Addio a Mary Quant, con la minigonna mise su stoffa la liberazione sessuale
Il suo piccolo bazaar di Kings Road divenne un ritrovo per giovani anticonformisti. Poi l'incontro con Twiggy e la consacrazione
Ci ha lasciati Mary Quant, una ragazza ribelle di 93 anni che rimarrà alla Storia per essere stata la stilista a mettere su stoffa la liberazione sessuale. Certo, la prima fu Coco Chanel che diede alle donne la libertà di movimento, abolendo finalmente la tortura dei corsetti, le gonne lunghe da inciampare e le stoffe fastidiose. Liberò il nero dal lutto e lo trasformò nel colore dell'eleganza, dimostrò che anche le femmine avevano il diritto di indossare i pantaloni visto che avevano avuto il dovere di sostituire nei lavori pesanti gli uomini impegnati al fronte nella Grande Guerra. Ed è proprio mentre Chanel in Francia ci rendeva possibile camminare e addirittura correre, che a Londra nel 1934 nasceva la figlia di due insegnanti del Galles.
Il suo negozio a Kings Road un ritrovo per giovani anticonformisti
Si chiamava Mary Quant e già da bambina il suo gioco preferito era cucire abiti per le bambole. La sua prima gonna corta la confezionò per una compagna di scuola che ballava il tip tap. Seguì la sua passione studiando illustrazione alla Goldsmiths di Londra e nel 1955 insieme al marito fotografo Alexander Plunket Greene aprì il suo primo negozio, l'insegna recita Bazaar di Kings Road. Non solo un negozio ma un vero e proprio ritrovo per giovani anticonformisti. Così mentre Vidal Sassoon firmava il famoso caschetto liberando (anche lui) le donne dalla schiavitù dei capelli lunghi, Mary Quant accorciò le gonne. Le sue minigonne partite da un piccolo negozio spopolarono ovunque, diventando motivo tangibile di rottura tra le vecchie e nuove generazioni.
Un esercito di ragazze iniziò a uscire con le gambe scoperte
Era il 1963 quando uscirono i primi modelli sempre più corti. Ma si deve attendere il '66 per vedere la vera minigonna conquistare l'attenzione internazionale. Come? La fortuna di Mary Quant si deve ovviamente al suo talento ma anche all'intuizione geniale del Ginger Group, un happening pionieristico di prêt-à-porter con modelli di vestiario assolutamente anticonformisti. Righe diritte, pochi bottoni e zip cucite in posti dove non lo erano mai state. Ed è così che un esercito di ragazzine iniziarono a uscire di casa con metà coscia scoperta e stivali alti. Fate uno sforzo di immaginazione, contestualizzate il tutto in un'epoca ancora bigotta, patriarcale e paternalistica, con la legge che riconosce il capo famiglia. Per capire che anni erano per quanto concerne i diritti civili sappiate che nel Regno Unito essere omossessuali era ancora punito penalmente.
Twiggy la sua musa e la rivoluzione sociale
Chi era Twiggy? Se si parla di Mary Quant non si può non citare la sua musa che fisicamente, attraverso le foto sulle copertine di mezzo mondo trasformò l'idea bizzarra di una piccola stilista in una rivoluzione sociale, la minigonna diventa un indumento femminista e socialista perché costava poco. Una gonna aveva dato il diritto di scoprirsi e di sentirsi belle senza dover chiedere il permesso o aver paura di essere giudicate. Twiggy che significa grissino era una parrucchiera di 17 anni, il suo vero nome era Leslie Hornby. Viene ricordata perché sarà la prima top model magra (troppo magra, e questo ebbe conseguenze non certo positive nel successivo desiderio assillante femminile di dimagrire tra le nuove generazioni).
Piaceva anche agli uomini
Ma la minigonna aveva fatto un altro miracolo. Piaceva anche agli uomini che smisero di opporsi, anzi ne erano loro stessi entusiasti. Non tutti, i padri non erano d'accordo. Ma i fidanzati sì. Contestualizzando, anche questo aspetto non è certo da sottovalutare. Una nuova generazione di maschi iniziava ad apprezzare l'emancipazione femminile. Mary Quant non è stata solo la mamma della minigonna. Famose sono le sue scarpe e i suoi occhiali, le calze col fiore a cinque petali, l'intimo col logo proprio della Quant. E poi i riconoscimenti. Quant ricevette la prima onorificenza dell’Impero Britannico, quando il primo ministro era il laburista Harold Wilson. Senza Mary Quant saremmo tutte meno libere. Non perché svestirsi sia sinonimo di emancipazione. Ma perché una donna visionaria scelse per altre donne un modo di presentarsi al mondo. Un modo che finalmente avevano scelto loro.