Balenciaga torna alle origini in cerca di perdono dopo lo scivolone di Natale
La campagna natalizia con bambini e bambine tra oggetti fetish è stata un duro colpo, le scuse non sono bastate
C’è qualcosa che ha sorpreso un po’ tutti dell’ultima sfilata di Balenciaga che ha presentato la collezione autunno/inverno 2023/2024. Balenciaga è scomparso, anzi in qualche modo è tornato. Dismesse felpe e t-shirt, via le scarpe pop che ne hanno fatto il successo commerciale degli ultimi anni, arrivano in passerella abiti e completi dal sapore retrò, castigato e a tratti mortificante. Per certi versi sembra ritornare Cristóbal Balenciaga che con il dito puntato dice a Demna “questa volta hai esagerato”.
IL FALLIMENTO DELLA CAMPAGNA NATALIZIA
L’esagerazione in effetti c’è stata, o meglio l’errore, la leggerezza, l’incomprensibile scivolone mediatico di proporzioni mondiali. Per la capsule collection dedicata ai cotillon natalizi Balenciaga pensa ad una serie di oggetti da far impazzire i fan. Harness e collari dallo stile fatish, piccole sculture, ciotole borchiate e pupazzi BDSM. Per la campagna chiama Gabriele Galimberti, un fotografo pluripremiato per i i suoi reportage. Con “The Ameriguns”, dove fotografa cittadini americani con le loro armi disposte ordinatamente ai piedi, nel 2021 ha vinto il World Press Photo, e con lo stesso inconfondibile stile ha prodotto “Toys Stories”, un viaggio a tratti disperato nelle camerette dei bambini di tutto il mondo con ai piedi i loro giocattoli. Un pugno allo stomaco che urla diseguaglianza.
Dev’essere sembrato geniale a Balenciaga riproporre lo stesso schema, gli oggetti della collezione perfettamente ordinati sui pavimenti della camerette immacolate di bambine e bambini. Esatto, tra perizoma in pelle e oggetti un po’ troppo espliciti, i sorrisi di bambine e bambini. La miccia perfetta per far esplodere un caso. I commenti di fan che si sentono “disturbati dalle foto”, che non capiscono, che non colgono.
Forse in effetti c’era poco da cogliere. Se è vero che nell’arte in qualsiasi declinazione siamo abituati ad immagini altrettanto difficili (le opere immense di Lorenza Battaglia sulle bambine lo dimostrano) se decliniamo lo stesso stile ad una campagna pubblicitaria di prodotti dallo stile BDSM forse il messaggio non funziona più.
Valanghe di scuse, campagna ritirata. Galimberti dichiara: “ho solo fotografato, come accade spesso negli scatti pubblicitari, un set che ho trovato già preparato. Bambini e oggetti non li ho scelti io”.
Tutti si dissociano, tutti si allontano. Rimane un unico colpevole da sacrificare: Demna.
IL COMMENTO DI BATILLA
Commenta su instagram Andre Batilla, esperto di moda e brand storytelling: “Demna ha cancellato in un colpo tutta la sua storia e quella del marchio rendendolo trasparente, inattuale, impoverito e insipido, per dire a tutti che ha sbagliato, che si genuflette, che si prende ogni responsabilità e che preferisce la fustigazione pubblica alla morte. Svuotato di significato, Balenciaga è apparso una sfilza di vestiti già visti che portavano con se un unico messaggio: quello del pentimento”.
Se questa sfilata sarà la morte artistica del grande stilista georgiano Demna Gvasalia ancora non lo sappiamo, sicuramente Balenciaga ci ha voluto dire che qualcosa è cambiato.