Hai amici belli ma vuoti e li invidi? Leggi Thomas Mann: il romanzo per chi si sente anomalo ma è solo più intelligente
Gabriella Carmagnola spiega con quale chiave di lettura avvicinarsi a questa opera del grande autore tedesco
Un’ammirazione malata per gli amici belli, risolti e sereni anche se vuoti e superficiali, un desiderio insano di essere come loro, raccontato, con precisione chirurgica, da Thomas Mann, premio Nobel nel 1929 e molto altro, in Tonio Kroger (Mondadori, 1903, ed. italiana 1945), un capolavoro che in poche pagine resta attaccato alla mente e per sempre.
Mann viviseziona le piccole pieghe dell’anima, l’ammirazione che diventa invidia, la solitudine che cerca conforto proprio in chi non la merita, l’amore per chi non capirà. Quel senso di straniamento di fronte a chi più popolare, chi ha la battuta più pronta, chi ostenta il successo senza pudori, è vissuto dal giovane Tonio che è affascinato da un amico molto più glamour, biondo, bello, che va anche a cavallo mentre lui, schivo e introverso, legge il Don Carlos di Shiller e sa che “se gli accadeva di sbagliare strada era perché per alcuni uomini non esiste una strada giusta.” Tonio sente il contrasto fra le apparenze mondane, che pure lo affascinano, e i valori interiori, che gli appartengono. “Io mi trovo in mezzo a due mondi, senza sentirmi in casa in nessuno di essi, e questo mi procura qualche difficoltà.” Timido e impacciato, fin da ragazzo vorrebbe essere diverso, più ordinario. Sente dentro di sé la missione di dover realizzare uno scopo alto nella vita, sapendo già dall’inizio che è impossibile. “Vedo brulicare ombre di figure umane che fan cenni a me perché le esorcizzi e le redima (…) Ma il mio più fondo e riposto amore va ai biondi, agli occhi azzurrini, ai luminosamente vivi, ai felici, amabili ordinari.” Anche se, Tonio lo sa, “gli occhi azzurini non hanno bisogno di anima.” Dedicato a chi si sente anomalo, e invece è solo più intelligente e sensibile e capisce tutto e prima degli altri.