TikTok la moda social che impazza fra i teenager: la guida per i genitori

Ha un forte appeal, ma bisogna saperlo usare, puntando, ad esempio, sul suo potenziale educativo e creativo. I pericoli della ricerca della viralità

di Stefania Elena Carnemolla

Instagram, TikTok, Reels, Fortnite, Tellonym, Twitch, Discord, YouTube Kids sono gli spazi digitali dei giovanissimi. TikTok, ad esempio, pensato per la creazione e condivisione di video, audio, immagini, proprio perché affollato di giovanissimi, è diventato terra di conquista della politica, che l’ha trasformato in ultima frontiera per la caccia al voto grazie a operazioni-simpatia – l’ultimo a sbarcare su TikTok è stato il presidente francese Emanuel Macron.

Molti utenti di TikTok non sembrano interessati a simili manifestazioni di giovanilismo, con ciò confermando la tendenza a considerare TikTok come uno spazio proprio e talmente da volerlo sottrarre a qualsiasi controllo, facendone ogni uso possibile, anche distorto. Lo ricorda, ad esempio, Alessandra Vitullo, ricercatrice alla Bicocca, nell’ultima edizione del barometro dell’odio di Amnesty International Italia, quest’anno dedicato agli episodi d’intolleranza ai tempi della pandemia: “Risale al 5 dicembre 2020 la prima maxi-rissa che in questo periodo di pandemia ha visto coinvolte decine di minorenni. Si erano dati appuntamento al Pincio a Roma, dopo essersi organizzati online tramite piattaforme come TikTok, Telegram e Tellonym. Il motivo scatenante sembra essere stato il litigio tra due ragazze, il quale ha dato il via alla formazione di fazioni avversarie sui vari social, che hanno deciso di regolare i conti offline. Anche il momento dello scontro, ovviamente, è stato ripreso dai partecipanti, diventando una tendenza su alcune piattaforme. Su TikTok, l’hashtag #rissapincio è arrivato ad avere migliaia di visualizzazioni, inaugurando una tendenza che sembra essere stata seguita nelle stesse modalità anche dalle risse che si sono registrate successivamente in Campo Bella Vienna, a Venezia, sul lungomare di Gaeta, a San Benedetto del Tronto, a Castellammare di Stabia, fino alle più recenti di Gallarate e Bollate. A questi pomeriggi di violenza generalmente partecipano ragazzi tra i 12 e 18 anni al massimo, che si organizzano sempre online, comunicando con stories private che scadono dopo 24 ore, utilizzando linguaggi e hashtag in codice – riconoscibili solo da loro – e saltando velocemente da una piattaforma all’altra, restando anonimi, ma riuscendo a scambiare comunque informazioni dettagliate, utili per i loro raduni”.

EMULAZIONE

Un altro rischio è il potere di emulazione di figure come quelle di youtuber, influencer, tikotoker. Di questo parla, ad esempio, nel trattare dei rischi in rete, un documento (Doc. XVII-bis n. 4) della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, a conclusione di un’indagine conoscitiva sulle forme di violenza fra i minori e ai danni di bambini e adolescenti e approvato il 18 novembre 2020: “In primo luogo” si legge nel documento “è evidente il forte potere di emulazione esercitato dai contenuti, soprattutto video, diffusi in ambienti tecnologici. In questi ambienti che prendono la forma di canali, collegamenti, app, contatti gli adolescenti si incontrano virtualmente e dialogano da soli, lontani dal controllo degli adulti. Il web diventa per gli adolescenti anche il principale strumento per sfogare la voglia di ribellione che connota proprio questa fase dello sviluppo. Il carattere a-fisico e fondamentalmente a-territoriale della rete consente ai giovani di intrattenere rapporti e di scambiare esperienze con coetanei anche lontani e mai conosciuti personalmente. La rete da questo punto di vista ha ampliato le possibilità di conoscenza rispetto al tradizionale mondo fisico. Youtuber, influencer, tiktoker diventano così non solo amici ma anche modelli da seguire. Modelli che condizionano gusti e preferenze. Modelli che dettano veri e propri stili di vita. Modelli sempre più visivi e sempre meno di contenuti. Si tratta di una vita sociale che il minore conduce tenendo il più delle volte completamente fuori gli adulti, i genitori in primo luogo”.

BAMBINI NELLA RETE

Un altro aspetto riguarda l’uso di TikTok, nonostante sia vietato, anche da parte di bambini di un’età compresa fra i 6 e i 10 anni. Lo rivela un’indagine sui rischi e le opportunità del web condotta dal Moige, il movimento italiano genitori, in collaborazione con l’ Istituto Piepoli. Alla domanda a quale social sei iscritto? il 62% degli intervistati ha risposto TikTok, con il 69% femmine e il 49% dei maschi. È emerso che il 13% di chi ha dichiarato di usare TikTok frequenta le scuole elementari, il 60% le scuole medie inferiori, il 71% quelle medie superiori. L’altro dato riguarda l’età: il 17% sono utenti dai 6 ai 10 anni, il 64% dagli 11 ai 14 anni, il 70%, infine, utenti dai 15 ai 20 anni.

GUIDA PER GENITORI

A TikTok ha dedicato una guida l’ Unione Nazionale Consumatori, cui ha collaborato la dottoressa Maura Manca, psicologa clinica e psicoterapeuta, nonché presidentessa dell’ Osservatorio Nazionale Adolescenza. La guida è stata pensata per i genitori, per aiutarli ad “orientarsi in un mondo digitale popolato dai giovanissimi e che può apparire spesso incomprensibile”.

La guida porta avanti un discorso sull’uso costruttivo di TikTok, considerato, nel caso specifico, con tutte le sue potenzialità di canale espressivo-creativo ed educativo: “Per sfruttare gli aspetti positivi” spiega la dottoressa Manca “un genitore deve insegnare al figlio che non si deve agire in funzione degli altri, della loro approvazione, della ricerca quasi ossessiva della popolarità, delle visualizzazioni e del successo facile”. In poche parole: non inseguire la viralità, figlia di una visione distorta che si ha del mezzo, che porta a qualunque cosa pur di dimostrare qualcosa a qualcuno. Come sintetizza la guida ciò che nuoce non è il corretto utilizzo, quanto l’abuso e un uso cattivo, con i genitori chiamati a fare da filtro. Nel fare da filtro, spiega la dottoressa Manca, i genitori possono utilizzare gli strumenti messi a disposizione dalla piattaforma per monitorare le attività dei figli senza privarli del loro spazio e della loro libertà di azione; possono aiutare a selezionare contenuti e modalità di interazione; possono insegnare ai propri figli l’importanza del pensiero critico in rete per “individuare eventuali abbagli e criticità e essere meno condizionabili, perché in mezzo a tutti gli stimoli e informazioni positive si nascondono tanti link e notizie strumentalizzate, fuorvianti e condizionanti”.

Per aiutare i genitori a muoversi all’interno del mondo di TikTok la guida contiene un decalogo, che presentiamo qui di seguito.

ABBIAMO PARLATO DI

Università degli Studi di Milano-Bicocca Website | Twitter | Facebook | Instagram | YouTube | LinkedIn

Amnesty International Italia Website | Twitter | Facebook | Instagram | YouTube

Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza Scheda

Tra digitale e cyber risk. Rischi e opportunità del web Indagine

Moige – Movimento Italiano Genitori Website | Twitter | Facebook | Instagram | YouTube | LinkedIn

Istituto Piepoli Website | Twitter | Facebook | Instagram | LinkedIn

Unione Nazionale dei Consumatori Website | Twitter | Facebook | Instagram | YouTube | LinkedIn

Osservatorio Nazionale Adolescenze Facebook