Tosca: "Cresciuta alla Garbatella, ricordo la Premier Meloni piccola in bici. Tanti amici morti per droga: come mi sono salvata"
"Finora Officina Pasolini è il mio più grande successo: una casa per artisti che rifuggono dalla competizione". Di Tosca in tanti anni abbiamo imparato che oltre a essere una cantautrice raffinata è anche una mente libera, una ribelle innamorata della musica più che del successo. Infatti vincitrice di Sanremo nel 1996, sparì subito dopo mandando tutto all’aria. "Un bellissimo ricordo: cento sbornie tutte insieme. Una vittoria del tutto inaspettata. Ricordo che il lunedì, io e Rosalino arrivammo a Sanremo. Decidemmo di andare al cinema a vedere Babe il maialino. Eravamo gli outsider. Siamo andati a mangiare in un ristorante defilato. Ron è defilato, elegante, dolce, diverso dall’ambiente. E io ero impreparata a tutto il baraccone"
L'infanzia alla Garbatella
"Sono nata alla Garbatella e lì vivi in mezzo a tutti. Ricordo tanti bambini, anche le sorelle Meloni: Giorgia e Arianna, piccole, in bicicletta. Non voglio fare la retorica della periferia romana, ma era difficile anche sognare. Ho perso tanti amici per droga. Io mi sono salvata perché la vita mi piaceva proprio. E sentivo che il mio progetto di vita era diverso dal solito disegno di essere moglie e mamma. Poi ho fatto un’audizione in un locale, dove andava sempre Renzo Arbore. Ho cantato “La donna cannone” e lui mi disse “mi piaci”. Cominciai a lavorare come vocalist con lui".
La crisi
"Stavo lavorando a un mio disco d’autore. Ma tutti si aspettavano da me che vincessi. Ho provato grande gioia e me la sono goduta la vittoria, altroché. Ma la gioia è durata pochi mesi, poi basta: non puoi permetterti di cadere e sperimentare. L’anno dopo infatti mi riportarono a Sanremo e scelsero una canzone “festivaliera”. Io volevo portare un brano su una ragazza di strada, ma mi dissero no, “ci vuole una canzone pop”. Una vocina mi diceva di non farlo, ma non ho avuto la forza di dire no. Fu un’esperienza molto dolorosa, mi resi conto che non ero io. Nacque la mia crisi. Era il 1997, la discografia ti ammazza e ti fa credere che sei fallito. Provai una sensazione terribile, ci sono stata malissimo. E lì ho preso le distanze. Ho rotto il contratto discografico. Sentivo che non era la mia strada, non era quello che volevo".
Nel 2014 fonda Officina Pasolini
Nasce Officina Pasolini nel 2014, un laboratorio di formazione artistica, finanziato dal Fondo Sociale Europeo. In 10 anni si sono diplomati tanti ragazzi. "Credo davvero che finora “Officina Pasolini” sia il mio più grande successo. È una “casa” per artisti che rifuggono dalla competizione o comunque dal concetto “mors tua vita mea”. Da noi il senso è: io mi salvo con te, perché scriviamo insieme. Da noi non esiste: cade uno, arriva l’altro. Giochiamo un altro campionato". Ma i problemi non mancano: "Devo proteggere questa realtà culturale, è una questione anche di sopravvivenza dei ragazzi che non sanno dove dormire per studiare. È inaudito che venga dismesso un teatro storico. Mi dispiace tantissimo dirlo, ma è stata una miopia della sinistra, io ho tentato in tutti i modi di dire che era sbagliato perdere questa residenza storica. Siamo fermi sulla nostra posizione di non voler retrocedere e di non perdere la nostra sede, speriamo di farcela". "Non mi piace che sia tutto considerato un prodotto. Oggi si parla solo di streaming e visualizzazioni. Quando nelle interviste leggo “il mio pezzo per l’estate” , mi viene in mente il bikini... Ma che è? Una collezione di Zara o un disco?”
La storia d'amore con Massimo Venturiello
Il suo storico compagno è Massimo Venturiello, grande attore teatrale e non solo, suo sodale artistico, da pochissimo suo marito. "Ventun anni fa ci siamo incontrati nell’Opera da tre soldi al Teatro Biondo. Io uscivo da una brutta storia e lui si stava separando. Per un po’ siamo stati colleghi con una grande stima reciproca, tanta voglia di ascoltarci e di conoscerci. Molto disincantati, perché feriti. E ci siamo innamorati piano piano. Io stavo a casa mia alla Garbatella, lui a Monteverde. Poi dopo tempo, ho preso un appartamento di fronte a lui e la sera dicevo “buonanotte” e andavo a casa mia. Poi “abbiamo buttato giù il muro” a passi lenti, fino al matrimonio il 20 giugno scorso".
I figli
"Non sono rimasta incinta. Quando potevo, rimandavo sempre, poi quando è arrivato il momento che non potevo più aspettare, non sono arrivati. Ma non mi sono mai sentita privata di qualcosa".
Il grande amore artistico per Gabriella Ferri
"Faceva uno spettacolo al Bagaglino con Pingitore. Poi ha mollato, non stava bene, e loro cercavano una artista che potesse “sostituirla”. Sapevano del mio amore per la musica romana e Pingitore mi prese per quella stagione. Il mio battesimo avvenne davanti a lei, una personalità forte. Era in prima fila, io avevo 22 anni, ero terrorizzata. Quando ho finito di cantare, lei è salita sul palco e mi ha abbracciato. Da lì c’è stato un rapporto e tanta stima a distanza che non si sono mai interrotti".
"Sono in uno stato di grazia"
"Sono in stato di grazia. Vorrei regalare a tutti i giovani artisti questa libertà, dare a tutti il coraggio di partecipare ad altri campionati. E dire alle ragazze che investire sul corpo è molto pericoloso, si investe su un bene deperibile. Il talento e il fascino, invece, aumenta".