Dal colpo di fulmine alla passione: con "Che tu sia per me il coltello", David Grossman dà forma a poesia e sensualità
Gabriella Carmagnola ha letto per noi uno dei romanzi più famosi di David Grossman e ci racconta come sia poesia e sensualità allo stato puro
Lui la vede da lontano ed è colpo di fulmine. Ne intuisce la timidezza, è affascinato. Lei è con un uomo, eppure le scrive, le assicura che non interferirà nella sua vita, ma le vuole scrivere cose che altrimenti non direbbe a nessuno. Lei, stupita, accetta, prima ritrosa, poi inizia a partecipare, sempre di più, alla ricerca di un incontro reciproco. “Che tu sia per me il coltello” (1999, Mondadori) di David Grossman, - israeliano, uno dei più grandi scrittori contemporanei - è poesia e sensualità allo stato puro.
Passione senza sfiorarsi, mentre la mente, attraverso la parola scritta, è arma potente, come il coltello. Con ritmo lentissimo, Grossman mette in scena, attraverso un fitto carteggio, un rapporto sensuale e torbido, che scava nell’anima e fa diventare la parola corpo, oggetto e soggetto del desiderio. “Mi stringerai ancora più forte e mi bacerai con tutta l’anima; come se, così facendo, riversassi in me tutto quello che è racchiuso e celato in te, che si aprirà e si svelerà nel mio corpo, piano piano, finché tutto si scioglierà.” E poi il timore: “Ed ecco un brivido di freddo. Proprio ora. Proprio in questo momento. Perché? Perché sto bene? Un’ondata di freddo che sale dalle viscere, come un pugno gelido che mi stringe il cuore. È per te.” Entrambi sposati con vite stabili, diventano amanti virtuali. Succede spesso anche adesso, davanti a un pc. Due anime sole. Lui chiede a lei di essere il coltello che scava nella sua anima, come chiese Kafka alla sua amata. Si incontreranno solo alla fine, che è appunto la fine. “Non ti telefonerò… perché anche la voce potrebbe essere troppo reale per l’illusione che voglio creare fra noi, fatta solo di parole scritte. La voce potrebbe trafiggere quest’illusione e a quel punto vi fluirebbe dentro la realtà con i suoi dettagli, i numeri, le sue molecole piccole e sudate. La realtà ci incatenerebbe.” Indimentica.