Il film sulla Prima guerra mondiale, maestoso e assordante, è candidato a 9 Oscar: ecco il libro da cui è tratto"
Gabriella Carmagnola ci invita alla lettura del famoso romanzo autobiografico di Erich Maria Remarque
Sta arrivando a Hollywod, alla serata degli Oscar, carico di 9 candidature. Film maestoso, assordante per le immagini e i suoni che vorremmo non fossero veri. Invece succede proprio così. Però leggete il libro, dice ancora di più. Nel film vedi distinto ogni dettaglio atroce, e così deve essere, perché la guerra è questa, se non lo hai ancora capito.
Ma il libro racconta ancora di più. Rapisce e commuove, prende lo stomaco e lo stringe, lascia attoniti, sbalorditi, muti. “Niente di nuovo sul fronte occidentale”, il romanzo autobiografico di Erich Maria Remarque, soldato tedesco durante la prima guerra mondiale, è stato e resta uno dei maggiori capolavori mai scritti contro la guerra. Pubblicato per la prima volta in Germania nel 1929, venne bruciato nel 1933 dai nazisti, insieme a tutte le sue opere (in Italia, prima edizione nel 1931, Mondadori; adesso Neri Pozza Editore).
Un libro che ancora oggi ci parla e stride forte, anche sulla piaga che abbiamo sul fianco, tra Russia e Ucraina, che non ci piace vedere.
Nel romanzo assistiamo con Paul, l’io narrante, e i suoi compagni, ragazzi di 18 anni, alla loro grande disillusione: non sono affatto “la gioventù di ferro chiamata a difendere la Germania”, come raccontava la propaganda. “Non siamo più spensierati, ma atrocemente indifferenti”. E noi lettori partecipiamo alla sofferenza, al freddo, alla fame, del corpo e anche dell’anima. “Il silenzio fa sì che le immagini del passato non suscitino desideri ma tristezza, una enorme e sconsolata malinconia.” E’ un libro anche intimo, di resistenza e disperazione interiore. Quali pensieri ha un ragazzo che vive per combattere, salvare la pelle e riuscire a mangiare? Alla fine l’ultimo degli amici di Paul muore il giorno prima della fine della guerra, per un pollo rubato. E quando Paul pugnala a morte un francese che lo ha colpito, poi lo vede agonizzante, lo guarda negli occhi e cerca di salvarlo. Loro due sono simili, lo capisce così.
“Io sono giovane, ho vent'anni, ma della vita non conosco altro che la disperazione, la morte, il terrore, e la insensata superficialità unita a un abisso di sofferenze. Io vedo dei popoli spinti l’uno contro l’altro, e che senza una parola, inconsciamente, stupidamente, in una incolpevole obbedienza si uccidono a vicenda. Io vedo i più acuti intelletti del mondo inventare armi e parole perché tutto questo si perfezioni e duri più a lungo. E con me lo vedono tutti gli altri uomini della mia età, da questa parte e da quell'altra del fronte, in tutto il mondo.” Ecco perché è un libro da leggere