La clamorosa esclusione di Meghan Markle dagli ex colleghi di "Suits". Buone notizie invece per Harry
Quando Meghan Markle smise i panni di attrice per diventare la fidanzata del principe Harry, era il 2017. Allora dovette dire addio anche Rachel Zane, il personaggio della serie tv Suits che le aveva dato tanta popolarità. Pareva che i rapporti con gli ex colleghi e attori della famosa serie fossero rimasti ottimi visto che l'anno dopo, al royal wedding, erano presenti Gabriel Macht, Patrick J. Adams, Sarah Rafferty e Gina Torres. Allora ci furono grandi festeggiamenti in onore della coppia ma nel frattempo qualcosa deve essere andato storto e oggi pare che tutto sia cambiato visto che gli attori di Suits si sono riuniti per registrare le puntate del podcast Sidebar, dedicato alla serie di cui erano protagonisti, e Meghan è stata la grande assente.
La duchessa ignorata
Nel primo episodio, la duchessa non è stata neanche nominata se non come co-protagonista. Patrick J. Adams (che interpretava Mike Ross) ha infatti elencato gli attori con cui «amava» lavorare sul set a Toronto e tra i nomi, quello di Meghan non c'era proprio. E pensare che fu Patrick, nel 2021, a schierarsi dalla sua parte quando venne accusata di bullismo nei confronti dello staff reale. L'attore all'epoca aveva definito Markle una «persona entusiasta, gentile, collaborativa, generosa, gioiosa». Più di recente, invece, parlando ai giornalisti dei suoi rapporti con Meghan ha dichiarato che tra loro non c'è «nessuna comunicazione».
Di nuovo esclusa
E non si tratta del primo sgarbo: già lo scorso gennaio, alla reunion di Suits sul palco dei Golden Globe 2024, Meghan non c'era al fianco di Gabriel Macht, Patrick J. Adams, Sarah Rafferty e Gina Torres. All’epoca si fecero delle ipotesi su quell’unica assenza: l’invito era stato declinato oppure, semplicemente, non era mai stato mandato. L'assenza di Meghan era ovviamente stata notata da tutti, e Gina Torres ci aveva anche scherzato su: «Ci scambiamo messaggi in una chat di gruppo ma non abbiamo il suo numero di telefono», aveva detto ai microfoni di Variety, aggiungendo: «Dovrà guardarci in tv». E non basta: lo scorso febbraio Gabriel Macht in un'intervista con The Hollywood Reporter, alla domanda sui rapporti con Meghan Markle, aveva risposto: «Zero. No, nessuna comunicazione». Poi l'attore aveva scherzosamente finto di ricevere una chiamata della duchessa: «Oh, aspetta. Eccola. Oh, devo andare».
Le impietose testimonianze dei cameramen
A questo punto, che tra Meghan e i suoi ex colleghi di Suits non ci siano più rapporti sarebbe una certezza alimentata anche dalle voci secondo le quali sul set di Suits non si fosse certo fatta amare. Tempo fa un cameraman ha rivelato al Daily Mail che dietro le quinte Meghan era «difficile, esigente, capricciosa e sgarbata». E che i colleghi di Suits, per i suoi comportamenti da diva, la chiamavano «la principessa» già prima che conoscesse il futuro marito. Secondo un altro operatore video, che ha preferito restare anonimo, Meghan durante le riprese pretendeva lo champagne e quando le telecamere si spegnevano era «decisamente poco amichevole». E ancora: «Quando la vidi la prima volta non sapevo nemmeno chi fosse, ma lei già faceva la superstar. Entrò in sala trucco nascondendo il volto con un cappellino da baseball, come se fosse inseguita dai paparazzi. Era come la caricatura di una diva. Le dive vere, se non hanno una giornata storta, sono molto più semplici e naturali. Non riesco a capire come sia riuscita a incantare Harry. A me è sembrata insicura e viziata».
Il visto Usa del principe Harry non si tocca
Intanto per Harry arrivano buone notizie: il visto americano concesso al principe per poter vivere in California con la consorte Meghan e i figlioletti Archie e Lilibet, dopo il traumatico strappo del 2020 dal resto della famiglia reale britannica, non si tocca. Lo ha stabilito un giudice d'oltreoceano: escludendo non solo una sua rimessa in discussione, ma pure - per motivi di "privacy" - di dover rendere pubblico quanto dichiarato a suo tempo dal duca di Sussex alle autorità immigratorie per ottenerne il rilascio.
Ricorso respinto
La decisione, illustrata ieri in un dispositivo dal giudice Carl Nichols e rimbalzata dai media americani a quelli britannici, rappresenta una bocciatura del ricorso presentato contro Harry l'anno scorso dalla Heritage Foundation, think tank della destra Usa. Ricorso col quale si chiedeva la revoca del visto sulla base delle ammissioni fatte dallo stesso secondogenito di re Carlo III e della defunta principessa Diana nell'autobiografia bestseller 'Spare' su un uso occasionale, 20 anni fa, di marijuana, cocaina e funghi allucinogeni. O, in alternativa, di pubblicare la sua domanda di visto, per verificare che quelle ammissioni fossero state fatte in modo veritiero all'atto prima dell'Ok. Il giudice, tuttavia, non ha riscontrato ragioni d'incompatibilità fra quanto dichiarato e il diritto al visto, non si sa se per scadenza dei termini o altro. E, quanto alla richiesta pubblicazione dell'incartamento, ha tagliato corto che "il duca, come ogni altro cittadino straniero, ha un legittimo interesse alla privacy sul proprio status d'immigrazione" in assenza di "un forte interesse pubblico a divulgarne i dati".
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