"Siamo tutti Madame Bovary". E noi di Milleunadonna siamo 'genitori' di questo prezioso libro "senza pudore"
È nelle pagine del nostro sito che questo libro ha preso forma prima di spiccare il volo nelle librerie. A scriverlo è Gabriella Carmagnola, autrice di una rubrica che ci rivela quanto i classici sappiano parlarci perché "la grande letteratura non conosce il pudore"

Si intitola “Siamo tutti Madame Bovary” ed è un piccolo preziosissimo libro di cui noi di Milleunadonna ci sentiamo un po’ genitori. Perché è proprio nelle pagine del nostro sito che questo libro ha preso forma e peso prima di spiccare il volo nelle librerie italiane. A scriverlo è la scrittrice Gabriella Carmagnola, nostra collaboratrice per una rubrica letteraria (leggi qui) che anziché recensire i libri appena pubblicati, si occupa di raccontare i grandi classici della letteratura mondiale e soprattutto di decifrarne il senso e la lezione che ognuno di noi a distanza di tanti anni può trarre da quei romanzi. Ora tutti quegli articoli più altri stilati ex novo fanno parte di “Siamo tutti Madame Bovary”, un viaggio attraverso 50 gemme della letteratura partendo da un assunto che in qualche modo ci spiega come e perché tutti noi possiamo riconoscerci in quei personaggi: “La grande letteratura non conosce il pudore”.
La grande letteratura non conosce il pudore
Ed è proprio mettendosi a nudo e scoperchiando le parti più intime, i pensieri scabrosi, le zone d’ombra, le debolezze inconfessabili, le emozioni proibite che quei romanzi riescono a farsi specchio del nostro animo e ci risultano così vicini, al punto da saperci parlare come vecchi amici. Una sensazione che la stessa Gabriella Carmagnola conosce e spiega molto bene nella prefazione: “Quando finii di leggere “Alla ricerca del tempo perduto” era dicembre e per un momento pensai che avrei voluto mandare un biglietto di auguri a Proust. Avevo la sensazione quasi fisica che fosse con me, forse in un’altra città ma che, come con un amico, potessi mantenermi in contato con lui . In fondo eravamo stati insieme per così tanti mesi. Gli ero grata, così come sono grata agli autori di questi libri. Con le loro opere mi hanno offerto qualcosa di loro, del loro ingegno, che mi ha cambiata, credo in meglio. Perché il rapporto con un romanzo è un rapporto intimo, che entra nella sfera dell’esclusivo, quasi come i rapporti carnali, in un senso profondo. È un rapporto a due. Irripetibile”.
Quegli amici che non sapevamo di avere
E così con una capacità di sintesi pari all’acume nel riuscire a cogliere il senso estremo di una storia, anche la più intricata e apparentemente lontana da noi, Carmagnola ci prende per mano e ci porta a indagare i sentimenti più ancestrali: il senso di colpa nei “Fratelli Karamazov” di Dostojevsky, l’opportunismo degli arrampicatori sociali, che purtroppo non passano mai di moda, nel “Bel Ami” di Maupassant, il tradimento più difficile da digerire in “Le braci” di Sandor Marai, le passioni e i tormenti in “Madame Bovary” di Flaubert e ovviamente il valore del tempo, merce rara e sempre più cara ai nostri giorni, in “Alla ricerca del tempo perduto”. Consapevoli come lo era Proust che entrare in contatto con ciò che siamo stati, anche solo per un attimo, è uno dei più grandi regali che la vita può farci, prima di ricordarci che il tempo ci segna inesorabilmente. E che è normale che sia così.