Monica Bellucci: "Ecco com'è innamorarsi alla mia età. Mia figlia Deva? È svantaggiata"
"Una relazione adulta non comporta diventare più responsabili, anzi: implica trovare una persona
che ti consenta ancora di giocare". Monica Bellucci che presenterà alla Mostra di Venezia
“Beetlejuice Beetlejuice”, girato con il compagno Tim Burton, racconta cosa significa innamorarsi a 60 anni. "Ricorda la canzone di Julio Iglesias Innamorarsi alla mia età? “Che male fa innamorarsi alla mia età…”. Ah che bella! A ogni modo, non è così: innamorarsi fa comunque bene. Significa che sei viva, che la luce che porti dentro è intatta. Una grande fortuna" spiega Bellucci in una intervista a Io Donna. "Non è che l’amore adulto implichi diventare più responsabili. Anzi: l’amore adulto comporta trovare una persona che ti consenta ancora di giocare. Ma non voglio eccedere in razionalizzazione, altrimenti si perde la magia. Spiegare l’amore è come scrivere i sogni al mattino: nel momento in cui li metti su carta, svaniscono".
“Beetlejuice 2”: in arrivo l'attesissimo sequel
Trentasei anni dopo, Tim Burton ha diretto il sequel, Beetlejuice Beetlejuice. Monica Bellucci – oggi attrice con quasi 90 film alle spalle e sua compagna – è fra i protagonisti, accanto alle vecchie conoscenze Michael Keaton (Beetlejuice, appunto), Winona Ryder, Catherine O’Hara e alle new entry Jenna Ortega, Willem Dafoe e Justin Theroux. "Stavo lavorando nella moda, avevo avuto le prime copertine, però sognavo il cinema. Ricordo che mi aveva molto colpito. Mi chiedevo: “Come fa il regista ad avere tutta questa fantasia, a creare personaggi così atipici?”. La coppia di giovani sposi fantasma, la stravagante famiglia che ha comprato la loro casa. E l’idea di un esorcista al contrario, che tenta di liberarsi delle persone per lasciare in pace gli spettri… Incredibile!", Bellucci ricorda così quando era uscito il primo. "Questo progetto esisteva già e un giorno Tim mi ha detto: “C’è un ruolo chiave, vorrei proportelo”. Ho accettato ben felice, onorata d’essere in un simile cast. Mi sono calata nel ruolo di Delores, la sposa di Beetlejuice. Una relazione “intensa”: lui rende l’esistenza difficile a chiunque, lei la rende difficile a lui… È una cattiva (una delle pochissime cattive della mia carriera): si risveglia nell’aldilà, piena di cicatrici". "Delores forse è l’incarnazione di una donna che in qualche modo è sopravvissuta, le cicatrici sono quasi una metafora. Eppure è stato divertente impersonarla: Tim ha un approccio “umano” persino riguardo agli effetti speciali. Non usa tanto Cgi (immagini generate al computer, ndr), con gli attori che recitano davanti a uno schermo verde e devono affrontare cose che non esistono… Lui crea veri e propri mostri con cui tu interagisci".
L'incontro
"Purtroppo – e per fortuna – non si può decidere niente a tavolino, quindi gli incontri sono imprevedibili, casuali: ci siamo conosciuti a Lione, al Lumière Film Festival (Bellucci presentava il documentario su Anita Ekberg The Girl in the Fountain e teneva una masterclass, Burton ritirava un premio alla carriera, ndr). Di solito è riservatissima. Come mai a ottobre ha deciso di affrontare il red carpet con Burton a Roma? Tim è stato adorabile, ha voluto accompagnarmi. Siamo insieme, siamo entrambi nel mondo del cinema. È venuto naturale".
La figlia Deva
E quando le chiedono se la figlia Deva ha avuto la strada spianata, Bellucci irritata risponde: "Non ritengo che abbia avuto la strada spianata. Come ripete Deva stessa: ci sono famiglie di avvocati, famiglie di medici e famiglie di artisti. L’indubbio svantaggio è che, se hai genitori nella stessa professione, l’asticella da superare è più alta".
Il 30 settembre 60 anni
"Alla mia età ho scoperto il valore della calma; il distacco che non avevo e che è necessario. E sano. Non puoi lottare, dichiarare guerra a un elemento quale il tempo, troppo più forte di te: devi raggiungere un accordo, firmare un armistizio e sperare che ti accarezzi con grazia. Adorerei essere un punto di riferimento per le più giovani, così come le mie amiche di 80 anni lo sono state e lo sono per me".
Foto Ansa e tratte dal documentario