Martina Socrate e la Gen Z: “Tutti guardiamo il porno, ecco perché i miei coetanei lo confondono con la realtà”
Content creator e voce del nuovo podcast Gen Zex, Martina Socrate, classe 1998, fresca, ironica e naturale davanti allo schermo, ha conquistato migliaia di follower affrontando temi cari ai suoi coetanei. Nel 2023 diventa la presentatrice del programma Skillz su RaiPlay, mentre il podcast Gen Zex, prodotto da OnePodcast, è disponibile da lunedì 16 settembre su OnePodcast e tutte le principali piattaforme di streaming audio (Spotify, Apple Podcast, Amazon Music, Google Podcast). In questa occasione con molti ospiti ed esperti, affronta importanti tematiche legate al sesso, parlando direttamente alla sua generazione (nati tra il 1997 e il 2012). "Il podcast è nato da una necessità che ho percepito tra me e i miei coetanei. Parlando di sesso tra di noi, mi sono resa conto che, sia sulle tematiche tecniche che quelle meno tecniche, ci mancavano delle nozioni. Serviva una voce diretta e senza tabù ed essendo fan dei podcast ho unito le due cose" ha spiegato a Vanity Fair.
Il rapporto tra le app di dating
"Io personalmente non sono una fan delle app di dating, ne ho scaricata una tempo fa e sono durata due giorni, non riesco a scegliere una persona come se sfogliassi un catalogo. Però so che vanno forte, molti miei amici hanno trovato il partner così. Mi piace più come mezzo per conoscere persone nuove, non solo romanticamente.
La pornografia, OnlyFans e la gen z
Pornografia e OnlyFans li metto sullo stesso piano: il rapporto con la gen z c’è ed è molto stretto, mi ricordo che, quando eravamo in lockdown per via del Covid, le statistiche di visualizzazione dei siti erano schizzate alle stelle. Parlando con persone del mio gruppo, ho notato che fruiamo tutti di porno, magari alla mia età si fa meno fatica a capire che quella non è la realtà dei fatti ed è solo una fonte d’eccitazione. Io mi sono approcciata non troppo presto a questi contenuti e non hanno influito troppo, magari, una persona molto giovane, potrebbe crearsi idee un po’ distorte".
Il queefing
"Una cosa cringe che mi capita ogni tanto, ne parlavo giorni fa con un sessuologo, è il queefing. Questo è il termine tecnico per l’aria vaginale che emette rumore. Le prime volte che succede e non hai confidenza con l’altra persona può essere imbarazzante ma è una cosa che accade a tutte, quindi normalizziamola".
Controllare il telefono del partner?
"Mai. So di persone che si sono arrabbiate perché il partner mandava un cuoricino rosso in più a un’amica. A meno che non ti imbatti in qualcosa di inequivocabile, come il sexting, spiare il cellulare altrui è controproducente. La chat più pericolosa e da preservare assolutamente è quella con la propria migliore amica, dove ti lasci andare a opinioni su di lui che poi magari cambiano e si evolvono. Il telefono è una cosa privata e come tale deve rimanere".
L'educazione nelle scuole
"Sarebbe importantissimo, fin dalla tenera età, anche per preservare i bambini da situazioni equivoche. Per esempio… spiegare loro che il sesso, tendenzialmente, è una cosa privata, anche banalmente, cambiarsi i vestiti in pubblico, deve essere fatto in sicurezza perché possono essere presenti persone innocue e sguardi meno innocui. L’educazione sessuale, poi, alle medie e al liceo, sarebbe utile per normalizzare il tema, parlare di precauzioni e farlo usando la chiave della semplicità, non dello spavento".
Rapporto con i genitori?
"Nel mio caso, parlo tranquillamente sia con mamma che con papà, lei è più pudica e imbarazzata, lui più easy. Non me ne frega niente che loro ascoltino le mie esperienze tramite il podcast, sono super free in questo".
Cosa direbbe alla Martina 16enne
"Le direi che fa bene ad andare piano. Già all’epoca non sentivo la pressione di dover fare esperienze solo perché le facevano gli altri, me ne importava poco. Io ho aspettato finché non mi sono sentita a mio agio e con la persona che volevo. Quindi, se tornassi indietro, le direi: “Brava Martina”".