La straordinaria storia di Sister Blandina, la suora femminista e rivoluzionaria che dall’Italia arrivò al nel Far West
Partita da un paesino sperduto della Valfontanabuona che si chiama Cicagna, e che è arrivata fino al Far West dove ha difeso le donne dei bordelli e i diritti degli Apache. Ma tutta la sua vita è stata una magnifica avventura
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In qualche modo, la versione al maschile della protagonista di questa storia è Amadeo Peter Giannini, l’uomo che partì da Favale di Malvaro e che, filantropo e finanziatore di moltissimi immigrati che avevano bisogno e di artisti geniali, da Frank Capra e Walt Disney, fondò la Banca d’America e d’Italia e fu l’ancora di salvezza per tantissimi italiani, irlandesi e chiunque avesse bisogno. Una storia bellissima che racconteremo e che fra poco arriverà anche in televisione.
Sister Blandina
Insomma, fra Favale di Malvaro e Cicagna ci sono nove chilometri e tredici minuti, passando per la strada provinciale 23 in Valfrontanabuona, nell’entroterra sopra Chiavari, in provincia di Genova.
E se Amadeo veniva da Favale, da Cicagna viene sister Blandina che non so se possa considerarsi a pieno titolo l’inventrice del femminismo, ma certamente era una tostissima.
Una che era oltre, sempre.
Partita da un paesino sperduto della Valfontanabuona, che si chiama per l’appunto Cicagna, e che è arrivata nel Far West.
E, prima ancora di raccontarvi i particolari biografici, in questa storia mi piace elencare alcuni episodi straordinari che raccontano meglio di ogni cosa la straordinarietà di questa donna.
Donna, prima che suora
E così nello straordinario racconto di Massimo Minella e Danila Suzzi, i due scrittori che hanno scovato ogni episodio, grandi raccontatori di storie, è possibile incontrare personaggi come Pat Garret e Billy the Kid, che abbiamo iniziato ad amare quando eravamo ragazzi al cinema, ma anche Geronimo e gli Apache dei cui diritti Blandina fu una paladina ante litteram, prima che diventasse di moda esserlo, prima che facesse curriculum.
No, la difesa degli indiani da parte di Blandina è assolutamente vera e sincera, non modaiola, né ideologica, ma fortemente basata sui fatti, sulla concretezza, sul buonsenso.
E tutta la sua vita è cosi, fin da quando le dicono che sarà destinata a Trinidad - e già lei favoleggia sui Caraibi e amene località - e invece “quella” Trinidad è un centro minerario di quello che diventerà il Far West.
E lì Blandina si inventa la scuola cattolica, non per indottrinare, ma per dare istruzione a ragazzi che rischiavano di non averla, dà anche lezioni di economia domestica, insegnando a cucinare alle donne.
Non ha paura ad entrare in un bordello, né ad essere in prima fila ad aiutare ragazze madri immigrate italiane, quando Ellis Island era la ventunesima regione del nostro Paese e peraltro una delle più abitate.
Insomma, come un don Milani ante litteram, suor Blandina si chiede a che serva avere le mani pulite se si tengono in tasca, e lei in tasca non le tiene praticamente mai.
A un certo punto, salva un killer che quattro medici si rifiutano di curare. Ma, al momento in cui lui vuole vendicarsi sui medici, lo prende e gli dice: ”Io ti ho salvato, ti ricordi che mi avevi promesso che saresti stato grato?”. E lui: “Certamente sì, farei tutto per te”. Controrisposta di Blandina che è sempre avanti: “Benissimo, allora salva la vita ai quattro medici”. Fatto.
In Ohio apre il primo centro pediatrico con la distruzione di latte e poi decide di costruire una scuola, ma nessuno la asseconda. A questo punto è lei direttamente a salire sul tetto con un martello e fa un tale baccano ed attira una tale attenzione che nessuno si sottrae più, nemmeno il vescovo.
E poi Blandina è la prima mediatrice culturale della storia, la prima Italo americana a scrivere un libro in inglese, la prima a lanciare raccolte di fondi, la prima a lottare contro la prostituzione, salvando donne dal linciaggio.
La suora più veloce del West
Negli anni Sessanta la CBS le dedica un programma televisivo e “la suora più veloce del West “ diventa anche un personaggio a fumetti ed è citata nelle raccolte di figurine.
Del resto, è stata la prima a lottare perché gli indiani restassero padroni delle loro terre, un secolo prima di tanti altri. E nel 2014, la diocesi di Santa Fè inizia le procedure per dichiararla serva di Dio.
Una storia bellissima, che è bello leggere anche attraverso i documenti storici e le note biografiche ufficiali di Minella e Suzzi, splendidi autori e interpreti perché ci mettono il cuore dentro: “Il vero nome di Sister Blandina è Maria Rosa Segale. Ha solo quattro anni quando, alla metà dell’Ottocento, insieme alla sua famiglia emigra negli Stati Uniti. Lascia per sempre la sua casa di Cicagna e raggiunge il porto di Genova per affrontare un lungo viaggio che la porterà fino a Cincinnati, in Ohio. Qui conoscerà le Suore della Carità e si unirà a loro.
Maria Rosa diventerà Suor Blandina e a ventidue anni partirà sola, attraversando gli Stati Uniti, in un’avventura che la condurrà fino al lontano e selvaggio ovest del Paese, il Far West. Una scelta progressista, rivoluzionaria, di emancipazione femminile per compiere la propria missione sempre dalla parte degli ultimi e di chi vive ai margini della società statunitense, immigrati, ispanici, indiani, fuorilegge. Tra le prime a porre la questione dei nativi americani, Suor Blandina è venerata Stati Uniti, Paese che le ha dedicato libri, fumetti e serie televisive. Suor Blandina è Serva di Dio dal 2014 ed in corso la sua causa di beatificazione”.
Insomma, questa di “Sister Blandina. Le avventure di una suora dalla Liguria al Far West” è una storia bellissima che i due giornalisti, scrittori e storici Massimo Minella e Danila Suzzi insieme al polistrumenista Edmondo Romano, che suona dal vivo decine di strumenti con cui esegue tutte le musiche storiche del West, a partire dallo scacciapensieri che è l’intuizione di Ennio Morricone e Sergio Leone. E il racconto sulla suora nata a Cicagna e divenuta famosa nel Far West, così prodiga con gli ultimi da essere diventata oggetto del processo di canonizzazione tuttora in corso, arriva in posti bellissimi, scelti da Sergio Maifredi e dal suo Teatro Pubblico Ligure: ad esempio, al Festival degli Scali a Mare di Pieve Ligure, un Festival che va in scena sugli Scali che sono tre grandi scogli e diventano contemporaneamente palco e platea, con sullo sfondo traghetti pavesati, navi da crociera, barchette dei pescatori, gozzetti e lampare. Insomma, in questo caso, lo Scalo Demola.
E poi, ancora, all’interno degli spettacoli voluti dal bando del ministero della Cultura per le periferie, dove sister Blandina ci sta benissimo, lei è una delle protagoniste di “Pellegrinaggi metropolitani. Passi, parole e musica per rammendare i margini”: è andato in scena nella Chiesa di San Pietro a Prà , l'edificio storico più antico esistente nella delegazione che ospita il Porto di Genova: il campanile romanico di San Pietro risale al 1134, fatto costruire dal console genovese Ansaldo Malone, che possedeva terreni e case rurali proprio a Prà.
E, in qualche modo, anche con la dichiarazione programmatica di Minella, Suzzi e Maifredi di voler far conoscere finalmente la storia di Sister Blandina anche in Italia, il fatto che vada in scena con le navi ed il porto sullo sfondo, è quasi la chiusura di un cerchio.
Da qui siamo partiti per cercare fortuna e lamerica, scritto così, tutto attaccato.
Dovremmo ricordarcene ogni giorno.