Randi Ingerman 140 crisi di epilessia, dopo 8 anni la diagnosi
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Ho cercato per anni una terapia, girando le migliori cliniche e incontrando i migliori dottori. Qualcuno mi ha anche consigliato di rivolgermi a uno psichiatra. Ma solo dopo 8 anni di ricerche vane, una dottoressa ha trovato la diagnosi: epilessia causata da malformazione del lobo temporale sinistro\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EDopo la Giornata mondiale dell\\u0027epilessia (12 febbraio), racconta con coraggio la sua storia Randi Ingerman, che dil 14 febbraio a Milano sar\\u0026agrave; il volto noto protagonista del convegno \\u0027Non c\\u0027\\u0026egrave; cura senza cultura\\u0027, organizzato insieme alla Presidenza del Consiglio comunale dalla Fie, Federazione italiana epilessia, di cui l\\u0027attrice e modella americana \\u0026egrave; diventata Ambasciatrice.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u0026nbsp;\\u0022Sensibilizzare la societ\\u0026agrave; civile sul tema dell\\u0027epilessia, favorire la conoscenza della malattia e adottare un linguaggio privo di accenti discriminatori\\u0022 \\u0026egrave; l\\u0027appello della Fie, che ricorda come sulla patologia pesino \\u0022in modo importante, oltre all\\u0027assenza di cure efficaci per almeno una paziente su 3, una grave disinformazione che orienta in modo negativo l\\u0027atteggiamento sociale verso chi ne soffre\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EIl problema \\u0026egrave; che, \\u0022nonostante si tratti di una sindrome neurologica molto diffusa - afferma l\\u0027avvocato Rosa Cervellione, presidente della Fie - l\\u0027epilessia \\u0026egrave; ancora scarsamente conosciuta. L\\u0027assenza di informazioni corrette sulla patologia, e sui fenomeni fisiopatologici dei quali le crisi epilettiche sono espressione, ha determinato un pregiudizio difficile da abbattere, che negli anni si \\u0026egrave; nutrito anche di un linguaggio errato e dispregiativo con il quale si parla di epilessia\\u0022. Le terapie antiepilettiche disponibili risultano efficaci per circa il 70% delle persone con epilessia, evidenzia la Fie, mentre il restante 30% \\u0026egrave; di fatto privo di cura farmacologica.\\u0026nbsp;Gli investimenti pubblici e privati nella ricerca sull\\u0027epilessia - fa notare inoltre la Federazione - sono molto inferiori a quelli destinati alla ricerca su altre malattie neurologiche, altrettanto gravi ma meno diffuse.\\u0026nbsp;Proprio sul fronte della ricerca, la Fie \\u0026egrave; impegnata a raccogliere fondi per il progetto\\u0026nbsp;\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EIn una recente intervista rilasciata\\u0026nbsp; Vanity Fair ha ammesso: \\u0026laquo;Fino a 40 anni mi sono sentita sul tetto del mondo. Ero sana, bellissima e innamorata. Qualche tempo dopo, mi sono ritrovata imbottita di medicinali, in preda alle paranoie, sola e costretta a stare in casa\\u0026raquo;.\\u003Cbr \\\/\\u003E Il malore si \\u0026egrave; manifestato proprio mentre partecipava al reality \\u0022La Fattoria\\u0022. Da allora centinaia di crisi epilettiche l\\u0027hanno tormentata per anni facendola passare dal pavimento di casa al letto d\\u0027ospedale. \\u003Cbr \\\/\\u003EOra ha scoperto l\\u0027olio di canapa, poche gocce sotto la lingua le hanno restituito un po\\u0027 di serenit\\u0026agrave;. \\u003Cbr \\\/\\u003EAlcuni esperimenti avrebbero infatti provato che questa sostanza avrebbe un effetto positivo sui malati di epilessia ed effettivamente da quel momento non ha avuto pi\\u0026ugrave; crisi.\\u003Cbr \\\/\\u003E Attualmente \\u0026egrave; impegnata nel lavoro: ha una sua linea di cosmetici e una di accessori per la cucina. Scrive, suona il flauto e ama cucinare. Ha ripreso a uscire e riscoperto il valore dell\\u0027amicizia, fa yoga, meditazione e pilates; mangia sano e fa massaggi thai. \\u003Cbr \\\/\\u003E Randi cerca di godere delle piccole cose e assaporare quelle briciole di felicit\\u0026agrave; che la vita pu\\u0026ograve; ancora darle.\\u003C\\\/p\\u003E\\u003C\\\/div\\u003E\\u003C\\\/div\\u003E\u0022,\u0022\\u003Cdiv class=\\u0022post-item p-2 position-relative\\u0022\\u003E\\u003Cdiv class=\\u0022slide-pagination bg-dark w-100\\u0022\\u003E2 \\\/ 20\\u003C\\\/div\\u003E\\u003Cdiv style=\\u0022width: 100%; aspect-ratio: 16\\\/9\\u0022 class=\\u0022w-100 bg-dark d-flex justify-content-center align-items-center gallery-slider pb-2\\u0022\\u003E\\u003Cfigure\\u003E\\u003Cpicture class=\\u0027picture-bg\\u0027\\u003E\\u003Csource media=\\u0022(min-width: 0px)\\u0022 srcset=\\u0022https:\\\/\\\/www.milleunadonna.it\\\/media\\\/1604100_e0c4699a8e\\\/preview.webp 754w\\u0022 sizes=\\u0022100vw\\u0022 width=\\u0022755\\u0022 height=\\u0022944\\u0022 \\\/\\u003E\\u003Cimg loading=\\u0027lazy\\u0027 src=\\u0027https:\\\/\\\/www.milleunadonna.it\\\/media\\\/1604100_e0c4699a8e\\\/preview.webp\\u0027 alt=\\u0022Randi Ingerman 140 crisi di epilessia dopo 8 anni la diagnosi\\u0022 class=\\u0027figure-img\\u0027 style=\\u0022width: 100%;aspect-ratio: 16\\\/9;object-fit: contain\\u0022 width=\\u0022755\\u0022 height=\\u0022944\\u0022 \\\/\\u003E\\u003C\\\/picture\\u003E\\u003C\\\/figure\\u003E\\u003C\\\/div\\u003E\\u003Cdiv class=\\u0022item-didascalia bg-dark\\u0022\\u003E\\u003Cp\\u003EEra considerata troppo formosa negli Usa per fare la modella e la bellissima Randi Ingerman ha tentato la fortuna in Europa. \\u003Cbr \\\/\\u003EIn Italia \\u0026egrave; bastata la sua comparsa nello spot di una vodka per farci innamorarsi di lei, il colpo di grazia ce l\\u0027ha dato con i 12 scatti sexy del calendario di Capital nel 2004.\\u003Cbr \\\/\\u003E Da anni, per\\u0026ograve;, abbiamo perso ogni traccia di lei. \\u003Cbr \\\/\\u003E\\u003Cbr \\\/\\u003E Alla soglia dei 50 anni, Randi ha ancora lo stesso fisico di 20 anni fa ma l\\u0027animo devastato dalla sofferenza scaturita dalla morte del padre, quella del fratello per overdose di antidepressivi, quella della nipotina allattata da una madre tossicodipendente e dall\\u0027impossibilit\\u0026agrave; di diventare mamma, dopo tre aborti spontanei.\\u0026nbsp; Ma a cambiare radicalmente la sua vita \\u0026egrave; stata la malattia.\\u0026nbsp;\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003ERandi confessa:\\u0026nbsp;\\u0022Ho avuto la prima crisi epilettica nel 2006 mentre partecipavo a un reality, e da allora ne ho avute oltre 140: in media, una al mese. 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Ma solo dopo 8 anni di ricerche vane, una dottoressa ha trovato la diagnosi: epilessia causata da malformazione del lobo temporale sinistro\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EDopo la Giornata mondiale dell\\u0027epilessia (12 febbraio), racconta con coraggio la sua storia Randi Ingerman, che dil 14 febbraio a Milano sar\\u0026agrave; il volto noto protagonista del convegno \\u0027Non c\\u0027\\u0026egrave; cura senza cultura\\u0027, organizzato insieme alla Presidenza del Consiglio comunale dalla Fie, Federazione italiana epilessia, di cui l\\u0027attrice e modella americana \\u0026egrave; diventata Ambasciatrice.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u0026nbsp;\\u0022Sensibilizzare la societ\\u0026agrave; civile sul tema dell\\u0027epilessia, favorire la conoscenza della malattia e adottare un linguaggio privo di accenti discriminatori\\u0022 \\u0026egrave; l\\u0027appello della Fie, che ricorda come sulla patologia pesino \\u0022in modo importante, oltre all\\u0027assenza di cure efficaci per almeno una paziente su 3, una grave disinformazione che orienta in modo negativo l\\u0027atteggiamento sociale verso chi ne soffre\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EIl problema \\u0026egrave; che, \\u0022nonostante si tratti di una sindrome neurologica molto diffusa - afferma l\\u0027avvocato Rosa Cervellione, presidente della Fie - l\\u0027epilessia \\u0026egrave; ancora scarsamente conosciuta. 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Le terapie antiepilettiche disponibili risultano efficaci per circa il 70% delle persone con epilessia, evidenzia la Fie, mentre il restante 30% \\u0026egrave; di fatto privo di cura farmacologica.\\u0026nbsp;Gli investimenti pubblici e privati nella ricerca sull\\u0027epilessia - fa notare inoltre la Federazione - sono molto inferiori a quelli destinati alla ricerca su altre malattie neurologiche, altrettanto gravi ma meno diffuse.\\u0026nbsp;Proprio sul fronte della ricerca, la Fie \\u0026egrave; impegnata a raccogliere fondi per il progetto\\u0026nbsp;\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EIn una recente intervista rilasciata\\u0026nbsp; Vanity Fair ha ammesso: \\u0026laquo;Fino a 40 anni mi sono sentita sul tetto del mondo. Ero sana, bellissima e innamorata. 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Ho cercato per anni una terapia, girando le migliori cliniche e incontrando i migliori dottori. Qualcuno mi ha anche consigliato di rivolgermi a uno psichiatra. 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Le terapie antiepilettiche disponibili risultano efficaci per circa il 70% delle persone con epilessia, evidenzia la Fie, mentre il restante 30% \\u0026egrave; di fatto privo di cura farmacologica.\\u0026nbsp;Gli investimenti pubblici e privati nella ricerca sull\\u0027epilessia - fa notare inoltre la Federazione - sono molto inferiori a quelli destinati alla ricerca su altre malattie neurologiche, altrettanto gravi ma meno diffuse.\\u0026nbsp;Proprio sul fronte della ricerca, la Fie \\u0026egrave; impegnata a raccogliere fondi per il progetto\\u0026nbsp;\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EIn una recente intervista rilasciata\\u0026nbsp; Vanity Fair ha ammesso: \\u0026laquo;Fino a 40 anni mi sono sentita sul tetto del mondo. Ero sana, bellissima e innamorata. Qualche tempo dopo, mi sono ritrovata imbottita di medicinali, in preda alle paranoie, sola e costretta a stare in casa\\u0026raquo;.\\u003Cbr \\\/\\u003E Il malore si \\u0026egrave; manifestato proprio mentre partecipava al reality \\u0022La Fattoria\\u0022. Da allora centinaia di crisi epilettiche l\\u0027hanno tormentata per anni facendola passare dal pavimento di casa al letto d\\u0027ospedale. \\u003Cbr \\\/\\u003EOra ha scoperto l\\u0027olio di canapa, poche gocce sotto la lingua le hanno restituito un po\\u0027 di serenit\\u0026agrave;. \\u003Cbr \\\/\\u003EAlcuni esperimenti avrebbero infatti provato che questa sostanza avrebbe un effetto positivo sui malati di epilessia ed effettivamente da quel momento non ha avuto pi\\u0026ugrave; crisi.\\u003Cbr \\\/\\u003E Attualmente \\u0026egrave; impegnata nel lavoro: ha una sua linea di cosmetici e una di accessori per la cucina. Scrive, suona il flauto e ama cucinare. 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Ho cercato per anni una terapia, girando le migliori cliniche e incontrando i migliori dottori. Qualcuno mi ha anche consigliato di rivolgermi a uno psichiatra. Ma solo dopo 8 anni di ricerche vane, una dottoressa ha trovato la diagnosi: epilessia causata da malformazione del lobo temporale sinistro\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EDopo la Giornata mondiale dell\\u0027epilessia (12 febbraio), racconta con coraggio la sua storia Randi Ingerman, che dil 14 febbraio a Milano sar\\u0026agrave; il volto noto protagonista del convegno \\u0027Non c\\u0027\\u0026egrave; cura senza cultura\\u0027, organizzato insieme alla Presidenza del Consiglio comunale dalla Fie, Federazione italiana epilessia, di cui l\\u0027attrice e modella americana \\u0026egrave; diventata Ambasciatrice.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u0026nbsp;\\u0022Sensibilizzare la societ\\u0026agrave; civile sul tema dell\\u0027epilessia, favorire la conoscenza della malattia e adottare un linguaggio privo di accenti discriminatori\\u0022 \\u0026egrave; l\\u0027appello della Fie, che ricorda come sulla patologia pesino \\u0022in modo importante, oltre all\\u0027assenza di cure efficaci per almeno una paziente su 3, una grave disinformazione che orienta in modo negativo l\\u0027atteggiamento sociale verso chi ne soffre\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EIl problema \\u0026egrave; che, \\u0022nonostante si tratti di una sindrome neurologica molto diffusa - afferma l\\u0027avvocato Rosa Cervellione, presidente della Fie - l\\u0027epilessia \\u0026egrave; ancora scarsamente conosciuta. L\\u0027assenza di informazioni corrette sulla patologia, e sui fenomeni fisiopatologici dei quali le crisi epilettiche sono espressione, ha determinato un pregiudizio difficile da abbattere, che negli anni si \\u0026egrave; nutrito anche di un linguaggio errato e dispregiativo con il quale si parla di epilessia\\u0022. 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Ho cercato per anni una terapia, girando le migliori cliniche e incontrando i migliori dottori. Qualcuno mi ha anche consigliato di rivolgermi a uno psichiatra. Ma solo dopo 8 anni di ricerche vane, una dottoressa ha trovato la diagnosi: epilessia causata da malformazione del lobo temporale sinistro\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EDopo la Giornata mondiale dell\\u0027epilessia (12 febbraio), racconta con coraggio la sua storia Randi Ingerman, che dil 14 febbraio a Milano sar\\u0026agrave; il volto noto protagonista del convegno \\u0027Non c\\u0027\\u0026egrave; cura senza cultura\\u0027, organizzato insieme alla Presidenza del Consiglio comunale dalla Fie, Federazione italiana epilessia, di cui l\\u0027attrice e modella americana \\u0026egrave; diventata Ambasciatrice.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u0026nbsp;\\u0022Sensibilizzare la societ\\u0026agrave; civile sul tema dell\\u0027epilessia, favorire la conoscenza della malattia e adottare un linguaggio privo di accenti discriminatori\\u0022 \\u0026egrave; l\\u0027appello della Fie, che ricorda come sulla patologia pesino \\u0022in modo importante, oltre all\\u0027assenza di cure efficaci per almeno una paziente su 3, una grave disinformazione che orienta in modo negativo l\\u0027atteggiamento sociale verso chi ne soffre\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EIl problema \\u0026egrave; che, \\u0022nonostante si tratti di una sindrome neurologica molto diffusa - afferma l\\u0027avvocato Rosa Cervellione, presidente della Fie - l\\u0027epilessia \\u0026egrave; ancora scarsamente conosciuta. 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Le terapie antiepilettiche disponibili risultano efficaci per circa il 70% delle persone con epilessia, evidenzia la Fie, mentre il restante 30% \\u0026egrave; di fatto privo di cura farmacologica.\\u0026nbsp;Gli investimenti pubblici e privati nella ricerca sull\\u0027epilessia - fa notare inoltre la Federazione - sono molto inferiori a quelli destinati alla ricerca su altre malattie neurologiche, altrettanto gravi ma meno diffuse.\\u0026nbsp;Proprio sul fronte della ricerca, la Fie \\u0026egrave; impegnata a raccogliere fondi per il progetto\\u0026nbsp;\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EIn una recente intervista rilasciata\\u0026nbsp; Vanity Fair ha ammesso: \\u0026laquo;Fino a 40 anni mi sono sentita sul tetto del mondo. Ero sana, bellissima e innamorata. Qualche tempo dopo, mi sono ritrovata imbottita di medicinali, in preda alle paranoie, sola e costretta a stare in casa\\u0026raquo;.\\u003Cbr \\\/\\u003E Il malore si \\u0026egrave; manifestato proprio mentre partecipava al reality \\u0022La Fattoria\\u0022. Da allora centinaia di crisi epilettiche l\\u0027hanno tormentata per anni facendola passare dal pavimento di casa al letto d\\u0027ospedale. \\u003Cbr \\\/\\u003EOra ha scoperto l\\u0027olio di canapa, poche gocce sotto la lingua le hanno restituito un po\\u0027 di serenit\\u0026agrave;. \\u003Cbr \\\/\\u003EAlcuni esperimenti avrebbero infatti provato che questa sostanza avrebbe un effetto positivo sui malati di epilessia ed effettivamente da quel momento non ha avuto pi\\u0026ugrave; crisi.\\u003Cbr \\\/\\u003E Attualmente \\u0026egrave; impegnata nel lavoro: ha una sua linea di cosmetici e una di accessori per la cucina. Scrive, suona il flauto e ama cucinare. 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Ho cercato per anni una terapia, girando le migliori cliniche e incontrando i migliori dottori. Qualcuno mi ha anche consigliato di rivolgermi a uno psichiatra. Ma solo dopo 8 anni di ricerche vane, una dottoressa ha trovato la diagnosi: epilessia causata da malformazione del lobo temporale sinistro\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EDopo la Giornata mondiale dell\\u0027epilessia (12 febbraio), racconta con coraggio la sua storia Randi Ingerman, che dil 14 febbraio a Milano sar\\u0026agrave; il volto noto protagonista del convegno \\u0027Non c\\u0027\\u0026egrave; cura senza cultura\\u0027, organizzato insieme alla Presidenza del Consiglio comunale dalla Fie, Federazione italiana epilessia, di cui l\\u0027attrice e modella americana \\u0026egrave; diventata Ambasciatrice.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u0026nbsp;\\u0022Sensibilizzare la societ\\u0026agrave; civile sul tema dell\\u0027epilessia, favorire la conoscenza della malattia e adottare un linguaggio privo di accenti discriminatori\\u0022 \\u0026egrave; l\\u0027appello della Fie, che ricorda come sulla patologia pesino \\u0022in modo importante, oltre all\\u0027assenza di cure efficaci per almeno una paziente su 3, una grave disinformazione che orienta in modo negativo l\\u0027atteggiamento sociale verso chi ne soffre\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EIl problema \\u0026egrave; che, \\u0022nonostante si tratti di una sindrome neurologica molto diffusa - afferma l\\u0027avvocato Rosa Cervellione, presidente della Fie - l\\u0027epilessia \\u0026egrave; ancora scarsamente conosciuta. 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Ho cercato per anni una terapia, girando le migliori cliniche e incontrando i migliori dottori. Qualcuno mi ha anche consigliato di rivolgermi a uno psichiatra. Ma solo dopo 8 anni di ricerche vane, una dottoressa ha trovato la diagnosi: epilessia causata da malformazione del lobo temporale sinistro\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EDopo la Giornata mondiale dell\\u0027epilessia (12 febbraio), racconta con coraggio la sua storia Randi Ingerman, che dil 14 febbraio a Milano sar\\u0026agrave; il volto noto protagonista del convegno \\u0027Non c\\u0027\\u0026egrave; cura senza cultura\\u0027, organizzato insieme alla Presidenza del Consiglio comunale dalla Fie, Federazione italiana epilessia, di cui l\\u0027attrice e modella americana \\u0026egrave; diventata Ambasciatrice.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u0026nbsp;\\u0022Sensibilizzare la societ\\u0026agrave; civile sul tema dell\\u0027epilessia, favorire la conoscenza della malattia e adottare un linguaggio privo di accenti discriminatori\\u0022 \\u0026egrave; l\\u0027appello della Fie, che ricorda come sulla patologia pesino \\u0022in modo importante, oltre all\\u0027assenza di cure efficaci per almeno una paziente su 3, una grave disinformazione che orienta in modo negativo l\\u0027atteggiamento sociale verso chi ne soffre\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EIl problema \\u0026egrave; che, \\u0022nonostante si tratti di una sindrome neurologica molto diffusa - afferma l\\u0027avvocato Rosa Cervellione, presidente della Fie - l\\u0027epilessia \\u0026egrave; ancora scarsamente conosciuta. L\\u0027assenza di informazioni corrette sulla patologia, e sui fenomeni fisiopatologici dei quali le crisi epilettiche sono espressione, ha determinato un pregiudizio difficile da abbattere, che negli anni si \\u0026egrave; nutrito anche di un linguaggio errato e dispregiativo con il quale si parla di epilessia\\u0022. 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Le terapie antiepilettiche disponibili risultano efficaci per circa il 70% delle persone con epilessia, evidenzia la Fie, mentre il restante 30% \\u0026egrave; di fatto privo di cura farmacologica.\\u0026nbsp;Gli investimenti pubblici e privati nella ricerca sull\\u0027epilessia - fa notare inoltre la Federazione - sono molto inferiori a quelli destinati alla ricerca su altre malattie neurologiche, altrettanto gravi ma meno diffuse.\\u0026nbsp;Proprio sul fronte della ricerca, la Fie \\u0026egrave; impegnata a raccogliere fondi per il progetto\\u0026nbsp;\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EIn una recente intervista rilasciata\\u0026nbsp; Vanity Fair ha ammesso: \\u0026laquo;Fino a 40 anni mi sono sentita sul tetto del mondo. Ero sana, bellissima e innamorata. Qualche tempo dopo, mi sono ritrovata imbottita di medicinali, in preda alle paranoie, sola e costretta a stare in casa\\u0026raquo;.\\u003Cbr \\\/\\u003E Il malore si \\u0026egrave; manifestato proprio mentre partecipava al reality \\u0022La Fattoria\\u0022. Da allora centinaia di crisi epilettiche l\\u0027hanno tormentata per anni facendola passare dal pavimento di casa al letto d\\u0027ospedale. \\u003Cbr \\\/\\u003EOra ha scoperto l\\u0027olio di canapa, poche gocce sotto la lingua le hanno restituito un po\\u0027 di serenit\\u0026agrave;. \\u003Cbr \\\/\\u003EAlcuni esperimenti avrebbero infatti provato che questa sostanza avrebbe un effetto positivo sui malati di epilessia ed effettivamente da quel momento non ha avuto pi\\u0026ugrave; crisi.\\u003Cbr \\\/\\u003E Attualmente \\u0026egrave; impegnata nel lavoro: ha una sua linea di cosmetici e una di accessori per la cucina. Scrive, suona il flauto e ama cucinare. 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Ho cercato per anni una terapia, girando le migliori cliniche e incontrando i migliori dottori. Qualcuno mi ha anche consigliato di rivolgermi a uno psichiatra. Ma solo dopo 8 anni di ricerche vane, una dottoressa ha trovato la diagnosi: epilessia causata da malformazione del lobo temporale sinistro\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EDopo la Giornata mondiale dell\\u0027epilessia (12 febbraio), racconta con coraggio la sua storia Randi Ingerman, che dil 14 febbraio a Milano sar\\u0026agrave; il volto noto protagonista del convegno \\u0027Non c\\u0027\\u0026egrave; cura senza cultura\\u0027, organizzato insieme alla Presidenza del Consiglio comunale dalla Fie, Federazione italiana epilessia, di cui l\\u0027attrice e modella americana \\u0026egrave; diventata Ambasciatrice.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u0026nbsp;\\u0022Sensibilizzare la societ\\u0026agrave; civile sul tema dell\\u0027epilessia, favorire la conoscenza della malattia e adottare un linguaggio privo di accenti discriminatori\\u0022 \\u0026egrave; l\\u0027appello della Fie, che ricorda come sulla patologia pesino \\u0022in modo importante, oltre all\\u0027assenza di cure efficaci per almeno una paziente su 3, una grave disinformazione che orienta in modo negativo l\\u0027atteggiamento sociale verso chi ne soffre\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EIl problema \\u0026egrave; che, \\u0022nonostante si tratti di una sindrome neurologica molto diffusa - afferma l\\u0027avvocato Rosa Cervellione, presidente della Fie - l\\u0027epilessia \\u0026egrave; ancora scarsamente conosciuta. 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Ho cercato per anni una terapia, girando le migliori cliniche e incontrando i migliori dottori. Qualcuno mi ha anche consigliato di rivolgermi a uno psichiatra. Ma solo dopo 8 anni di ricerche vane, una dottoressa ha trovato la diagnosi: epilessia causata da malformazione del lobo temporale sinistro\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EDopo la Giornata mondiale dell\\u0027epilessia (12 febbraio), racconta con coraggio la sua storia Randi Ingerman, che dil 14 febbraio a Milano sar\\u0026agrave; il volto noto protagonista del convegno \\u0027Non c\\u0027\\u0026egrave; cura senza cultura\\u0027, organizzato insieme alla Presidenza del Consiglio comunale dalla Fie, Federazione italiana epilessia, di cui l\\u0027attrice e modella americana \\u0026egrave; diventata Ambasciatrice.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u0026nbsp;\\u0022Sensibilizzare la societ\\u0026agrave; civile sul tema dell\\u0027epilessia, favorire la conoscenza della malattia e adottare un linguaggio privo di accenti discriminatori\\u0022 \\u0026egrave; l\\u0027appello della Fie, che ricorda come sulla patologia pesino \\u0022in modo importante, oltre all\\u0027assenza di cure efficaci per almeno una paziente su 3, una grave disinformazione che orienta in modo negativo l\\u0027atteggiamento sociale verso chi ne soffre\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EIl problema \\u0026egrave; che, \\u0022nonostante si tratti di una sindrome neurologica molto diffusa - afferma l\\u0027avvocato Rosa Cervellione, presidente della Fie - l\\u0027epilessia \\u0026egrave; ancora scarsamente conosciuta. 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Le terapie antiepilettiche disponibili risultano efficaci per circa il 70% delle persone con epilessia, evidenzia la Fie, mentre il restante 30% \\u0026egrave; di fatto privo di cura farmacologica.\\u0026nbsp;Gli investimenti pubblici e privati nella ricerca sull\\u0027epilessia - fa notare inoltre la Federazione - sono molto inferiori a quelli destinati alla ricerca su altre malattie neurologiche, altrettanto gravi ma meno diffuse.\\u0026nbsp;Proprio sul fronte della ricerca, la Fie \\u0026egrave; impegnata a raccogliere fondi per il progetto\\u0026nbsp;\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EIn una recente intervista rilasciata\\u0026nbsp; Vanity Fair ha ammesso: \\u0026laquo;Fino a 40 anni mi sono sentita sul tetto del mondo. Ero sana, bellissima e innamorata. Qualche tempo dopo, mi sono ritrovata imbottita di medicinali, in preda alle paranoie, sola e costretta a stare in casa\\u0026raquo;.\\u003Cbr \\\/\\u003E Il malore si \\u0026egrave; manifestato proprio mentre partecipava al reality \\u0022La Fattoria\\u0022. Da allora centinaia di crisi epilettiche l\\u0027hanno tormentata per anni facendola passare dal pavimento di casa al letto d\\u0027ospedale. \\u003Cbr \\\/\\u003EOra ha scoperto l\\u0027olio di canapa, poche gocce sotto la lingua le hanno restituito un po\\u0027 di serenit\\u0026agrave;. \\u003Cbr \\\/\\u003EAlcuni esperimenti avrebbero infatti provato che questa sostanza avrebbe un effetto positivo sui malati di epilessia ed effettivamente da quel momento non ha avuto pi\\u0026ugrave; crisi.\\u003Cbr \\\/\\u003E Attualmente \\u0026egrave; impegnata nel lavoro: ha una sua linea di cosmetici e una di accessori per la cucina. Scrive, suona il flauto e ama cucinare. 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Ho cercato per anni una terapia, girando le migliori cliniche e incontrando i migliori dottori. Qualcuno mi ha anche consigliato di rivolgermi a uno psichiatra. Ma solo dopo 8 anni di ricerche vane, una dottoressa ha trovato la diagnosi: epilessia causata da malformazione del lobo temporale sinistro\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EDopo la Giornata mondiale dell\\u0027epilessia (12 febbraio), racconta con coraggio la sua storia Randi Ingerman, che dil 14 febbraio a Milano sar\\u0026agrave; il volto noto protagonista del convegno \\u0027Non c\\u0027\\u0026egrave; cura senza cultura\\u0027, organizzato insieme alla Presidenza del Consiglio comunale dalla Fie, Federazione italiana epilessia, di cui l\\u0027attrice e modella americana \\u0026egrave; diventata Ambasciatrice.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u0026nbsp;\\u0022Sensibilizzare la societ\\u0026agrave; civile sul tema dell\\u0027epilessia, favorire la conoscenza della malattia e adottare un linguaggio privo di accenti discriminatori\\u0022 \\u0026egrave; l\\u0027appello della Fie, che ricorda come sulla patologia pesino \\u0022in modo importante, oltre all\\u0027assenza di cure efficaci per almeno una paziente su 3, una grave disinformazione che orienta in modo negativo l\\u0027atteggiamento sociale verso chi ne soffre\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EIl problema \\u0026egrave; che, \\u0022nonostante si tratti di una sindrome neurologica molto diffusa - afferma l\\u0027avvocato Rosa Cervellione, presidente della Fie - l\\u0027epilessia \\u0026egrave; ancora scarsamente conosciuta. L\\u0027assenza di informazioni corrette sulla patologia, e sui fenomeni fisiopatologici dei quali le crisi epilettiche sono espressione, ha determinato un pregiudizio difficile da abbattere, che negli anni si \\u0026egrave; nutrito anche di un linguaggio errato e dispregiativo con il quale si parla di epilessia\\u0022. 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Ho cercato per anni una terapia, girando le migliori cliniche e incontrando i migliori dottori. Qualcuno mi ha anche consigliato di rivolgermi a uno psichiatra. Ma solo dopo 8 anni di ricerche vane, una dottoressa ha trovato la diagnosi: epilessia causata da malformazione del lobo temporale sinistro\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EDopo la Giornata mondiale dell\\u0027epilessia (12 febbraio), racconta con coraggio la sua storia Randi Ingerman, che dil 14 febbraio a Milano sar\\u0026agrave; il volto noto protagonista del convegno \\u0027Non c\\u0027\\u0026egrave; cura senza cultura\\u0027, organizzato insieme alla Presidenza del Consiglio comunale dalla Fie, Federazione italiana epilessia, di cui l\\u0027attrice e modella americana \\u0026egrave; diventata Ambasciatrice.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u0026nbsp;\\u0022Sensibilizzare la societ\\u0026agrave; civile sul tema dell\\u0027epilessia, favorire la conoscenza della malattia e adottare un linguaggio privo di accenti discriminatori\\u0022 \\u0026egrave; l\\u0027appello della Fie, che ricorda come sulla patologia pesino \\u0022in modo importante, oltre all\\u0027assenza di cure efficaci per almeno una paziente su 3, una grave disinformazione che orienta in modo negativo l\\u0027atteggiamento sociale verso chi ne soffre\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EIl problema \\u0026egrave; che, \\u0022nonostante si tratti di una sindrome neurologica molto diffusa - afferma l\\u0027avvocato Rosa Cervellione, presidente della Fie - l\\u0027epilessia \\u0026egrave; ancora scarsamente conosciuta. 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Le terapie antiepilettiche disponibili risultano efficaci per circa il 70% delle persone con epilessia, evidenzia la Fie, mentre il restante 30% \\u0026egrave; di fatto privo di cura farmacologica.\\u0026nbsp;Gli investimenti pubblici e privati nella ricerca sull\\u0027epilessia - fa notare inoltre la Federazione - sono molto inferiori a quelli destinati alla ricerca su altre malattie neurologiche, altrettanto gravi ma meno diffuse.\\u0026nbsp;Proprio sul fronte della ricerca, la Fie \\u0026egrave; impegnata a raccogliere fondi per il progetto\\u0026nbsp;\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EIn una recente intervista rilasciata\\u0026nbsp; Vanity Fair ha ammesso: \\u0026laquo;Fino a 40 anni mi sono sentita sul tetto del mondo. Ero sana, bellissima e innamorata. Qualche tempo dopo, mi sono ritrovata imbottita di medicinali, in preda alle paranoie, sola e costretta a stare in casa\\u0026raquo;.\\u003Cbr \\\/\\u003E Il malore si \\u0026egrave; manifestato proprio mentre partecipava al reality \\u0022La Fattoria\\u0022. Da allora centinaia di crisi epilettiche l\\u0027hanno tormentata per anni facendola passare dal pavimento di casa al letto d\\u0027ospedale. \\u003Cbr \\\/\\u003EOra ha scoperto l\\u0027olio di canapa, poche gocce sotto la lingua le hanno restituito un po\\u0027 di serenit\\u0026agrave;. \\u003Cbr \\\/\\u003EAlcuni esperimenti avrebbero infatti provato che questa sostanza avrebbe un effetto positivo sui malati di epilessia ed effettivamente da quel momento non ha avuto pi\\u0026ugrave; crisi.\\u003Cbr \\\/\\u003E Attualmente \\u0026egrave; impegnata nel lavoro: ha una sua linea di cosmetici e una di accessori per la cucina. Scrive, suona il flauto e ama cucinare. 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Ma solo dopo 8 anni di ricerche vane, una dottoressa ha trovato la diagnosi: epilessia causata da malformazione del lobo temporale sinistro\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EDopo la Giornata mondiale dell\\u0027epilessia (12 febbraio), racconta con coraggio la sua storia Randi Ingerman, che dil 14 febbraio a Milano sar\\u0026agrave; il volto noto protagonista del convegno \\u0027Non c\\u0027\\u0026egrave; cura senza cultura\\u0027, organizzato insieme alla Presidenza del Consiglio comunale dalla Fie, Federazione italiana epilessia, di cui l\\u0027attrice e modella americana \\u0026egrave; diventata Ambasciatrice.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u0026nbsp;\\u0022Sensibilizzare la societ\\u0026agrave; civile sul tema dell\\u0027epilessia, favorire la conoscenza della malattia e adottare un linguaggio privo di accenti discriminatori\\u0022 \\u0026egrave; l\\u0027appello della Fie, che ricorda come sulla patologia pesino \\u0022in modo importante, oltre all\\u0027assenza di cure efficaci per almeno una paziente su 3, una grave disinformazione che orienta in modo negativo l\\u0027atteggiamento sociale verso chi ne soffre\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EIl problema \\u0026egrave; che, \\u0022nonostante si tratti di una sindrome neurologica molto diffusa - afferma l\\u0027avvocato Rosa Cervellione, presidente della Fie - l\\u0027epilessia \\u0026egrave; ancora scarsamente conosciuta. L\\u0027assenza di informazioni corrette sulla patologia, e sui fenomeni fisiopatologici dei quali le crisi epilettiche sono espressione, ha determinato un pregiudizio difficile da abbattere, che negli anni si \\u0026egrave; nutrito anche di un linguaggio errato e dispregiativo con il quale si parla di epilessia\\u0022. Le terapie antiepilettiche disponibili risultano efficaci per circa il 70% delle persone con epilessia, evidenzia la Fie, mentre il restante 30% \\u0026egrave; di fatto privo di cura farmacologica.\\u0026nbsp;Gli investimenti pubblici e privati nella ricerca sull\\u0027epilessia - fa notare inoltre la Federazione - sono molto inferiori a quelli destinati alla ricerca su altre malattie neurologiche, altrettanto gravi ma meno diffuse.\\u0026nbsp;Proprio sul fronte della ricerca, la Fie \\u0026egrave; impegnata a raccogliere fondi per il progetto\\u0026nbsp;\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EIn una recente intervista rilasciata\\u0026nbsp; Vanity Fair ha ammesso: \\u0026laquo;Fino a 40 anni mi sono sentita sul tetto del mondo. Ero sana, bellissima e innamorata. Qualche tempo dopo, mi sono ritrovata imbottita di medicinali, in preda alle paranoie, sola e costretta a stare in casa\\u0026raquo;.\\u003Cbr \\\/\\u003E Il malore si \\u0026egrave; manifestato proprio mentre partecipava al reality \\u0022La Fattoria\\u0022. Da allora centinaia di crisi epilettiche l\\u0027hanno tormentata per anni facendola passare dal pavimento di casa al letto d\\u0027ospedale. \\u003Cbr \\\/\\u003EOra ha scoperto l\\u0027olio di canapa, poche gocce sotto la lingua le hanno restituito un po\\u0027 di serenit\\u0026agrave;. \\u003Cbr \\\/\\u003EAlcuni esperimenti avrebbero infatti provato che questa sostanza avrebbe un effetto positivo sui malati di epilessia ed effettivamente da quel momento non ha avuto pi\\u0026ugrave; crisi.\\u003Cbr \\\/\\u003E Attualmente \\u0026egrave; impegnata nel lavoro: ha una sua linea di cosmetici e una di accessori per la cucina. Scrive, suona il flauto e ama cucinare. Ha ripreso a uscire e riscoperto il valore dell\\u0027amicizia, fa yoga, meditazione e pilates; mangia sano e fa massaggi thai. \\u003Cbr \\\/\\u003E Randi cerca di godere delle piccole cose e assaporare quelle briciole di felicit\\u0026agrave; che la vita pu\\u0026ograve; ancora darle.\\u003C\\\/p\\u003E\\u003C\\\/div\\u003E\\u003C\\\/div\\u003E\u0022,\u0022\\u003Cdiv class=\\u0022post-item p-2 position-relative\\u0022\\u003E\\u003Cdiv class=\\u0022slide-pagination bg-dark w-100\\u0022\\u003E20 \\\/ 20\\u003C\\\/div\\u003E\\u003Cdiv style=\\u0022width: 100%; aspect-ratio: 16\\\/9\\u0022 class=\\u0022w-100 bg-dark d-flex justify-content-center align-items-center gallery-slider pb-2\\u0022\\u003E\\u003Cfigure\\u003E\\u003Cpicture class=\\u0027picture-bg\\u0027\\u003E\\u003Csource media=\\u0022(min-width: 0px)\\u0022 srcset=\\u0022https:\\\/\\\/www.milleunadonna.it\\\/media\\\/1517937_9e29776166\\\/preview.webp 754w\\u0022 sizes=\\u0022100vw\\u0022 \\\/\\u003E\\u003Cimg loading=\\u0027lazy\\u0027 src=\\u0027https:\\\/\\\/www.milleunadonna.it\\\/media\\\/1517937_9e29776166\\\/preview.webp\\u0027 alt=\\u0022Randi Ingerman 140 crisi di epilessia dopo 8 anni la diagnosi\\u0022 class=\\u0027figure-img\\u0027 style=\\u0022width: 100%;aspect-ratio: 16\\\/9;object-fit: contain\\u0022 \\\/\\u003E\\u003C\\\/picture\\u003E\\u003C\\\/figure\\u003E\\u003C\\\/div\\u003E\\u003Cdiv class=\\u0022item-didascalia bg-dark\\u0022\\u003E\\u003Cp\\u003EEra considerata troppo formosa negli Usa per fare la modella e la bellissima Randi Ingerman ha tentato la fortuna in Europa. \\u003Cbr \\\/\\u003EIn Italia \\u0026egrave; bastata la sua comparsa nello spot di una vodka per farci innamorarsi di lei, il colpo di grazia ce l\\u0027ha dato con i 12 scatti sexy del calendario di Capital nel 2004.\\u003Cbr \\\/\\u003E Da anni, per\\u0026ograve;, abbiamo perso ogni traccia di lei. \\u003Cbr \\\/\\u003E\\u003Cbr \\\/\\u003E Alla soglia dei 50 anni, Randi ha ancora lo stesso fisico di 20 anni fa ma l\\u0027animo devastato dalla sofferenza scaturita dalla morte del padre, quella del fratello per overdose di antidepressivi, quella della nipotina allattata da una madre tossicodipendente e dall\\u0027impossibilit\\u0026agrave; di diventare mamma, dopo tre aborti spontanei.\\u0026nbsp; Ma a cambiare radicalmente la sua vita \\u0026egrave; stata la malattia.\\u0026nbsp;\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003ERandi confessa:\\u0026nbsp;\\u0022Ho avuto la prima crisi epilettica nel 2006 mentre partecipavo a un reality, e da allora ne ho avute oltre 140: in media, una al mese. Ho cercato per anni una terapia, girando le migliori cliniche e incontrando i migliori dottori. Qualcuno mi ha anche consigliato di rivolgermi a uno psichiatra. Ma solo dopo 8 anni di ricerche vane, una dottoressa ha trovato la diagnosi: epilessia causata da malformazione del lobo temporale sinistro\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EDopo la Giornata mondiale dell\\u0027epilessia (12 febbraio), racconta con coraggio la sua storia Randi Ingerman, che dil 14 febbraio a Milano sar\\u0026agrave; il volto noto protagonista del convegno \\u0027Non c\\u0027\\u0026egrave; cura senza cultura\\u0027, organizzato insieme alla Presidenza del Consiglio comunale dalla Fie, Federazione italiana epilessia, di cui l\\u0027attrice e modella americana \\u0026egrave; diventata Ambasciatrice.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u0026nbsp;\\u0022Sensibilizzare la societ\\u0026agrave; civile sul tema dell\\u0027epilessia, favorire la conoscenza della malattia e adottare un linguaggio privo di accenti discriminatori\\u0022 \\u0026egrave; l\\u0027appello della Fie, che ricorda come sulla patologia pesino \\u0022in modo importante, oltre all\\u0027assenza di cure efficaci per almeno una paziente su 3, una grave disinformazione che orienta in modo negativo l\\u0027atteggiamento sociale verso chi ne soffre\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EIl problema \\u0026egrave; che, \\u0022nonostante si tratti di una sindrome neurologica molto diffusa - afferma l\\u0027avvocato Rosa Cervellione, presidente della Fie - l\\u0027epilessia \\u0026egrave; ancora scarsamente conosciuta. 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Le terapie antiepilettiche disponibili risultano efficaci per circa il 70% delle persone con epilessia, evidenzia la Fie, mentre il restante 30% \\u0026egrave; di fatto privo di cura farmacologica.\\u0026nbsp;Gli investimenti pubblici e privati nella ricerca sull\\u0027epilessia - fa notare inoltre la Federazione - sono molto inferiori a quelli destinati alla ricerca su altre malattie neurologiche, altrettanto gravi ma meno diffuse.\\u0026nbsp;Proprio sul fronte della ricerca, la Fie \\u0026egrave; impegnata a raccogliere fondi per il progetto\\u0026nbsp;\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EIn una recente intervista rilasciata\\u0026nbsp; Vanity Fair ha ammesso: \\u0026laquo;Fino a 40 anni mi sono sentita sul tetto del mondo. Ero sana, bellissima e innamorata. Qualche tempo dopo, mi sono ritrovata imbottita di medicinali, in preda alle paranoie, sola e costretta a stare in casa\\u0026raquo;.\\u003Cbr \\\/\\u003E Il malore si \\u0026egrave; manifestato proprio mentre partecipava al reality \\u0022La Fattoria\\u0022. Da allora centinaia di crisi epilettiche l\\u0027hanno tormentata per anni facendola passare dal pavimento di casa al letto d\\u0027ospedale. \\u003Cbr \\\/\\u003EOra ha scoperto l\\u0027olio di canapa, poche gocce sotto la lingua le hanno restituito un po\\u0027 di serenit\\u0026agrave;. \\u003Cbr \\\/\\u003EAlcuni esperimenti avrebbero infatti provato che questa sostanza avrebbe un effetto positivo sui malati di epilessia ed effettivamente da quel momento non ha avuto pi\\u0026ugrave; crisi.\\u003Cbr \\\/\\u003E Attualmente \\u0026egrave; impegnata nel lavoro: ha una sua linea di cosmetici e una di accessori per la cucina. Scrive, suona il flauto e ama cucinare. 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Era considerata troppo formosa negli Usa per fare la modella e la bellissima Randi Ingerman ha tentato la fortuna in Europa. In Italia è bastata la sua comparsa nello spot di una vodka per farci innamorarsi di lei, il colpo di grazia ce l'ha dato con i 12 scatti sexy del calendario di Capital nel 2004. Da anni, però, abbiamo perso ogni traccia di lei.
Alla soglia dei 50 anni, Randi ha ancora lo stesso fisico di 20 anni fa ma l'animo devastato dalla sofferenza scaturita dalla morte del padre, quella del fratello per overdose di antidepressivi, quella della nipotina allattata da una madre tossicodipendente e dall'impossibilità di diventare mamma, dopo tre aborti spontanei. Ma a cambiare radicalmente la sua vita è stata la malattia.
Randi confessa: "Ho avuto la prima crisi epilettica nel 2006 mentre partecipavo a un reality, e da allora ne ho avute oltre 140: in media, una al mese. Ho cercato per anni una terapia, girando le migliori cliniche e incontrando i migliori dottori. Qualcuno mi ha anche consigliato di rivolgermi a uno psichiatra. Ma solo dopo 8 anni di ricerche vane, una dottoressa ha trovato la diagnosi: epilessia causata da malformazione del lobo temporale sinistro".
Dopo la Giornata mondiale dell'epilessia (12 febbraio), racconta con coraggio la sua storia Randi Ingerman, che dil 14 febbraio a Milano sarà il volto noto protagonista del convegno 'Non c'è cura senza cultura', organizzato insieme alla Presidenza del Consiglio comunale dalla Fie, Federazione italiana epilessia, di cui l'attrice e modella americana è diventata Ambasciatrice.
"Sensibilizzare la società civile sul tema dell'epilessia, favorire la conoscenza della malattia e adottare un linguaggio privo di accenti discriminatori" è l'appello della Fie, che ricorda come sulla patologia pesino "in modo importante, oltre all'assenza di cure efficaci per almeno una paziente su 3, una grave disinformazione che orienta in modo negativo l'atteggiamento sociale verso chi ne soffre".
Il problema è che, "nonostante si tratti di una sindrome neurologica molto diffusa - afferma l'avvocato Rosa Cervellione, presidente della Fie - l'epilessia è ancora scarsamente conosciuta. L'assenza di informazioni corrette sulla patologia, e sui fenomeni fisiopatologici dei quali le crisi epilettiche sono espressione, ha determinato un pregiudizio difficile da abbattere, che negli anni si è nutrito anche di un linguaggio errato e dispregiativo con il quale si parla di epilessia". Le terapie antiepilettiche disponibili risultano efficaci per circa il 70% delle persone con epilessia, evidenzia la Fie, mentre il restante 30% è di fatto privo di cura farmacologica. Gli investimenti pubblici e privati nella ricerca sull'epilessia - fa notare inoltre la Federazione - sono molto inferiori a quelli destinati alla ricerca su altre malattie neurologiche, altrettanto gravi ma meno diffuse. Proprio sul fronte della ricerca, la Fie è impegnata a raccogliere fondi per il progetto
In una recente intervista rilasciata Vanity Fair ha ammesso: «Fino a 40 anni mi sono sentita sul tetto del mondo. Ero sana, bellissima e innamorata. Qualche tempo dopo, mi sono ritrovata imbottita di medicinali, in preda alle paranoie, sola e costretta a stare in casa». Il malore si è manifestato proprio mentre partecipava al reality "La Fattoria". Da allora centinaia di crisi epilettiche l'hanno tormentata per anni facendola passare dal pavimento di casa al letto d'ospedale. Ora ha scoperto l'olio di canapa, poche gocce sotto la lingua le hanno restituito un po' di serenità. Alcuni esperimenti avrebbero infatti provato che questa sostanza avrebbe un effetto positivo sui malati di epilessia ed effettivamente da quel momento non ha avuto più crisi. Attualmente è impegnata nel lavoro: ha una sua linea di cosmetici e una di accessori per la cucina. Scrive, suona il flauto e ama cucinare. Ha ripreso a uscire e riscoperto il valore dell'amicizia, fa yoga, meditazione e pilates; mangia sano e fa massaggi thai. Randi cerca di godere delle piccole cose e assaporare quelle briciole di felicità che la vita può ancora darle.
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Era considerata troppo formosa negli Usa per fare la modella e la bellissima Randi Ingerman ha tentato la fortuna in Europa. In Italia è bastata la sua comparsa nello spot di una vodka per farci innamorarsi di lei, il colpo di grazia ce l'ha dato con i 12 scatti sexy del calendario di Capital nel 2004. Da anni, però, abbiamo perso ogni traccia di lei.
Alla soglia dei 50 anni, Randi ha ancora lo stesso fisico di 20 anni fa ma l'animo devastato dalla sofferenza scaturita dalla morte del padre, quella del fratello per overdose di antidepressivi, quella della nipotina allattata da una madre tossicodipendente e dall'impossibilità di diventare mamma, dopo tre aborti spontanei. Ma a cambiare radicalmente la sua vita è stata la malattia.
Randi confessa: "Ho avuto la prima crisi epilettica nel 2006 mentre partecipavo a un reality, e da allora ne ho avute oltre 140: in media, una al mese. Ho cercato per anni una terapia, girando le migliori cliniche e incontrando i migliori dottori. Qualcuno mi ha anche consigliato di rivolgermi a uno psichiatra. Ma solo dopo 8 anni di ricerche vane, una dottoressa ha trovato la diagnosi: epilessia causata da malformazione del lobo temporale sinistro".
Dopo la Giornata mondiale dell'epilessia (12 febbraio), racconta con coraggio la sua storia Randi Ingerman, che dil 14 febbraio a Milano sarà il volto noto protagonista del convegno 'Non c'è cura senza cultura', organizzato insieme alla Presidenza del Consiglio comunale dalla Fie, Federazione italiana epilessia, di cui l'attrice e modella americana è diventata Ambasciatrice.
"Sensibilizzare la società civile sul tema dell'epilessia, favorire la conoscenza della malattia e adottare un linguaggio privo di accenti discriminatori" è l'appello della Fie, che ricorda come sulla patologia pesino "in modo importante, oltre all'assenza di cure efficaci per almeno una paziente su 3, una grave disinformazione che orienta in modo negativo l'atteggiamento sociale verso chi ne soffre".
Il problema è che, "nonostante si tratti di una sindrome neurologica molto diffusa - afferma l'avvocato Rosa Cervellione, presidente della Fie - l'epilessia è ancora scarsamente conosciuta. L'assenza di informazioni corrette sulla patologia, e sui fenomeni fisiopatologici dei quali le crisi epilettiche sono espressione, ha determinato un pregiudizio difficile da abbattere, che negli anni si è nutrito anche di un linguaggio errato e dispregiativo con il quale si parla di epilessia". Le terapie antiepilettiche disponibili risultano efficaci per circa il 70% delle persone con epilessia, evidenzia la Fie, mentre il restante 30% è di fatto privo di cura farmacologica. Gli investimenti pubblici e privati nella ricerca sull'epilessia - fa notare inoltre la Federazione - sono molto inferiori a quelli destinati alla ricerca su altre malattie neurologiche, altrettanto gravi ma meno diffuse. Proprio sul fronte della ricerca, la Fie è impegnata a raccogliere fondi per il progetto
In una recente intervista rilasciata Vanity Fair ha ammesso: «Fino a 40 anni mi sono sentita sul tetto del mondo. Ero sana, bellissima e innamorata. Qualche tempo dopo, mi sono ritrovata imbottita di medicinali, in preda alle paranoie, sola e costretta a stare in casa». Il malore si è manifestato proprio mentre partecipava al reality "La Fattoria". Da allora centinaia di crisi epilettiche l'hanno tormentata per anni facendola passare dal pavimento di casa al letto d'ospedale. Ora ha scoperto l'olio di canapa, poche gocce sotto la lingua le hanno restituito un po' di serenità. Alcuni esperimenti avrebbero infatti provato che questa sostanza avrebbe un effetto positivo sui malati di epilessia ed effettivamente da quel momento non ha avuto più crisi. Attualmente è impegnata nel lavoro: ha una sua linea di cosmetici e una di accessori per la cucina. Scrive, suona il flauto e ama cucinare. Ha ripreso a uscire e riscoperto il valore dell'amicizia, fa yoga, meditazione e pilates; mangia sano e fa massaggi thai. Randi cerca di godere delle piccole cose e assaporare quelle briciole di felicità che la vita può ancora darle.
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Era considerata troppo formosa negli Usa per fare la modella e la bellissima Randi Ingerman ha tentato la fortuna in Europa. In Italia è bastata la sua comparsa nello spot di una vodka per farci innamorarsi di lei, il colpo di grazia ce l'ha dato con i 12 scatti sexy del calendario di Capital nel 2004. Da anni, però, abbiamo perso ogni traccia di lei.
Alla soglia dei 50 anni, Randi ha ancora lo stesso fisico di 20 anni fa ma l'animo devastato dalla sofferenza scaturita dalla morte del padre, quella del fratello per overdose di antidepressivi, quella della nipotina allattata da una madre tossicodipendente e dall'impossibilità di diventare mamma, dopo tre aborti spontanei. Ma a cambiare radicalmente la sua vita è stata la malattia.
Randi confessa: "Ho avuto la prima crisi epilettica nel 2006 mentre partecipavo a un reality, e da allora ne ho avute oltre 140: in media, una al mese. Ho cercato per anni una terapia, girando le migliori cliniche e incontrando i migliori dottori. Qualcuno mi ha anche consigliato di rivolgermi a uno psichiatra. Ma solo dopo 8 anni di ricerche vane, una dottoressa ha trovato la diagnosi: epilessia causata da malformazione del lobo temporale sinistro".
Dopo la Giornata mondiale dell'epilessia (12 febbraio), racconta con coraggio la sua storia Randi Ingerman, che dil 14 febbraio a Milano sarà il volto noto protagonista del convegno 'Non c'è cura senza cultura', organizzato insieme alla Presidenza del Consiglio comunale dalla Fie, Federazione italiana epilessia, di cui l'attrice e modella americana è diventata Ambasciatrice.
"Sensibilizzare la società civile sul tema dell'epilessia, favorire la conoscenza della malattia e adottare un linguaggio privo di accenti discriminatori" è l'appello della Fie, che ricorda come sulla patologia pesino "in modo importante, oltre all'assenza di cure efficaci per almeno una paziente su 3, una grave disinformazione che orienta in modo negativo l'atteggiamento sociale verso chi ne soffre".
Il problema è che, "nonostante si tratti di una sindrome neurologica molto diffusa - afferma l'avvocato Rosa Cervellione, presidente della Fie - l'epilessia è ancora scarsamente conosciuta. L'assenza di informazioni corrette sulla patologia, e sui fenomeni fisiopatologici dei quali le crisi epilettiche sono espressione, ha determinato un pregiudizio difficile da abbattere, che negli anni si è nutrito anche di un linguaggio errato e dispregiativo con il quale si parla di epilessia". Le terapie antiepilettiche disponibili risultano efficaci per circa il 70% delle persone con epilessia, evidenzia la Fie, mentre il restante 30% è di fatto privo di cura farmacologica. Gli investimenti pubblici e privati nella ricerca sull'epilessia - fa notare inoltre la Federazione - sono molto inferiori a quelli destinati alla ricerca su altre malattie neurologiche, altrettanto gravi ma meno diffuse. Proprio sul fronte della ricerca, la Fie è impegnata a raccogliere fondi per il progetto
In una recente intervista rilasciata Vanity Fair ha ammesso: «Fino a 40 anni mi sono sentita sul tetto del mondo. Ero sana, bellissima e innamorata. Qualche tempo dopo, mi sono ritrovata imbottita di medicinali, in preda alle paranoie, sola e costretta a stare in casa». Il malore si è manifestato proprio mentre partecipava al reality "La Fattoria". Da allora centinaia di crisi epilettiche l'hanno tormentata per anni facendola passare dal pavimento di casa al letto d'ospedale. Ora ha scoperto l'olio di canapa, poche gocce sotto la lingua le hanno restituito un po' di serenità. Alcuni esperimenti avrebbero infatti provato che questa sostanza avrebbe un effetto positivo sui malati di epilessia ed effettivamente da quel momento non ha avuto più crisi. Attualmente è impegnata nel lavoro: ha una sua linea di cosmetici e una di accessori per la cucina. Scrive, suona il flauto e ama cucinare. Ha ripreso a uscire e riscoperto il valore dell'amicizia, fa yoga, meditazione e pilates; mangia sano e fa massaggi thai. Randi cerca di godere delle piccole cose e assaporare quelle briciole di felicità che la vita può ancora darle.
4/20
Era considerata troppo formosa negli Usa per fare la modella e la bellissima Randi Ingerman ha tentato la fortuna in Europa. In Italia è bastata la sua comparsa nello spot di una vodka per farci innamorarsi di lei, il colpo di grazia ce l'ha dato con i 12 scatti sexy del calendario di Capital nel 2004. Da anni, però, abbiamo perso ogni traccia di lei.
Alla soglia dei 50 anni, Randi ha ancora lo stesso fisico di 20 anni fa ma l'animo devastato dalla sofferenza scaturita dalla morte del padre, quella del fratello per overdose di antidepressivi, quella della nipotina allattata da una madre tossicodipendente e dall'impossibilità di diventare mamma, dopo tre aborti spontanei. Ma a cambiare radicalmente la sua vita è stata la malattia.
Randi confessa: "Ho avuto la prima crisi epilettica nel 2006 mentre partecipavo a un reality, e da allora ne ho avute oltre 140: in media, una al mese. Ho cercato per anni una terapia, girando le migliori cliniche e incontrando i migliori dottori. Qualcuno mi ha anche consigliato di rivolgermi a uno psichiatra. Ma solo dopo 8 anni di ricerche vane, una dottoressa ha trovato la diagnosi: epilessia causata da malformazione del lobo temporale sinistro".
Dopo la Giornata mondiale dell'epilessia (12 febbraio), racconta con coraggio la sua storia Randi Ingerman, che dil 14 febbraio a Milano sarà il volto noto protagonista del convegno 'Non c'è cura senza cultura', organizzato insieme alla Presidenza del Consiglio comunale dalla Fie, Federazione italiana epilessia, di cui l'attrice e modella americana è diventata Ambasciatrice.
"Sensibilizzare la società civile sul tema dell'epilessia, favorire la conoscenza della malattia e adottare un linguaggio privo di accenti discriminatori" è l'appello della Fie, che ricorda come sulla patologia pesino "in modo importante, oltre all'assenza di cure efficaci per almeno una paziente su 3, una grave disinformazione che orienta in modo negativo l'atteggiamento sociale verso chi ne soffre".
Il problema è che, "nonostante si tratti di una sindrome neurologica molto diffusa - afferma l'avvocato Rosa Cervellione, presidente della Fie - l'epilessia è ancora scarsamente conosciuta. L'assenza di informazioni corrette sulla patologia, e sui fenomeni fisiopatologici dei quali le crisi epilettiche sono espressione, ha determinato un pregiudizio difficile da abbattere, che negli anni si è nutrito anche di un linguaggio errato e dispregiativo con il quale si parla di epilessia". Le terapie antiepilettiche disponibili risultano efficaci per circa il 70% delle persone con epilessia, evidenzia la Fie, mentre il restante 30% è di fatto privo di cura farmacologica. Gli investimenti pubblici e privati nella ricerca sull'epilessia - fa notare inoltre la Federazione - sono molto inferiori a quelli destinati alla ricerca su altre malattie neurologiche, altrettanto gravi ma meno diffuse. Proprio sul fronte della ricerca, la Fie è impegnata a raccogliere fondi per il progetto
In una recente intervista rilasciata Vanity Fair ha ammesso: «Fino a 40 anni mi sono sentita sul tetto del mondo. Ero sana, bellissima e innamorata. Qualche tempo dopo, mi sono ritrovata imbottita di medicinali, in preda alle paranoie, sola e costretta a stare in casa». Il malore si è manifestato proprio mentre partecipava al reality "La Fattoria". Da allora centinaia di crisi epilettiche l'hanno tormentata per anni facendola passare dal pavimento di casa al letto d'ospedale. Ora ha scoperto l'olio di canapa, poche gocce sotto la lingua le hanno restituito un po' di serenità. Alcuni esperimenti avrebbero infatti provato che questa sostanza avrebbe un effetto positivo sui malati di epilessia ed effettivamente da quel momento non ha avuto più crisi. Attualmente è impegnata nel lavoro: ha una sua linea di cosmetici e una di accessori per la cucina. Scrive, suona il flauto e ama cucinare. Ha ripreso a uscire e riscoperto il valore dell'amicizia, fa yoga, meditazione e pilates; mangia sano e fa massaggi thai. Randi cerca di godere delle piccole cose e assaporare quelle briciole di felicità che la vita può ancora darle.
5/20
Era considerata troppo formosa negli Usa per fare la modella e la bellissima Randi Ingerman ha tentato la fortuna in Europa. In Italia è bastata la sua comparsa nello spot di una vodka per farci innamorarsi di lei, il colpo di grazia ce l'ha dato con i 12 scatti sexy del calendario di Capital nel 2004. Da anni, però, abbiamo perso ogni traccia di lei.
Alla soglia dei 50 anni, Randi ha ancora lo stesso fisico di 20 anni fa ma l'animo devastato dalla sofferenza scaturita dalla morte del padre, quella del fratello per overdose di antidepressivi, quella della nipotina allattata da una madre tossicodipendente e dall'impossibilità di diventare mamma, dopo tre aborti spontanei. Ma a cambiare radicalmente la sua vita è stata la malattia.
Randi confessa: "Ho avuto la prima crisi epilettica nel 2006 mentre partecipavo a un reality, e da allora ne ho avute oltre 140: in media, una al mese. Ho cercato per anni una terapia, girando le migliori cliniche e incontrando i migliori dottori. Qualcuno mi ha anche consigliato di rivolgermi a uno psichiatra. Ma solo dopo 8 anni di ricerche vane, una dottoressa ha trovato la diagnosi: epilessia causata da malformazione del lobo temporale sinistro".
Dopo la Giornata mondiale dell'epilessia (12 febbraio), racconta con coraggio la sua storia Randi Ingerman, che dil 14 febbraio a Milano sarà il volto noto protagonista del convegno 'Non c'è cura senza cultura', organizzato insieme alla Presidenza del Consiglio comunale dalla Fie, Federazione italiana epilessia, di cui l'attrice e modella americana è diventata Ambasciatrice.
"Sensibilizzare la società civile sul tema dell'epilessia, favorire la conoscenza della malattia e adottare un linguaggio privo di accenti discriminatori" è l'appello della Fie, che ricorda come sulla patologia pesino "in modo importante, oltre all'assenza di cure efficaci per almeno una paziente su 3, una grave disinformazione che orienta in modo negativo l'atteggiamento sociale verso chi ne soffre".
Il problema è che, "nonostante si tratti di una sindrome neurologica molto diffusa - afferma l'avvocato Rosa Cervellione, presidente della Fie - l'epilessia è ancora scarsamente conosciuta. L'assenza di informazioni corrette sulla patologia, e sui fenomeni fisiopatologici dei quali le crisi epilettiche sono espressione, ha determinato un pregiudizio difficile da abbattere, che negli anni si è nutrito anche di un linguaggio errato e dispregiativo con il quale si parla di epilessia". Le terapie antiepilettiche disponibili risultano efficaci per circa il 70% delle persone con epilessia, evidenzia la Fie, mentre il restante 30% è di fatto privo di cura farmacologica. Gli investimenti pubblici e privati nella ricerca sull'epilessia - fa notare inoltre la Federazione - sono molto inferiori a quelli destinati alla ricerca su altre malattie neurologiche, altrettanto gravi ma meno diffuse. Proprio sul fronte della ricerca, la Fie è impegnata a raccogliere fondi per il progetto
In una recente intervista rilasciata Vanity Fair ha ammesso: «Fino a 40 anni mi sono sentita sul tetto del mondo. Ero sana, bellissima e innamorata. Qualche tempo dopo, mi sono ritrovata imbottita di medicinali, in preda alle paranoie, sola e costretta a stare in casa». Il malore si è manifestato proprio mentre partecipava al reality "La Fattoria". Da allora centinaia di crisi epilettiche l'hanno tormentata per anni facendola passare dal pavimento di casa al letto d'ospedale. Ora ha scoperto l'olio di canapa, poche gocce sotto la lingua le hanno restituito un po' di serenità. Alcuni esperimenti avrebbero infatti provato che questa sostanza avrebbe un effetto positivo sui malati di epilessia ed effettivamente da quel momento non ha avuto più crisi. Attualmente è impegnata nel lavoro: ha una sua linea di cosmetici e una di accessori per la cucina. Scrive, suona il flauto e ama cucinare. Ha ripreso a uscire e riscoperto il valore dell'amicizia, fa yoga, meditazione e pilates; mangia sano e fa massaggi thai. Randi cerca di godere delle piccole cose e assaporare quelle briciole di felicità che la vita può ancora darle.
6/20
Era considerata troppo formosa negli Usa per fare la modella e la bellissima Randi Ingerman ha tentato la fortuna in Europa. In Italia è bastata la sua comparsa nello spot di una vodka per farci innamorarsi di lei, il colpo di grazia ce l'ha dato con i 12 scatti sexy del calendario di Capital nel 2004. Da anni, però, abbiamo perso ogni traccia di lei.
Alla soglia dei 50 anni, Randi ha ancora lo stesso fisico di 20 anni fa ma l'animo devastato dalla sofferenza scaturita dalla morte del padre, quella del fratello per overdose di antidepressivi, quella della nipotina allattata da una madre tossicodipendente e dall'impossibilità di diventare mamma, dopo tre aborti spontanei. Ma a cambiare radicalmente la sua vita è stata la malattia.
Randi confessa: "Ho avuto la prima crisi epilettica nel 2006 mentre partecipavo a un reality, e da allora ne ho avute oltre 140: in media, una al mese. Ho cercato per anni una terapia, girando le migliori cliniche e incontrando i migliori dottori. Qualcuno mi ha anche consigliato di rivolgermi a uno psichiatra. Ma solo dopo 8 anni di ricerche vane, una dottoressa ha trovato la diagnosi: epilessia causata da malformazione del lobo temporale sinistro".
Dopo la Giornata mondiale dell'epilessia (12 febbraio), racconta con coraggio la sua storia Randi Ingerman, che dil 14 febbraio a Milano sarà il volto noto protagonista del convegno 'Non c'è cura senza cultura', organizzato insieme alla Presidenza del Consiglio comunale dalla Fie, Federazione italiana epilessia, di cui l'attrice e modella americana è diventata Ambasciatrice.
"Sensibilizzare la società civile sul tema dell'epilessia, favorire la conoscenza della malattia e adottare un linguaggio privo di accenti discriminatori" è l'appello della Fie, che ricorda come sulla patologia pesino "in modo importante, oltre all'assenza di cure efficaci per almeno una paziente su 3, una grave disinformazione che orienta in modo negativo l'atteggiamento sociale verso chi ne soffre".
Il problema è che, "nonostante si tratti di una sindrome neurologica molto diffusa - afferma l'avvocato Rosa Cervellione, presidente della Fie - l'epilessia è ancora scarsamente conosciuta. L'assenza di informazioni corrette sulla patologia, e sui fenomeni fisiopatologici dei quali le crisi epilettiche sono espressione, ha determinato un pregiudizio difficile da abbattere, che negli anni si è nutrito anche di un linguaggio errato e dispregiativo con il quale si parla di epilessia". Le terapie antiepilettiche disponibili risultano efficaci per circa il 70% delle persone con epilessia, evidenzia la Fie, mentre il restante 30% è di fatto privo di cura farmacologica. Gli investimenti pubblici e privati nella ricerca sull'epilessia - fa notare inoltre la Federazione - sono molto inferiori a quelli destinati alla ricerca su altre malattie neurologiche, altrettanto gravi ma meno diffuse. Proprio sul fronte della ricerca, la Fie è impegnata a raccogliere fondi per il progetto
In una recente intervista rilasciata Vanity Fair ha ammesso: «Fino a 40 anni mi sono sentita sul tetto del mondo. Ero sana, bellissima e innamorata. Qualche tempo dopo, mi sono ritrovata imbottita di medicinali, in preda alle paranoie, sola e costretta a stare in casa». Il malore si è manifestato proprio mentre partecipava al reality "La Fattoria". Da allora centinaia di crisi epilettiche l'hanno tormentata per anni facendola passare dal pavimento di casa al letto d'ospedale. Ora ha scoperto l'olio di canapa, poche gocce sotto la lingua le hanno restituito un po' di serenità. Alcuni esperimenti avrebbero infatti provato che questa sostanza avrebbe un effetto positivo sui malati di epilessia ed effettivamente da quel momento non ha avuto più crisi. Attualmente è impegnata nel lavoro: ha una sua linea di cosmetici e una di accessori per la cucina. Scrive, suona il flauto e ama cucinare. Ha ripreso a uscire e riscoperto il valore dell'amicizia, fa yoga, meditazione e pilates; mangia sano e fa massaggi thai. Randi cerca di godere delle piccole cose e assaporare quelle briciole di felicità che la vita può ancora darle.
7/20
Era considerata troppo formosa negli Usa per fare la modella e la bellissima Randi Ingerman ha tentato la fortuna in Europa. In Italia è bastata la sua comparsa nello spot di una vodka per farci innamorarsi di lei, il colpo di grazia ce l'ha dato con i 12 scatti sexy del calendario di Capital nel 2004. Da anni, però, abbiamo perso ogni traccia di lei.
Alla soglia dei 50 anni, Randi ha ancora lo stesso fisico di 20 anni fa ma l'animo devastato dalla sofferenza scaturita dalla morte del padre, quella del fratello per overdose di antidepressivi, quella della nipotina allattata da una madre tossicodipendente e dall'impossibilità di diventare mamma, dopo tre aborti spontanei. Ma a cambiare radicalmente la sua vita è stata la malattia.
Randi confessa: "Ho avuto la prima crisi epilettica nel 2006 mentre partecipavo a un reality, e da allora ne ho avute oltre 140: in media, una al mese. Ho cercato per anni una terapia, girando le migliori cliniche e incontrando i migliori dottori. Qualcuno mi ha anche consigliato di rivolgermi a uno psichiatra. Ma solo dopo 8 anni di ricerche vane, una dottoressa ha trovato la diagnosi: epilessia causata da malformazione del lobo temporale sinistro".
Dopo la Giornata mondiale dell'epilessia (12 febbraio), racconta con coraggio la sua storia Randi Ingerman, che dil 14 febbraio a Milano sarà il volto noto protagonista del convegno 'Non c'è cura senza cultura', organizzato insieme alla Presidenza del Consiglio comunale dalla Fie, Federazione italiana epilessia, di cui l'attrice e modella americana è diventata Ambasciatrice.
"Sensibilizzare la società civile sul tema dell'epilessia, favorire la conoscenza della malattia e adottare un linguaggio privo di accenti discriminatori" è l'appello della Fie, che ricorda come sulla patologia pesino "in modo importante, oltre all'assenza di cure efficaci per almeno una paziente su 3, una grave disinformazione che orienta in modo negativo l'atteggiamento sociale verso chi ne soffre".
Il problema è che, "nonostante si tratti di una sindrome neurologica molto diffusa - afferma l'avvocato Rosa Cervellione, presidente della Fie - l'epilessia è ancora scarsamente conosciuta. L'assenza di informazioni corrette sulla patologia, e sui fenomeni fisiopatologici dei quali le crisi epilettiche sono espressione, ha determinato un pregiudizio difficile da abbattere, che negli anni si è nutrito anche di un linguaggio errato e dispregiativo con il quale si parla di epilessia". Le terapie antiepilettiche disponibili risultano efficaci per circa il 70% delle persone con epilessia, evidenzia la Fie, mentre il restante 30% è di fatto privo di cura farmacologica. Gli investimenti pubblici e privati nella ricerca sull'epilessia - fa notare inoltre la Federazione - sono molto inferiori a quelli destinati alla ricerca su altre malattie neurologiche, altrettanto gravi ma meno diffuse. Proprio sul fronte della ricerca, la Fie è impegnata a raccogliere fondi per il progetto
In una recente intervista rilasciata Vanity Fair ha ammesso: «Fino a 40 anni mi sono sentita sul tetto del mondo. Ero sana, bellissima e innamorata. Qualche tempo dopo, mi sono ritrovata imbottita di medicinali, in preda alle paranoie, sola e costretta a stare in casa». Il malore si è manifestato proprio mentre partecipava al reality "La Fattoria". Da allora centinaia di crisi epilettiche l'hanno tormentata per anni facendola passare dal pavimento di casa al letto d'ospedale. Ora ha scoperto l'olio di canapa, poche gocce sotto la lingua le hanno restituito un po' di serenità. Alcuni esperimenti avrebbero infatti provato che questa sostanza avrebbe un effetto positivo sui malati di epilessia ed effettivamente da quel momento non ha avuto più crisi. Attualmente è impegnata nel lavoro: ha una sua linea di cosmetici e una di accessori per la cucina. Scrive, suona il flauto e ama cucinare. Ha ripreso a uscire e riscoperto il valore dell'amicizia, fa yoga, meditazione e pilates; mangia sano e fa massaggi thai. Randi cerca di godere delle piccole cose e assaporare quelle briciole di felicità che la vita può ancora darle.
Era considerata troppo formosa negli Usa per fare la modella e la bellissima Randi Ingerman ha tentato la fortuna in Europa. In Italia è bastata la sua comparsa nello spot di una vodka per farci innamorarsi di lei, il colpo di grazia ce l'ha dato con i 12 scatti sexy del calendario di Capital nel 2004. Da anni, però, abbiamo perso ogni traccia di lei.
Alla soglia dei 50 anni, Randi ha ancora lo stesso fisico di 20 anni fa ma l'animo devastato dalla sofferenza scaturita dalla morte del padre, quella del fratello per overdose di antidepressivi, quella della nipotina allattata da una madre tossicodipendente e dall'impossibilità di diventare mamma, dopo tre aborti spontanei. Ma a cambiare radicalmente la sua vita è stata la malattia.
Randi confessa: "Ho avuto la prima crisi epilettica nel 2006 mentre partecipavo a un reality, e da allora ne ho avute oltre 140: in media, una al mese. Ho cercato per anni una terapia, girando le migliori cliniche e incontrando i migliori dottori. Qualcuno mi ha anche consigliato di rivolgermi a uno psichiatra. Ma solo dopo 8 anni di ricerche vane, una dottoressa ha trovato la diagnosi: epilessia causata da malformazione del lobo temporale sinistro".
Dopo la Giornata mondiale dell'epilessia (12 febbraio), racconta con coraggio la sua storia Randi Ingerman, che dil 14 febbraio a Milano sarà il volto noto protagonista del convegno 'Non c'è cura senza cultura', organizzato insieme alla Presidenza del Consiglio comunale dalla Fie, Federazione italiana epilessia, di cui l'attrice e modella americana è diventata Ambasciatrice.
"Sensibilizzare la società civile sul tema dell'epilessia, favorire la conoscenza della malattia e adottare un linguaggio privo di accenti discriminatori" è l'appello della Fie, che ricorda come sulla patologia pesino "in modo importante, oltre all'assenza di cure efficaci per almeno una paziente su 3, una grave disinformazione che orienta in modo negativo l'atteggiamento sociale verso chi ne soffre".
Il problema è che, "nonostante si tratti di una sindrome neurologica molto diffusa - afferma l'avvocato Rosa Cervellione, presidente della Fie - l'epilessia è ancora scarsamente conosciuta. L'assenza di informazioni corrette sulla patologia, e sui fenomeni fisiopatologici dei quali le crisi epilettiche sono espressione, ha determinato un pregiudizio difficile da abbattere, che negli anni si è nutrito anche di un linguaggio errato e dispregiativo con il quale si parla di epilessia". Le terapie antiepilettiche disponibili risultano efficaci per circa il 70% delle persone con epilessia, evidenzia la Fie, mentre il restante 30% è di fatto privo di cura farmacologica. Gli investimenti pubblici e privati nella ricerca sull'epilessia - fa notare inoltre la Federazione - sono molto inferiori a quelli destinati alla ricerca su altre malattie neurologiche, altrettanto gravi ma meno diffuse. Proprio sul fronte della ricerca, la Fie è impegnata a raccogliere fondi per il progetto
In una recente intervista rilasciata Vanity Fair ha ammesso: «Fino a 40 anni mi sono sentita sul tetto del mondo. Ero sana, bellissima e innamorata. Qualche tempo dopo, mi sono ritrovata imbottita di medicinali, in preda alle paranoie, sola e costretta a stare in casa». Il malore si è manifestato proprio mentre partecipava al reality "La Fattoria". Da allora centinaia di crisi epilettiche l'hanno tormentata per anni facendola passare dal pavimento di casa al letto d'ospedale. Ora ha scoperto l'olio di canapa, poche gocce sotto la lingua le hanno restituito un po' di serenità. Alcuni esperimenti avrebbero infatti provato che questa sostanza avrebbe un effetto positivo sui malati di epilessia ed effettivamente da quel momento non ha avuto più crisi. Attualmente è impegnata nel lavoro: ha una sua linea di cosmetici e una di accessori per la cucina. Scrive, suona il flauto e ama cucinare. Ha ripreso a uscire e riscoperto il valore dell'amicizia, fa yoga, meditazione e pilates; mangia sano e fa massaggi thai. Randi cerca di godere delle piccole cose e assaporare quelle briciole di felicità che la vita può ancora darle.
08/11/2022
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