Proteggere con il bel tempo cani e gatti contro pulci, zecche, zanzare, pappataci
Con il caldo gli amici a quattro zampe trascorrono più tempo all’aperto, dove non mancano le insidie. Un aiuto sono allora i trattamenti antiparassitari
Con la bella stagione, complice anche la vita all’aria aperta, cani e gatti sono presi d’assalto da pulci, zanzare, zecche, pappataci, che con i loro morsi e punture possono causare anche gravi malattie. Soluzioni contro questi ospiti indesiderati sono allora gli antiparassitari: collari, lozioni, spray, compresse, shampoo, sciroppi, spot-on o pipette. Gli antiparassitari sono generalmente a base di quattro principi attivi: fipronil contro pulci, zecche, pidocchi; permetrina contro pulci, zecche, pidocchi, zanzare; imidacloprid, in combinazione con il fibronil, contro flebotomi, mosche, zanzare, pulci, zecche, pidocchi; la deltametrina, efficace contro le zanzare. Per la cura del mantello di cani e gatti indicati sono, invece, spazzole e pettini di metallo.
FILARIOSI
Cani e gatti possono venire colpiti da filariosi, una malattia parassitaria il cui vettore è la Aedes albopictus, la zanzara tigre. C’è la filiariosi cardiopolmonare, dovuta al parassita Dirofilaria immitis, e quella sottocutanea, dovuta, invece, al parassita Dirofilaria repens. Questi parassiti, che sono vermi di colore bianco, vengono trasmessi dalla zanzara con la puntura. A pungere sono le femmine, che vanno a caccia di sangue, ch’è pieno di sostanze nutritive utili al tuorlo delle uova e importanti per la loro maturazione. Avvistata la preda, le femmine penetrano con la loro proboscide i capillari ematici: una piccola macchina succhiasangue che la natura ha dotato di una sostanza anticoagulante, che le zanzare femmina iniettano prima di consumare il loro pasto di sangue. È proprio questa sostanza a causare irritazione e bruciore ed è attraverso la saliva che le zanzare infette trasmettono virus o parassiti.
LEISHMANIOSI
Un’altra malattia che può colpire cani e gatti è la leishmaniosi, causata dal parassita Leishmania infantum, un protozoo che ha come vettore il flebotomo o pappatacio. Il pappatacio, spiega il Ministero della Salute, è un piccolo insetto dal “volo silenzioso” e dalle punture “particolarmente fastidiose e irritanti”. A digiuno è facilmente riconoscibile grazie al caratteristico color sabbia. A pungere è la femmina infetta, bisognosa di sangue per le sue uova. I pappataci sono attivi con l’arrivo del crepuscolo, tanto che di notte è consigliabile far dormire gli animali al coperto, in casa.
Per prevenire la leishmaniosi, ad esempio nei cani, lo Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie consiglia l’uso di spray, spot-on, collari: “Formulazioni spray: attivi per 1-2 settimane al massimo, da utilizzare se si porta il cane in zone con leishmaniosi canina per un breve periodo (anche solo una giornata). Il prodotto va spruzzato su tutto il corpo dell’animale facendo attenzione agli occhi. L’attività repellente è immediata. Formulazioni spot-on: attivi per 3 settimane, consigliati se si porta il cane ad esempio in vacanza in zone con leishmania, oppure come trattamento di routine, da ripetere ogni mese. Vanno somministrati una settimana prima della partenza applicando il prodotto sulla cute dell’animale lungo il dorso o a livello interscapolare a seconda delle indicazioni riportate sulla confezione. Collari: attivi contro i flebotomi da 4 a 8 mesi. Sono consigliati per cani che vivono all’aperto, anche di notte, o in un’area endemica per leishmania. Il collare va applicato da 2 a 10 giorni (a seconda del tipo di collare) prima dell’introduzione del soggetto in area endemica e utilizzato e sostituito secondo le indicazioni della casa produttrice per essere sicuri del mantenimento dell’efficacia”.
PULCI
Si chiama Ctenocephalides felis felis, pulce del gatto, ed è un parassita dalle zampe estremamente lunghe, con cui salta con facilità, che può anche attaccare cani e altri mammiferi. Come si comporta? “Le pulci adulte” spiega l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie “vivono e si accoppiano sull’ospite, mentre le uova cadono a terra. Qui si schiudono liberando le larve che trovano il loro ambiente ideale nei tessuti, nella moquette e nei tappeti. Le larve si nutrono degli escrementi delle pulci adulte che cadono dall’ospite e di altri materiali organici. Il ciclo dura 2-3 settimane. Gli adulti possono resistere a brevi digiuni. Difficilmente passano da un animale all’altro”.
Le pulci possono veicolare malattie batteriche e parassitarie. Con la loro saliva possono, ad esempio, provocare dermatita allergica, che costringe gli animali a grattarsi e a mordersi in continuazione a causa del prurito, da qui le gravi lesioni. Le pulci possono anche provocare parassitosi intestinali, nonché bartonellosi, infezione causata dal batterio Bartonella, di cui la pulce è vettore. Contro le pulci si possono utilizzare gocce, collari, pastiglie per uso orale, mentre i pettini in metallo aiuteranno a rimuoverle dal mantello dell’animale.
ZECCHE
Le zecche non sono pericolose solo per l’uomo ma anche per gli animali. Ci sono le zecche morbide, gli argasidi, che parassitano in particolare gli uccelli, e le zecche dure, ixodidi, che prediligono i vertebrati, tra cui i mammiferi. Tra le zecche dure le più comuni sono il Dermacentor marginatus, lo Hyaloma marginatum, lo Ixodes ricinus o zecca dei boschi e il Rhipicephalus sanguineus o zecca bruna del cane.
Alcune zecche dure possono infestare cani e gatti, nutrendosi del loro sangue, dopo aver attaccato testa, collo, torace, ascelle, inguine. Nell’atto di succhiare, con il loro morso posono trasmettere batteri e protozooi, causando, a seconda, hepatozoonosi, ehrlichiosi, rickettsiosi, babebiosi. L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie spiega, ad esempio, come proteggere i cani dalle zecche: “I cani che hanno abitudini a rischio (frequentazione di ambienti esterni, passeggiate nei boschi, nei parchi, eccetera) dovrebbero essere trattati con antiparassitari efficaci contro le zecche almeno una settimana prima dell’inizio della stagione a rischio (quando sono attive le zecche), fino all’inizio dell’inverno, ovvero da fine febbraio a fine ottobre, a seconda delle zone. Esistono diversi formulati sia topici (da applicare sulla cute come spray, spot-on, collari) sia sistemici (esempio compresse masticabili) tutti efficaci se utilizzati secondo le indicazioni. Leggere sempre bene l’etichetta del prodotto e prestare particolare attenzione ai tempi di efficacia del prodotto (da poche settimane a svariati mesi). Si possono trattare anche gli ambienti frequentati dal cane con specifiche formulazioni acaricide ad uso ambientale e pulizia accurata”.
Per rimuovere le zecche si possono, invece, utilizzare delle speciali pinzette, con cui estrarre completamente l’artropodo dal corpo dell’animale, evitando che il rostro, cioè, la testa possa rimanere sottopelle, con il rischio di scatenare infezioni. Le zecche, infatti, non vanno mai schiacciate, per evitare la fuoriuscita di materiale infetto, né vanno utilizzati petrolio, oli, alcool, vaselina. Se l’animale è stato infestato in maniera massiccia si può, invece, ricorrere a un antiparassitario spray ad effetto rapido.
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