Seduttore e arrampicatore sociale che sparge fake news: Bel Ami di Guy de Maupassant è "un libro davvero indecente"
L'autrice Gabriella Carmagnola spiega perché, dopo 138 anni, il romanzo di Guy de Maupassant è ancora attuale
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Arrampicatore? Opportunista? Serpente? Non basta. Contemporaneo. Questo è Bel Ami, un personaggio assolutamente contemporaneo. Un giornalista di umilissime origini che sale la scala sociale con tutti i mezzi che ha a disposizione. Guy de Maupassant lo tratteggia nel suo capolavoro (1886, in Italia 1895, adesso Mondadori Editore) con attualità e precisione tali da lasciare sorpresi, divertiti e un po' irritati. Sembra infatti che stia parlando di qualcuno che conosciamo, un tipo di persona che chi bazzica nel mondo della comunicazione, della politica e della finanza incontra senza nessuna fatica. Se ne possono vedere molti esempi, che sono ai vertici, sempre in piedi, anche adesso.
Con uno stile veloce e graffiante, Maupassant tratteggia il personaggio George Duroy, detto Bel-Ami dalla sua amante, che da giornalista mediocre ma astuto, utilizza i media, sparge veleni attraverso fake news, volteggia nei salotti mondani e compiace i potenti, ovviamente. E poi, specialmente, seduce le donne. Donne sullo sfondo, da conquistare e poi lasciare per la prossima, più utile per il successivo traguardo. “Eh, sì! è proprio astuta, abile e intrigante come poche, quella. Un vero tesoro, per un uomo che voglia far strada.” Eppure. Non è tutto lì. Il successo è effimero. Dietro agli intrighi politici e finanziari, all’erotismo interessato, ai trionfi, dietro alla vanità e alla vacuità c’è sempre la morte che veglia. E come un pensiero costante che invece si vuole scacciare, ecco che spunta l’angoscia. Gli dice un vecchio collega, giornalista e poeta: “La vita è una salita. Mentre vai su, guardi in alto, alla cima, e ti senti felice; ma quando l’hai raggiunta, quella cima, scopri di colpo la discesa, e la fine, che è la morte. Si va adagio a salire, ma si fa molto presto, a scendere.” Ma Bel Ami, incurante di tutto, non ascolta e continua. Ecco perché Tolstoj lo definisce “un libro davvero indecente”. Quanti ne stiamo vedendo, di Bel Ami, alla ricerca di incarichi di grande prestigio, di poltrone comode, da cui comandare o sussurrare ai potenti. Tanti. E tanti, ne siamo certi, ne vedremo ancora.