Perché tutti vorremmo essere Dorian Gray ma senza vendere l’anima al diavolo
Il capolavoro di Oscar Wilde nella recensione di Gabriella Carmagnola che mette in luce gli aspetti più brillanti di questo classico della letteratura mondiale
E’ la prima star del nostro tempo, prima di ogni influencer e ricerca di like. “Il ritratto di Dorian Gray” (1890, Mondadori) è un capolavoro della letteratura inglese scritto alla fine dell’800 ma più attuale che mai. Ci dice la verità: cercare di essere giovani e belli per sempre e anche glamour, è doloroso e porta al disastro. Il romanzo è una fiaba nera che ci affascina ancora. Dorian Gray si ripete quella domanda: “Ora, ovunque andiate, voi incantate il mondo. Sarà sempre così?”. Decide allora di lasciarsi alle spalle la sua ingenuità e scende a patti con il diavolo. L’accordo è chiaro: lui resterà bello per sempre, e quindi ammirato. E a invecchiare sarà il suo ritratto, chiuso in soffitta, coperto da un telo. Ma il gioco non regge: il quadro invecchia, imbruttisce ogni giorno e Dorian non lo può sopportare: il suo ritratto è segnato dal tempo e dai crimini, dal male che lui stesso ha fatto.
Non lo può sopportare: vive inseguendo bellezza, sensualità e piacere. Squarcia il quadro, e arriva il disastro. Wilde conosce la regola che governa ancora oggi la mondanità, la politica e i social: “Al mondo esiste una sola cosa peggiore dell'essere oggetto di conversazione, ed è il non essere oggetto di conversazione.” Ma sa anche che così facendo la nostra anima autentica, alla fine inaridisce e scompare. Wilde racconta la sua visione del mondo senza moralismi, lucida e anche cinica, con aforismi spietati: “Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni”.
Oppure: “Un amico è qualcuno che ti conosce molto bene e, nonostante questo, continua a frequentarti”. Ne hanno tratto un paio di film, di cui il più recente con Ben Barnes, da non vedere, un film horror per i teenegers. Oscar Wilde, già scrittore famoso, è stato messo in galera perché omosessuale. E’ stato il primo scrittore al mondo a fare coming out. Con la sua penna al veleno, sa che: “I libri che il mondo chiama immorali sono quelli che rivelano al mondo la sua vergogna.” Le idee che dicono il vero spesso fanno troppa paura.