Serena Rossi e Napoli: "Vengo da un quartiere difficile, sarei potuta finire male. Come mi sono salvata"

di Redazione

"È parte della mia identità, è la mia famiglia, il mio lavoro anche: mi piace fare ruoli da napoletana. In passato mi avevano fatto credere che dovevo allontanarmi dalla mia napoletanità. E quindi: ho fatto corsi di dizione, cercavo di nascondere le mie origini. Invece oggi ho capito che fa parte della mia forza. E infatti tra poco inizio il mio spettacolo teatrale, SereNata, in cui canto le canzoni della tradizione napoletana con arrangiamenti particolari".

Serena Rossi vorrebbe raccontare una Napoli diversa dall’immagine che la mostra solo violenta come in Gomorra. "Mi piace farmi portavoce di una napoletanità diversa, raccontare la luce, la solidarietà, i colori. Così come faccio con Mina Settembre, l’assistente sociale: la gente mi ferma per ringraziarmi, perché interpreto un’altra faccia della città". In una intervista su Vanity Fair ha commentato la cronaca dell'ultimo periodo con tre ragazzi uccisi nelle ultime tre settimane: "Non vivo nelle favole, sono ottimista ma anche realista. Da madre sarei preoccupata, anche perché spesso questi ragazzi sono vittime bianche, slegate dalla camorra: questo fa ancora più paura, perché può succedere a chiunque. Io stessa vengo da un quartiere difficile, Miano: sarei potuta finire male anche io. Ho visto intorno a me un sacco di coetanei perdersi, ragazzi che abbandonavano la scuola e che vedevi girare in motorino, finiti in brutti giri. Sono cose che nessuno ti spiega ma che capisci subito".

La via d'uscita c'è

"Io ho trovato la mia via d'uscita nella famiglia che mi ha trasmesso valori di integrità, nell’arte che mi ha dato un’alternativa, e nell’istruzione. Io sono stata fortunata perché ho trovato molto presto la mia strada, ma bisogna agire collettivamente, a tutti i livelli: familiare, scolastico, istituzionale. I ragazzi devono vedere che esistono altre possibilità. Ha ragione Roberto Saviano a dire che la città andrebbe disarmata e che ci vogliono le scuole aperte e un sostegno nel quotidiano, per non lasciare soli i ragazzi".

La proposta a Geolier, Gigi D'Alessio e agli altri artisti

"Sono contenta che Geolier e Gigi D’Alessio si siano esposti: anche io voglio farlo, tutti noi artisti che veniamo da quartieri difficili dovremmo farlo. Perché siamo un esempio: anche noi veniamo da quei contesti, ma abbiamo fatto altre scelte che hanno funzionato. Sarebbe bellissimo poter organizzare un evento insieme, un concerto in piazza, per poter portare il messaggio che già esiste una Napoli diversa, che dobbiamo cambiare le cose".


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