Jon Fosse vince il Nobel ma il suo libro più importante non ha neanche un punto in 360 pagine
Il norvegese Jon Fosse in Italia era sconosciuto. "L’altro nome" è fra le sue opere più note: ecco la recensione di Gabriella Carmagnola
“Per le sue opere teatrali e di prosa innovative che danno voce all’indicibile”. Con queste motivazioni è stato assegnato il Premio Nobel 2023 a Jon Fosse, norvegese, drammaturgo e romanziere: letteratura alta e coraggiosa che attraverso le parole insegue il silenzio, ciò che non è spiegabile né nominabile. Fosse ha anche Samuel Beckett come riferimento. “Per me scrivere è come pregare”, e lo dimostra con la sua preghiera laica e poetica.
Chi è Jon Fosse
Poco conosciuto in Italia, è considerato un gigante, i suoi libri sono stati tradotti nel mondo in 40 lingue. Nato nel 1959 a Haugesund, villaggio della costa occidentale norvegese, è cresciuto a Strandebarm, sul fiordo di Hardanger.
Cosa ha scritto è Jon Fosse
Nel romanzo “L’altro nome – Settologia I-II” (La nave di Teseo, 2021) si impone il silenzio delle terre della Norvegia, gli spazi infiniti, fuori e anche dentro. Il protagonista è un pittore di mezza età, Asle, vedovo, ex bevitore, con la sola amicizia di un vicino pescatore e di un altro Asle, anche lui pittore solitario, il suo doppio, ma ancora piegato dall’alcol. Rimandi continui fra i due Asle, gioco di specchi interiore, flusso di pensieri e di coscienza, mai un punto, soltanto virgole per 360 pagine di scrittura lirica e filosofica in cui Asle parla di solitudine, morte, Dio, senso dell’arte e del tempo. “…prego più volte al giorno e vado a messa il più spesso possibile perché anche essa, sì, la messa ha la sua verità, così come ce l’ha il battesimo, anche il battesimo rappresenta una parte della verità, anch’esso ci può condurre a Dio, pensa, a Dio così come lo immagino, ma questo vale anche per gli altri modi di pensare e credere nella verità, vale per tutto ciò che si rivolge con serietà a Dio, c’è chi proferisce la parola Dio e c’è chi è così saggio o così timido nei confronti della divinità sconosciuta che preferisce non usarla, eppure ogni cosa conduce a Dio”.
I personaggi come in un quadro
Pensa alla vita, anche attraverso i personaggi di un suo quadro: lei “sente le farfalle nello stomaco, avverte questo solletico meraviglioso in tutto il corpo, lo sente ovunque, ma è spaventoso, pauroso, terribile, tremendo, ma è anche bello, così incredibilmente bello, grida piano con il fiato corto”.