigliate dal mettere su famiglia. Insomma, il vergognoso ricatto ” Vuoi fare carriera? Rinuncia alla maternità” è purtroppo ancora molto diffuso. Cinzia Marongiu
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Ci risiamo. La parità di genere continua a essere un miraggio, enunciato e garantito dalle Costituzioni di tutto il mondo, ma solo su carta. Perché, poi, nella realtà la strada per combattere la discriminazione è ancora molto lunga.
L’ultima a denunciare una disparità di trattamento e la sua esclusione in base al peso corporeo è Marianna Pizzolato, mezzosoprano di fama mondiale. In un’intervista a la Stampa la cantante lirica nata a Palermo 43 anni fa ci va giù duro: “Sono in sovrappeso e più di un regista mi ha escluso dal ruolo che avrei dovuto interpretare proprio per questo motivo, dicendolo espressamente”. Non solo. La Pizzolato racconta di essere entrata a far parte di Assolirica con l’obiettivo di tutelare le artiste donne da molestie e disparità.
L'aspetto estetico vale solo per le donne e non per gli uomini
E spiega come il sessismo si esprime anche nella forma più alta del canto: “A volte, per le caratteristiche tecniche della mia voce, mi capita di fare ruoli da uomo. Nel 2003 a Parigi dovevo interpretare il Serse di Händel, ma, quando il regista mi vide, disse: "Farò in modo che tu mi vada bene, ma il tuo collo non è adatto perché non abbastanza longilineo, avrei preferito una figura slanciata". Io all'epoca ero già affermata nel mio lavoro. Più di recente, nel 2015, mi sono trovata in un festival importante italiano: avevo già il contratto di ingaggio, ma il regista me lo fece togliere perché non corrispondevo ai suoi canoni di bellezza. Episodi come questi fanno capire quanto valore eccessivo si dia al fattore estetico, cosa che sembra valere solo per le donne, molto meno per l'uomo".
E continua: "Un maschio in carne va bene, nessuno gli fa osservazione. A una donna no, non si perdona. In più di un teatro europeo mi è capitato di sentire il direttore artistico dire di non volere sul palco taglie oltre la 44. Il body shaming e purtroppo anche le molestie sono fenomeni diffusi nel mondo della lirica”. Naturalmente la Pizzolato va avanti per la sua strada che l’ha appena portata a interpretare Giovanna d'Arco al Rossini Opera festival di Pesaro e che la porterà a ottobre San Carlo di Napoli, con lo Stabat mater di Rossini.
Il ricatto sulla maternità
E cerca anche di mandare avanti la sua famiglia: da tempo ha adottato due bambine siberiane, anche se, denuncia che molte cantanti e direttrici d’orchestra siano sconsigliate dal mettere su famiglia. Insomma, il vergognoso ricatto ” Vuoi fare carriera? Rinuncia alla maternità” è purtroppo ancora molto diffuso. Cinzia Marongiu
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Ci risiamo. La parità di genere continua a essere un miraggio, enunciato e garantito dalle Costituzioni di tutto il mondo, ma solo su carta. Perché, poi, nella realtà la strada per combattere la discriminazione è ancora molto lunga.
L’ultima a denunciare una disparità di trattamento e la sua esclusione in base al peso corporeo è Marianna Pizzolato, mezzosoprano di fama mondiale. In un’intervista a la Stampa la cantante lirica nata a Palermo 43 anni fa ci va giù duro: “Sono in sovrappeso e più di un regista mi ha escluso dal ruolo che avrei dovuto interpretare proprio per questo motivo, dicendolo espressamente”. Non solo. La Pizzolato racconta di essere entrata a far parte di Assolirica con l’obiettivo di tutelare le artiste donne da molestie e disparità.
L'aspetto estetico vale solo per le donne e non per gli uomini
E spiega come il sessismo si esprime anche nella forma più alta del canto: “A volte, per le caratteristiche tecniche della mia voce, mi capita di fare ruoli da uomo. Nel 2003 a Parigi dovevo interpretare il Serse di Händel, ma, quando il regista mi vide, disse: "Farò in modo che tu mi vada bene, ma il tuo collo non è adatto perché non abbastanza longilineo, avrei preferito una figura slanciata". Io all'epoca ero già affermata nel mio lavoro. Più di recente, nel 2015, mi sono trovata in un festival importante italiano: avevo già il contratto di ingaggio, ma il regista me lo fece togliere perché non corrispondevo ai suoi canoni di bellezza. Episodi come questi fanno capire quanto valore eccessivo si dia al fattore estetico, cosa che sembra valere solo per le donne, molto meno per l'uomo".
E continua: "Un maschio in carne va bene, nessuno gli fa osservazione. A una donna no, non si perdona. In più di un teatro europeo mi è capitato di sentire il direttore artistico dire di non volere sul palco taglie oltre la 44. Il body shaming e purtroppo anche le molestie sono fenomeni diffusi nel mondo della lirica”. Naturalmente la Pizzolato va avanti per la sua strada che l’ha appena portata a interpretare Giovanna d'Arco al Rossini Opera festival di Pesaro e che la porterà a ottobre San Carlo di Napoli, con lo Stabat mater di Rossini.
Il ricatto sulla maternità
E cerca anche di mandare avanti la sua famiglia: da tempo ha adottato due bambine siberiane, anche se, denuncia che molte cantanti e direttrici d’orchestra siano sconsigliate dal mettere su famiglia. Insomma, il vergognoso ricatto ” Vuoi fare carriera? Rinuncia alla maternità” è purtroppo ancora molto diffuso. Cinzia Marongiu
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Ci risiamo. La parità di genere continua a essere un miraggio, enunciato e garantito dalle Costituzioni di tutto il mondo, ma solo su carta. Perché, poi, nella realtà la strada per combattere la discriminazione è ancora molto lunga.
L’ultima a denunciare una disparità di trattamento e la sua esclusione in base al peso corporeo è Marianna Pizzolato, mezzosoprano di fama mondiale. In un’intervista a la Stampa la cantante lirica nata a Palermo 43 anni fa ci va giù duro: “Sono in sovrappeso e più di un regista mi ha escluso dal ruolo che avrei dovuto interpretare proprio per questo motivo, dicendolo espressamente”. Non solo. La Pizzolato racconta di essere entrata a far parte di Assolirica con l’obiettivo di tutelare le artiste donne da molestie e disparità.
L'aspetto estetico vale solo per le donne e non per gli uomini
E spiega come il sessismo si esprime anche nella forma più alta del canto: “A volte, per le caratteristiche tecniche della mia voce, mi capita di fare ruoli da uomo. Nel 2003 a Parigi dovevo interpretare il Serse di Händel, ma, quando il regista mi vide, disse: "Farò in modo che tu mi vada bene, ma il tuo collo non è adatto perché non abbastanza longilineo, avrei preferito una figura slanciata". Io all'epoca ero già affermata nel mio lavoro. Più di recente, nel 2015, mi sono trovata in un festival importante italiano: avevo già il contratto di ingaggio, ma il regista me lo fece togliere perché non corrispondevo ai suoi canoni di bellezza. Episodi come questi fanno capire quanto valore eccessivo si dia al fattore estetico, cosa che sembra valere solo per le donne, molto meno per l'uomo".
E continua: "Un maschio in carne va bene, nessuno gli fa osservazione. A una donna no, non si perdona. In più di un teatro europeo mi è capitato di sentire il direttore artistico dire di non volere sul palco taglie oltre la 44. Il body shaming e purtroppo anche le molestie sono fenomeni diffusi nel mondo della lirica”. Naturalmente la Pizzolato va avanti per la sua strada che l’ha appena portata a interpretare Giovanna d'Arco al Rossini Opera festival di Pesaro e che la porterà a ottobre San Carlo di Napoli, con lo Stabat mater di Rossini.
Il ricatto sulla maternità
E cerca anche di mandare avanti la sua famiglia: da tempo ha adottato due bambine siberiane, anche se, denuncia che molte cantanti e direttrici d’orchestra siano sconsigliate dal mettere su famiglia. Insomma, il vergognoso ricatto ” Vuoi fare carriera? Rinuncia alla maternità” è purtroppo ancora molto diffuso. Cinzia Marongiu
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Ci risiamo. La parità di genere continua a essere un miraggio, enunciato e garantito dalle Costituzioni di tutto il mondo, ma solo su carta. Perché, poi, nella realtà la strada per combattere la discriminazione è ancora molto lunga.
L’ultima a denunciare una disparità di trattamento e la sua esclusione in base al peso corporeo è Marianna Pizzolato, mezzosoprano di fama mondiale. In un’intervista a la Stampa la cantante lirica nata a Palermo 43 anni fa ci va giù duro: “Sono in sovrappeso e più di un regista mi ha escluso dal ruolo che avrei dovuto interpretare proprio per questo motivo, dicendolo espressamente”. Non solo. La Pizzolato racconta di essere entrata a far parte di Assolirica con l’obiettivo di tutelare le artiste donne da molestie e disparità.
L'aspetto estetico vale solo per le donne e non per gli uomini
E spiega come il sessismo si esprime anche nella forma più alta del canto: “A volte, per le caratteristiche tecniche della mia voce, mi capita di fare ruoli da uomo. Nel 2003 a Parigi dovevo interpretare il Serse di Händel, ma, quando il regista mi vide, disse: "Farò in modo che tu mi vada bene, ma il tuo collo non è adatto perché non abbastanza longilineo, avrei preferito una figura slanciata". Io all'epoca ero già affermata nel mio lavoro. Più di recente, nel 2015, mi sono trovata in un festival importante italiano: avevo già il contratto di ingaggio, ma il regista me lo fece togliere perché non corrispondevo ai suoi canoni di bellezza. Episodi come questi fanno capire quanto valore eccessivo si dia al fattore estetico, cosa che sembra valere solo per le donne, molto meno per l'uomo".
E continua: "Un maschio in carne va bene, nessuno gli fa osservazione. A una donna no, non si perdona. In più di un teatro europeo mi è capitato di sentire il direttore artistico dire di non volere sul palco taglie oltre la 44. Il body shaming e purtroppo anche le molestie sono fenomeni diffusi nel mondo della lirica”. Naturalmente la Pizzolato va avanti per la sua strada che l’ha appena portata a interpretare Giovanna d'Arco al Rossini Opera festival di Pesaro e che la porterà a ottobre San Carlo di Napoli, con lo Stabat mater di Rossini.
Il ricatto sulla maternità
E cerca anche di mandare avanti la sua famiglia: da tempo ha adottato due bambine siberiane, anche se, denuncia che molte cantanti e direttrici d’orchestra siano sconsigliate dal mettere su famiglia. Insomma, il vergognoso ricatto ” Vuoi fare carriera? Rinuncia alla maternità” è purtroppo ancora molto diffuso. Cinzia Marongiu
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Ci risiamo. La parità di genere continua a essere un miraggio, enunciato e garantito dalle Costituzioni di tutto il mondo, ma solo su carta. Perché, poi, nella realtà la strada per combattere la discriminazione è ancora molto lunga.
L’ultima a denunciare una disparità di trattamento e la sua esclusione in base al peso corporeo è Marianna Pizzolato, mezzosoprano di fama mondiale. In un’intervista a la Stampa la cantante lirica nata a Palermo 43 anni fa ci va giù duro: “Sono in sovrappeso e più di un regista mi ha escluso dal ruolo che avrei dovuto interpretare proprio per questo motivo, dicendolo espressamente”. Non solo. La Pizzolato racconta di essere entrata a far parte di Assolirica con l’obiettivo di tutelare le artiste donne da molestie e disparità.
L'aspetto estetico vale solo per le donne e non per gli uomini
E spiega come il sessismo si esprime anche nella forma più alta del canto: “A volte, per le caratteristiche tecniche della mia voce, mi capita di fare ruoli da uomo. Nel 2003 a Parigi dovevo interpretare il Serse di Händel, ma, quando il regista mi vide, disse: "Farò in modo che tu mi vada bene, ma il tuo collo non è adatto perché non abbastanza longilineo, avrei preferito una figura slanciata". Io all'epoca ero già affermata nel mio lavoro. Più di recente, nel 2015, mi sono trovata in un festival importante italiano: avevo già il contratto di ingaggio, ma il regista me lo fece togliere perché non corrispondevo ai suoi canoni di bellezza. Episodi come questi fanno capire quanto valore eccessivo si dia al fattore estetico, cosa che sembra valere solo per le donne, molto meno per l'uomo".
E continua: "Un maschio in carne va bene, nessuno gli fa osservazione. A una donna no, non si perdona. In più di un teatro europeo mi è capitato di sentire il direttore artistico dire di non volere sul palco taglie oltre la 44. Il body shaming e purtroppo anche le molestie sono fenomeni diffusi nel mondo della lirica”. Naturalmente la Pizzolato va avanti per la sua strada che l’ha appena portata a interpretare Giovanna d'Arco al Rossini Opera festival di Pesaro e che la porterà a ottobre San Carlo di Napoli, con lo Stabat mater di Rossini.
Il ricatto sulla maternità
E cerca anche di mandare avanti la sua famiglia: da tempo ha adottato due bambine siberiane, anche se, denuncia che molte cantanti e direttrici d’orchestra siano sconsigliate dal mettere su famiglia. Insomma, il vergognoso ricatto ” Vuoi fare carriera? Rinuncia alla maternità” è purtroppo ancora molto diffuso. Cinzia Marongiu
Ci risiamo. La parità di genere continua a essere un miraggio, enunciato e garantito dalle Costituzioni di tutto il mondo, ma solo su carta. Perché, poi, nella realtà la strada per combattere la discriminazione è ancora molto lunga.
L’ultima a denunciare una disparità di trattamento e la sua esclusione in base al peso corporeo è Marianna Pizzolato, mezzosoprano di fama mondiale. In un’intervista a la Stampa la cantante lirica nata a Palermo 43 anni fa ci va giù duro: “Sono in sovrappeso e più di un regista mi ha escluso dal ruolo che avrei dovuto interpretare proprio per questo motivo, dicendolo espressamente”. Non solo. La Pizzolato racconta di essere entrata a far parte di Assolirica con l’obiettivo di tutelare le artiste donne da molestie e disparità.
L'aspetto estetico vale solo per le donne e non per gli uomini
E spiega come il sessismo si esprime anche nella forma più alta del canto: “A volte, per le caratteristiche tecniche della mia voce, mi capita di fare ruoli da uomo. Nel 2003 a Parigi dovevo interpretare il Serse di Händel, ma, quando il regista mi vide, disse: "Farò in modo che tu mi vada bene, ma il tuo collo non è adatto perché non abbastanza longilineo, avrei preferito una figura slanciata". Io all'epoca ero già affermata nel mio lavoro. Più di recente, nel 2015, mi sono trovata in un festival importante italiano: avevo già il contratto di ingaggio, ma il regista me lo fece togliere perché non corrispondevo ai suoi canoni di bellezza. Episodi come questi fanno capire quanto valore eccessivo si dia al fattore estetico, cosa che sembra valere solo per le donne, molto meno per l'uomo".
E continua: "Un maschio in carne va bene, nessuno gli fa osservazione. A una donna no, non si perdona. In più di un teatro europeo mi è capitato di sentire il direttore artistico dire di non volere sul palco taglie oltre la 44. Il body shaming e purtroppo anche le molestie sono fenomeni diffusi nel mondo della lirica”. Naturalmente la Pizzolato va avanti per la sua strada che l’ha appena portata a interpretare Giovanna d'Arco al Rossini Opera festival di Pesaro e che la porterà a ottobre San Carlo di Napoli, con lo Stabat mater di Rossini.
Il ricatto sulla maternità
E cerca anche di mandare avanti la sua famiglia: da tempo ha adottato due bambine siberiane, anche se, denuncia che molte cantanti e direttrici d’orchestra siano sconsigliate dal mettere su famiglia. Insomma, il vergognoso ricatto ” Vuoi fare carriera? Rinuncia alla maternità” è purtroppo ancora molto diffuso. Cinzia Marongiu