Rivoluzione nel mondo dell'eyewear: apre a Milano il primo hub di prototipazione di occhiali in 48 ore
L'idea è di Rewop, brand 100% made in Italy che unisce innovazione e artigianalità
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Sviluppare una tecnologia, la prima nel distretto italiano del fashion, che accorci le tempistiche di prototipazione fino a 48 ore grazie all'utilizzo delle stampanti 3D, mettendo a punto così la prima tecnologia italiana capace di produrre gli occhiali in così poco tempo. Questa l'idea di Rewop, società di eyewear specializzata nella creazione di occhiali da sole e da vista di altissima qualità, 100% made in Italy, che unisce il know how artigianale all'innovazione digitale. Per questo, ma anche per far conoscere i loro occhiali all'estero e per ampliare il team, Rewop ha lanciato da poco una campagna di crowdfunding su Mamacrowd, con l'obiettivo di raccogliere 750mila euro.
'Da una parte c'è Rwp Talent Hub - spiega Luca Marcolongo, responsabile produzione di Rewop - con cui vogliamo aiutare le piccole e medie realtà artigianali a connettersi con la fashion industry. Dall'altro c'è Rewop, il nostro brand, che intendiamo far crescere e soprattutto far conoscere non solo in Italia ma anche all’estero”.
Come nasce l'idea di Rewop?
Rewop nasce con l’idea di non creare un semplice brand ma un vero e proprio lifestyle. I nostri occhiali, nonostante le diverse forme, sono tutti accomunati da lenti accese, colorate, che non nascondono lo sguardo di chi li indossa, ma anzi ne accentuano la personalità.
Spesso ci siamo accorti, camminando per le città, che chi indossa un Rewop non lo leva mai, neanche in luoghi chiusi come ristoranti e discoteche, quasi come se l’occhiale ormai facesse parte del proprio carattere distintivo.
Quali sono gli obiettivi della vostra campagna crowdfunding?
La campagna di crowfunding è stata lanciata con l’idea di rafforzare maggiormente la brand identity, ma anche di internazionalizzare il marchio e sviluppare il laboratorio di prototipazione e design nella città di Milano, così da permettere non solo a Rewop ma anche ad altri brand di riuscire a realizzare un prototipo di occhiali in sole 48 ore.
Come si pone l'Italia nel settore dell'eyewear?
L’handmade in Italy è sicuramente protagonista nel mondo degli occhiali; c’e una forte riconoscibilità di qualità nella manodopera italiana in questo segmento, infatti tra le aziende più grandi a livello mondiale nel settore ce ne sono almeno quattro italiane.
L’occhiale è ancora un prodotto dove è fondamentale e necessario il lavoro dell’artigiano e dell’uomo, le macchine possono certamente aiutarci a velocizzare alcuni passaggi ma alla fine serve sempre una mano esperta e molto specializzata per completare il lavoro.
Questo prezioso know-how è la nostra forza, anche perché il costo di produzione di un singolo pezzo non è eccessivo a differenza di molti altri settori, quindi non c’è motivo per il quale i brand debbano voler produrre fuori dal nostro Paese.
È un paese innovatore o è indietro rispetto al resto del mondo?
L’innovazione sicuramente è l’elemento mancante, purtroppo la tecnologia in Italia non cresce di pari passo con il talento dei nostri artigiani e dei nostri designer. Sarà fondamentale, in futuro, cercare di innovare questo settore troppo legato a vecchi schemi e lentissimi processi. Attualmente è quasi impossibile per un brand che vuole iniziare a realizzare una collezioni di occhiali riuscire a farla in tempi normali e con dei minimi quantitativi umani, senza parlare del fatto che le forme sono sempre le stesse e si fa molta fatica a spingersi verso l’utilizzo di nuovi materiali. Questa situazione è anche uno dei motivi per cui abbiamo deciso di realizzare il centro di prototipazione a Milano, così da poter far sbizzarrire le menti creative dei nostri giovani e poter cercare di sviluppare innovazioni e brevetti possibilmente anche tecnologici.
Quali sono i vostri obiettivi futuri?
Il nostro obiettivo è diventare un punto di riferimento nel mondo dell’eyewear per quanto riguarda velocità, qualità e innovazione.
Non abbiamo intenzione di crescere in modo esponenziale in brevissimo tempo, ma vogliamo selezionare i partner e clienti su cui investire le nostre risorse per accompagnarli in un percorso di crescita costante e duratura per tutti.
Artigiani digitali. È una definizione nella quale vi ritrovate? Pensate sia il futuro del Made in Italy?
Artigiani digitali è una definizione che mi piace. Ma l'accento, secondo me, resta sulla parola 'artigiani' e cioè dobbiamo proteggere soprattutto il nostro know how, unico al mondo, il Made in Italy che ci rende famosi all'estero. Il digitale può aiutarci ad accelerare dei processi ma è l'artigianalità la nostra marca distintiva.
Per aderire alla campagna: https://mamacrowd.com/project/rewop