Simona Cavallari: "Purtroppo per molti sono ancora la donna che stava con Daniele Silvestri, essere single non è una malattia”

di Redazione

"In tutti questi anni ho costruito una carriera, ma per qualcuno sono ancora rapportabile alla donna che stava con Daniele Silvestri, a cui voglio bene. Questa attenzione morbosa non mi è mai piaciuta, così come non mi piacciono le persone che, quando scoprono che sono single, mi dicono ”mi dispiace per te", come se avessi una malattia. Peccato che io viva benissimo, senza contare che c'è gente che si innamora anche a 70 anni. Non ho per niente fretta, anche perché nella mia vita ho amato molto. Stare un po' da sola non può che farmi bene. Poi, naturalmente, se arriva arriva". Simona Cavallari si è raccontata in una lunga intervista a Vanity Fair. L'attrice attualmente è protagonista insieme a Giuseppe Zeno della seconda stagione di Storia di una famiglia perbene, la fiction di Canale 5 diretta da Stefano Reali che la vede nel ruolo di Teresa.

L'importanza di volersi bene

"La mia empatia mi ha portato a capire troppo gli altri e poco me stessa. Volersi bene sembra una cosa scontata, ma non lo è affatto. Sia per l'educazione che per quello che ci è capitato. È importante che le donne capiscano che non è mai troppo tardi e non bisogna mai sentirsi stupide per non essersi volute bene prima. Ognuno ha il proprio percorso"

Quel sogno da bambina

"Da bambina sognavo di diventare una ballerina classica: il fatto che in casa non erano d'accordo è stato il mio primo grande dispiacere. Avevo anche il fisico giusto, ma purtroppo non è andata, anche se per molto tempo l'ho vissuta come un'ingiustizia. Forse dovevo combattere di più"

Il rapporto con la solitudine

"Mi piace molto perché mi permette di elaborare le cose che mi fanno male. Quando qualcosa non va, infatti, mi capita di sparire con gli amici e di starmene per conto mio. Loro, ormai, lo hanno capito e non si preoccupano più. Quando mi sento più in forze, ritorno alla società e rinasco. Sono fatta così"

Il rapporto con i figli

"Come madre non sono stata in grado di dare loro molta disciplina. Ho fatto fatica a tenere in ordine le cose, ma senz'altro insieme a loro mi sono molto divertita. Ricordo ancora quando salivano sulla mia macchina a sette posti e andavamo al cinema. Era un periodo in cui mi sentivo un po' triste perché mi ero lasciata e la mia famiglia non esisteva più. Così abbiamo viaggiato tanto, e questo ci ha unito ancora di più. I miei due figli più grandi sono ancora vicinissimi a me, mi sono molto attaccati. - E quando andranno via?- Pablo è già stato un anno in Australia, e anche Santiago se ne andrà presto. La prospettiva che mi lascino, però, non mi spaventa perché il legame che ci tiene insieme è ancora molto forte e non vorrei mai che rinunciassero a qualche sogno o a qualche progetto per me. Mi hanno sempre raccontato tutto perché per loro sono stata un'amica. Soprattutto considerando che io alla loro età ne ho fatte di tutti i colori".

 

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