Chat di gruppo dei genitori e registro elettronico a scuola: pro e contro
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(LaPresse) - Con le nuove tecnologie si apre un
dibattito acceso tra genitori e insegnanti sull'uso delle nuove tecnologie, nello
specifico si parla di
registro elettronico e del
dilagare delle chat di gruppo dei genitori. La pietra della discordia è la
responsabilizzazione dei ragazzi: ci si chiede se ingerire nella loro vita scolastica possa turbare
un giusto processo verso l'autonomia sentendosi 'sfiduciati' dalle famiglie con il controllo
diretto su ciò che avviene in classe. Ma qual è la situazione attuale?
Sei istituti su dieci si convertono all'innovazione, lo dicono i dati del Ministero
dell'istruzione, dell'università e della ricerca scientifica, con un doveroso distinguo tra
registro del professore, dove vengono assegnati i voti, e registro di classe, che raccoglie assenze
e presenze degli allievi, del quale si è preferito mantenere una versione doppia. Già a fine 2014
quasi il 60% del cartaceo se n'è andato in pensione. Ma l'informatizzazione degli istituti dipende
in larga parte dalle dotazioni hardware di ciascuna scuola e dalle risorse di cui dispone, quindi
non sembra essere poi così vicino il compimento del processo.
In attesa dei dati aggiornati la polemica sul passaggio dal vecchio al nuovo riempie i blog e
delinea la frattura tra favorevoli (alla comodità dell'immediatezza delle informazioni tra scuola e
famiglia) e contrari, che trovano abominevole il message bombing quotidiano. Giudicandolo
invasivo e deleterio, gli irriducibili del no temono di
perdere la freschezza del dialogo con il proprio figlio. Si chiedono quanto la
scuola stia cedendo nel patto formativo. E intanto cosa dicono gli insegnanti? Parlano di
confusione sul piano della comunicazione e dell'abuso della chat da parte dei gruppi di genitori.
Lamentano gli interventi da parte di quelli più curiosi che nel chiacchiericcio rischiano di
ingigantire anche la minima sciocchezza riportata dai ragazzi.
Partecipare ai gruppi rimane comunque comodo. Davanti al tarlo dei compiti non
scritti correttamente sul diario,
anche i genitori più restii all'uso dei social media si convince. Con
l'informatica diventa agevole crearsi in anticipo un calendario di eventi, organizzare gli
spostamenti, stare dietro alle piccole incombenze del quotidiano. Nessun dubbio sulla validità
della tecnologia di per sé, ma l'esercizio del supervisionare può venire falsato da una password
cambiata o da uno screenshot che riprende il voto di un compagno più bravo. Chi può saperlo? I più
scettici manifestano qualche dubbio in proposito.
A questo punto della situazione cambia il rapporto tra scuola e famiglia, e in parallelo si
scommette su una formula rinnovata di apprendimento tra lavagne multimediali e compiti al computer.
Monitorare a distanza sembra essere un imperativo etico: ci adegueremo proprio tutti per stare al
passo con i tempi?