Il principe Harry costringe Murdoch a chiedergli scusa, 100 investigatori per spiarlo. Risarcimento da capogiro

In memoria della madre Diana

Costretto a chiedere pubbliche scuse, ammissione di colpa su tutta la linea e mega risarcimento. Ha il sapore dell'umiliazione quella che Harry è riuscito a imporre a Rupert Murdoch con l'accordo extragiudiziale formalizzato dagli avvocati dei tabloid britannici del News Group Newspapers (Ngn), di proprietà di quello che viene definito “il vecchio squalo australiano”, con quelli del principe per mettere fine alla lunga battaglia legale intentata dal secondogenito di re Carlo III contro le ossessive intrusioni della stampa popolare d'oltre Manica nella sua sfera privata. Un accordo nato per evitare un processo pubblico e il rischio di una condanna da parte dell'Alta Corte di Londra: una transazione che per il figlio di Lady D significa rinunciare all'obiettivo di una condanna in tribunale (ottenuta nei mesi scorsi nei confronti di un altro editore, quello del Daily Mirror), ma che comunque rappresenta una vittoria schiacciante agli occhi di quasi tutti i commentatori.

Il gruppo Murdoch ha usato 100 investigatori per spiare

Il gruppo Murdoch, rivela David Sherborne, numero uno del collegio legale del principe, "ha illecitamente impiegato più di 100 investigatori privati in oltre 35.000 occasioni in 16 anni" solo per perseguitare Harry. Tratteggiando i contorni di una caccia all'uomo ai limiti dell'ossessione e riferendosi all'epilogo odierno come a una "vittoria monumentale" della giustizia: il riconoscimento di un codice di comportamento votato ad "azioni illegali e di palese disprezzo della legge" ammesso come tale "dopo infinite resistenze, smentite, battaglie giudiziarie". E dopo "più di un miliardo di sterline di pagamenti di spese legali", finalmente il gruppo di Murdoch "è chiamato a rispondere delle sue azioni illegali e del suo palese disprezzo per la legge".

In memoria della madre Diana

Un riconoscimento sostanziale delle ragioni d'una crociata portata avanti - da solo o assieme alla consorte Meghan Markle - a dispetto degli imbarazzi del padre o del fratello erede al trono, William. Una vittoria da dedicare anche e soprattutto alla memoria della madre Diana: morta 28 anni fa nel tragico incidente parigino del tunnel dell'Alma, vittima nel suo ricordo mai davvero cicatrizzato dell'ultimo inseguimento implacabile di reporter e paparazzi senza freni

Indennizzo top secret

L'accordo è stato sancito dinanzi all'Alta Corte di Londra, dove il giudice Timothy Fancourt ha archiviato il processo che sarebbe dovuto iniziare ieri dopo il rinvio chiesto dalle parti sullo sfondo del rilancio di un braccio di ferro negoziale dell'ultimo minuto. L'ammontare dell'indennizzo non è stato rivelato, come sempre in questo tipo di transazioni, ma sarà "sostanzioso"

Gli altri vip spiati

Ciò che più conta per determinare chi abbia vinto e chi abbia perduto è però il contesto dell'intesa: non limitata alla compensazione in denaro, come nel caso delle altre 40 celebrità (compresi l'attore Hugh Grant o l'ex premier laburista Gordon Brown) ritiratisi in precedenza dall'azione legale; bensì allargata all'ammissione piena delle colpe attribuite dai due denuncianti superstiti - Harry e lord Tom Watson, ex vice leader del Labour - sia al Sun sia al defunto News of the World, simboli del sensazionalismo mediatico di casa Murdoch. 

Una confessione pubblica

Una sorta di confessione pubblica, letta dall'avvocato Anthony Hudson a nome del team difensivo di Ngn con tanto di "scuse complete e inequivocabili" rivolte al "Duca di Sussex" come a "Lord Watson", in cui si ammette l'esistenza continuativa per anni di attività di "intercettazione telefonica, sorveglianza e abuso d'informazioni compiute da reporter e investigatori privati su incarico" dei vertici editoriali e giornalistici. Mea culpa che copre l'intero arco di tempo indicato negli atti d'accusa, fra il 1996 e il 2011, e suggella il coinvolgimento diretto dei vertici, negato strenuamente fino a due giorni fa.

Un risultato straordinario

Arrivando a evidenziare nero su bianco "l'impatto" su Harry delle incessanti e "gravi intrusioni nella sua vita privata", perpetrate fin da quando era solo un ragazzo, e quello sulla compianta Lady D. Un risultato "straordinario" persino nelle parole della royal correspondent di Sky News Uk, ex gioiello della corona dell'impero mediatico britannico di Murdoch, che i legali dell'azienda provano a minimizzare aggrappandosi al tentativo di negare una certificazione di illegalità provata - in assenza di sentenze formali - degli abusi contestati (e ora ammessi). Ma che il duca di Sussex rivendica senza sconti, ritagliandosi il diritto di diffondere numeri chiave e dati shock del corposo dossier d'accusa che ha spinto Ngn a cedere per sfuggire nel processo a rivelazioni testimoniali pubbliche di dettagli disastrosi per la sua reputazione e a un prevedibile verdetto giudiziario devastante.

23/01/2025
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