Canapa, quella non vietata ha un mondo di vantaggi
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C’era una volta la canapa, poi è stata dichiarata illegale e ora è tornata, declinata in numerosi utilizzi e coltivata sia in versione tradizionale sia biologica. Dal 15 al 17 febbraio a Roma è anche protagonista di Canapa Mundi, fiera internazionale del settore arrivata alla quinta edizione, che quest’anno conta su 250 espositori.
LEGALITÀ VS ILLEGALITÀ
L’ignoranza genera mostri. La legge 242/2016 stabilisce che è vietata solo la coltivazione della canapa che contiene più dello 0,2% di thc (tetraidrocannabinolo), il principio psicoattivo, mentre tutte le varietà che contengono una percentuale inferiore possono essere coltivate.
All'inizio del 1900 in Italia si coltivavano più di 100mila ettari di canapa, ma col proibizionismo è iniziato un periodo di oblio da cui si è iniziati a uscire dal 2017, quando è entrata in vigore la nuova legge di regolamentazione della coltivazione. Una tradizione canapicola nazionale che conviene recuperare a livello economico, agricolo, ambientale e industriale.
USI DELLA CANAPA
La canapa è una pianta legnosa dal fusto molto alto e sottile, disseminato e sormontato da foglie. Ha una fibra super resistente, è ricca di cellulosa e i suoi semi sono particolarmente nutrienti. Può essere utilizzata in cucina, in cosmesi, in campo tessile, in ambito edile e per ricavare carta.
L’olio di canapa ad esempio, favorisce e protegge il corretto funzionamento dei processi fisiologici, dal metabolismo alle difese immunitarie, attenua lo stress, l’insonnia e l’ansia, ma è anche un potente elisir di bellezza, che rende la pelle morbida, elastica e levigata, e contribuisce a contrastare acne e psoriasi, soprattutto quando viene usato nell’inci delle creme.
I semi di canapa sono ricchissimi di Omega 3 e Omega 6, utili alleati del sistema cardiocircolatorio, e sono ricchi di proteine, vitamine, carboidrati, sali minerali e fibre; possono essere mangiati crudi in aggiunta ai cereali, allo yogurt o all’insalata, oppure polverizzati e usati per insaporire zuppe, carne, pesce, dolci, frullati di verdura e macedonie di frutta. Non a caso sono stati un ingrediente ricorrente in cucina dall'età dei romani sino all'inizio del secolo scorso, fondamentali nei periodi di guerra quando c’era carenza di materie prime e di grano.
I fiori di canapa sono ideali per tisane dagli effetti miorilassanti, tranquillanti, antiepilettici, antiossidanti e antinfiammatori. Non hanno effetti psicotropi sia perché la canapa industriale ha di suo una concentrazione di thc irrilevante sia perché il thc non è idrosolubile quindi non può essere assorbito durante l’infusione.
Dalla stoppa e dalla parte legnosa della canapa si può ottenere una carta molto resistete nel tempo, un uso che era noto già almeno 2mila anni fa, quando abbiamo le prime testimonianze su ciò.
Da un miscuglio ad hoc di acqua e canapa, nascono mattoni, intonaci, massetti, cappotti e isolanti usati nelle costruzioni in bioedilizia. A differenza dei mattoni tradizionali, ad esempio, i mattoni in canapa si posano a secco e vengono smaltiti con maggiore facilità in caso di demolizioni o lavori di ristrutturazione. Ma anche in questo caso non c’è nessuna nuova scoperta considerando che Leon Battista Alberti, architetto e poliedrico artista del 1400, scriveva che aggiungendo la canapa alle malte, se ne migliorava le qualità.
In campo tessile, dalla canapa si ottengono filati per realizzare manufatti tessili, accessori e capi d'abbigliamento. Queste fibre vantano proprietà antibatteriche e antifungine, sono in grado di assorbire l’umidità del corpo e sono resistenti agli strappi tre volte di più rispetto a quelle di cotone e tra le fibre naturali è quella che meglio resiste all’usura.
VANTAGGI
La canapa è una pianta versatile dalle poche pretese. Ha un ciclo di vita annuale e per crescere non ha bisogno di concimazioni chimiche né di diserbanti e trattamenti, controlla le erbe infestanti e se coltivata seguendo il principio di rotazione delle colture lascia il terreno ricco di sostanze organiche per via delle foglie che cadendo fertilizzano la terra. Ci viene incontro anche dal punto di vista idrico: non necessita di irrigazione (tranne nei climi più secchi) e nelle estati calde riesce a raggiungere l’umidità del terreno in profondità grazie alle lunghe radici.
Non a caso nei primi decenni del secolo scorso, l’Italia risultava al secondo posto (dopo la Russia) per superficie coltivata e produzione complessiva e al primo posto per resa a ettaro.
LIMITI E SVILUPPI
Se oggi la coltivazione della canapa non si è ancora diffusa rapidamente ciò è dovuto a varie difficoltà dovute all'interruzione della coltivazione e della lavorazione per più di sessant'anni, al gap tecnologico alle carenze agronomiche (varietà idonee, rese per ettaro), ai macchinari per la coltivazione, la raccolta e quelli per lavorazioni successive.
In Sicilia il trend si sta invertendo. Sono partiti i lavori per la realizzazione dello stabilimento di Canapar, l'impianto più grande in Italia per la produzione di infusi e prodotti cosmetici per la cura della pelle che dovrebbe lavorare e trasformare 600 tonnellate di biomasse di canapa all’anno. L’azienda è la filiale italiana della canadese Canapar Corp, che vuole investire per sviluppare e implementare la diffusione della canapa a livello nazionale ed europeo. Si stima che il mercato degli estratti della canapa crescerà di 2,1 miliardi di dollari entro il 2020.
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