Fedez parla a cuore aperto del suo cancro e sfata un fortissimo tabù sulla malattia
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Ma chi c.... lo ha detto?\\u0022. E prosegue Fedez: \\u0022Ti dicono che quando ti ammali scopri il vero senso della vita, ma col c...., la mia vita \\u0026egrave; peggiorata, sono diventato depresso e sono diventato un essere umano peggiore io, dopo il cancro. Ed \\u0026egrave; questa la figata del mio cancro. Perch\\u0026eacute; dovrei essere una persona migliore?\\u0022, conclude. Un momento di condivisione che potrebbe essere utile a quanti, come lui, si ammalano stanno semplicemente peggio perch\\u0026eacute; nel frattempo non scoprono alcun recondito senso della vita. \\u0022Il pensiero che ho fatto io \\u0026egrave; questo: se non sono migliorato, forse sono ancora peggio di prima. E l\\u0026igrave; subentra un senso di colpa che non dovrebbe esserci - spiega - perch\\u0026eacute; non \\u0026egrave; detto che dalla malattia bisogna uscire migliori. 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La sua \\u0026egrave; una testimonianza lontana dai tab\\u0026ugrave; che in passato hanno riguardato la parola \\u0026ldquo;cancro\\u0026rdquo;, resa durante anche il talk \\u0026ldquo;Brutto male addio\\u0026rdquo; al festival \\u0026ldquo;Il Tempo della salute\\u0026rdquo; a Milano, a cui ha partecipato anche il chirurgo che ha operato Fedez all\\u0027Irccs San Raffaele, Massimo Falconi. \\u0022Oggi devo anche cercare di mangiare lentamente - continua Fedez - cosa che mi riesce difficilissima, ma rispetto quello a cui andavo incontro, \\u0026egrave; un grande lusso\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cstrong\\u003EUn ricordo indelebile\\u003C\\\/strong\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EAnche sulla cicatrice che ha ancora sull\\u0027addome dopo l\\u0027intervento, spiega: \\u0022Il mio rapporto con essa non \\u0026egrave; mai stato dei migliori, ma \\u0026egrave; un ricordo indelebile, molto utile, di quello che ho dovuto passare\\u0022. Racconta poi l\\u0027artista che \\u0022nel momento specifico della diagnosi, un po\\u0027 tutto ti aiuta e un po\\u0027 tutto ti danneggia. Sono tuttora in costante fase di elaborazione della faccenda. In quel momento - continua - credo che la famiglia e gli amici pi\\u0026ugrave; stretti siano stati fondamentali per affrontare lo tsunami emotivo che mi \\u0026egrave; caduto addosso\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cstrong\\u003ERivedere le priorit\\u0026agrave;\\u003C\\\/strong\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003ESul come sia cambiata la sua vita dopo il tumore al pancreas, Fedez dice che \\u0022\\u0026egrave; presto per tirare le somme. Nel momento in cui scopri di avere una malattia - aggiunge - c\\u0027\\u0026egrave; una rigerarchizzazione delle tue priorit\\u0026agrave; ma non \\u0026egrave; sempre detto che ci si ricordi per sempre di un\\u0027esperienza cos\\u0026igrave; traumatica, \\u0026egrave; un esercizio che bisogna fare per capire quanto si \\u0026egrave; stati fortunati\\u0022. E ancora: \\u0022La malattia \\u0026egrave; una finestra a forma di spirale, a volte ti ci allontani\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cem\\u003EFoto Ansa e Instagram\\u003C\\\/em\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E\\u003C\\\/div\\u003E\\u003C\\\/div\\u003E\u0022,\u0022\\u003Cdiv class=\\u0022post-item p-2 position-relative\\u0022\\u003E\\u003Cdiv class=\\u0022slide-pagination bg-dark w-100\\u0022\\u003E2 \\\/ 40\\u003C\\\/div\\u003E\\u003Cdiv style=\\u0022width: 100%; aspect-ratio: 16\\\/9\\u0022 class=\\u0022w-100 bg-dark d-flex justify-content-center align-items-center gallery-slider pb-2\\u0022\\u003E\\u003Cfigure\\u003E\\u003Cpicture class=\\u0027picture-bg\\u0027\\u003E\\u003Csource media=\\u0022(min-width: 0px)\\u0022 srcset=\\u0022https:\\\/\\\/www.milleunadonna.it\\\/media\\\/2239379_44e1a5428b\\\/preview.webp 754w\\u0022 sizes=\\u0022100vw\\u0022 width=\\u0022755\\u0022 height=\\u0022412\\u0022 \\\/\\u003E\\u003Cimg loading=\\u0027lazy\\u0027 src=\\u0027https:\\\/\\\/www.milleunadonna.it\\\/media\\\/2239379_44e1a5428b\\\/preview.webp\\u0027 alt=\\u0022Fedez parla a cuore aperto del suo cancro e sfata un fortissimo tabu sulla malattia\\u0022 class=\\u0027figure-img\\u0027 style=\\u0022width: 100%;aspect-ratio: 16\\\/9;object-fit: contain\\u0022 width=\\u0022755\\u0022 height=\\u0022412\\u0022 \\\/\\u003E\\u003C\\\/picture\\u003E\\u003C\\\/figure\\u003E\\u003C\\\/div\\u003E\\u003Cdiv class=\\u0022item-didascalia bg-dark\\u0022\\u003E\\u003Cp\\u003ESe ha un merito Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, \\u0026egrave; quello di avere assestato un grosso colpo allo stereotipo che vuole chi si ammala e rischia la salute e la vita ammantato da una sorta di aura di saggezza e di quasi santit\\u0026agrave;. \\u0022Il tumore mi ha reso una persona peggiore\\u0022, afferma senza giri di parole il rapper nel podcast su YouTube \\u0026ldquo;Muschio Selvaggio\\u0026rdquo;, parlando del raro cancro neuroendocrino del pancreas che lo ha colpito e per cui \\u0026egrave; stato operato a marzo scorso. \\u0022Dicono che il cancro fa scoprire il senso della vita, ma col c....\\u0022, esclama.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cstrong\\u003ENon si deve essere migliori dopo la malattia\\u003C\\\/strong\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u0022Quando mi sono ammalato di cancro - spiega l\\u0027artista - la narrazione che nella mia testa doveva esserci era: ho avuto il cancro e di conseguenza questa esperienza mi migliorer\\u0026agrave; come essere umano. 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Ma chi c.... lo ha detto?\\u0022. E prosegue Fedez: \\u0022Ti dicono che quando ti ammali scopri il vero senso della vita, ma col c...., la mia vita \\u0026egrave; peggiorata, sono diventato depresso e sono diventato un essere umano peggiore io, dopo il cancro. Ed \\u0026egrave; questa la figata del mio cancro. Perch\\u0026eacute; dovrei essere una persona migliore?\\u0022, conclude. Un momento di condivisione che potrebbe essere utile a quanti, come lui, si ammalano stanno semplicemente peggio perch\\u0026eacute; nel frattempo non scoprono alcun recondito senso della vita. \\u0022Il pensiero che ho fatto io \\u0026egrave; questo: se non sono migliorato, forse sono ancora peggio di prima. E l\\u0026igrave; subentra un senso di colpa che non dovrebbe esserci - spiega - perch\\u0026eacute; non \\u0026egrave; detto che dalla malattia bisogna uscire migliori. Se si \\u0026egrave; stronzi si pu\\u0026ograve; anche rimanere benissimo stronzi come prima, senza che per questo subentri un senso di colpa\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cstrong\\u003ELa testimonianza sul tab\\u0026ugrave; del tumore al pancreas\\u003C\\\/strong\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EMa non si sono solo spine sulla rosa che Fedez ha colto: \\u0022Vivo assolutamente bene oggi, anche se ho delle conseguenze. Prevalentemente sono problemi di tipo gastrico, di digestione. Il mio pancreas - o meglio quel che ne rimane - non produce pi\\u0026ugrave; abbastanza enzimi e sono costretto ad assumerli prima di mangiare\\u0022. La sua \\u0026egrave; una testimonianza lontana dai tab\\u0026ugrave; che in passato hanno riguardato la parola \\u0026ldquo;cancro\\u0026rdquo;, resa durante anche il talk \\u0026ldquo;Brutto male addio\\u0026rdquo; al festival \\u0026ldquo;Il Tempo della salute\\u0026rdquo; a Milano, a cui ha partecipato anche il chirurgo che ha operato Fedez all\\u0027Irccs San Raffaele, Massimo Falconi. \\u0022Oggi devo anche cercare di mangiare lentamente - continua Fedez - cosa che mi riesce difficilissima, ma rispetto quello a cui andavo incontro, \\u0026egrave; un grande lusso\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cstrong\\u003EUn ricordo indelebile\\u003C\\\/strong\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EAnche sulla cicatrice che ha ancora sull\\u0027addome dopo l\\u0027intervento, spiega: \\u0022Il mio rapporto con essa non \\u0026egrave; mai stato dei migliori, ma \\u0026egrave; un ricordo indelebile, molto utile, di quello che ho dovuto passare\\u0022. 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La sua \\u0026egrave; una testimonianza lontana dai tab\\u0026ugrave; che in passato hanno riguardato la parola \\u0026ldquo;cancro\\u0026rdquo;, resa durante anche il talk \\u0026ldquo;Brutto male addio\\u0026rdquo; al festival \\u0026ldquo;Il Tempo della salute\\u0026rdquo; a Milano, a cui ha partecipato anche il chirurgo che ha operato Fedez all\\u0027Irccs San Raffaele, Massimo Falconi. \\u0022Oggi devo anche cercare di mangiare lentamente - continua Fedez - cosa che mi riesce difficilissima, ma rispetto quello a cui andavo incontro, \\u0026egrave; un grande lusso\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cstrong\\u003EUn ricordo indelebile\\u003C\\\/strong\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EAnche sulla cicatrice che ha ancora sull\\u0027addome dopo l\\u0027intervento, spiega: \\u0022Il mio rapporto con essa non \\u0026egrave; mai stato dei migliori, ma \\u0026egrave; un ricordo indelebile, molto utile, di quello che ho dovuto passare\\u0022. 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La sua \\u0026egrave; una testimonianza lontana dai tab\\u0026ugrave; che in passato hanno riguardato la parola \\u0026ldquo;cancro\\u0026rdquo;, resa durante anche il talk \\u0026ldquo;Brutto male addio\\u0026rdquo; al festival \\u0026ldquo;Il Tempo della salute\\u0026rdquo; a Milano, a cui ha partecipato anche il chirurgo che ha operato Fedez all\\u0027Irccs San Raffaele, Massimo Falconi. \\u0022Oggi devo anche cercare di mangiare lentamente - continua Fedez - cosa che mi riesce difficilissima, ma rispetto quello a cui andavo incontro, \\u0026egrave; un grande lusso\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cstrong\\u003EUn ricordo indelebile\\u003C\\\/strong\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EAnche sulla cicatrice che ha ancora sull\\u0027addome dopo l\\u0027intervento, spiega: \\u0022Il mio rapporto con essa non \\u0026egrave; mai stato dei migliori, ma \\u0026egrave; un ricordo indelebile, molto utile, di quello che ho dovuto passare\\u0022. Racconta poi l\\u0027artista che \\u0022nel momento specifico della diagnosi, un po\\u0027 tutto ti aiuta e un po\\u0027 tutto ti danneggia. Sono tuttora in costante fase di elaborazione della faccenda. In quel momento - continua - credo che la famiglia e gli amici pi\\u0026ugrave; stretti siano stati fondamentali per affrontare lo tsunami emotivo che mi \\u0026egrave; caduto addosso\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cstrong\\u003ERivedere le priorit\\u0026agrave;\\u003C\\\/strong\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003ESul come sia cambiata la sua vita dopo il tumore al pancreas, Fedez dice che \\u0022\\u0026egrave; presto per tirare le somme. 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Se si \\u0026egrave; stronzi si pu\\u0026ograve; anche rimanere benissimo stronzi come prima, senza che per questo subentri un senso di colpa\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cstrong\\u003ELa testimonianza sul tab\\u0026ugrave; del tumore al pancreas\\u003C\\\/strong\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EMa non si sono solo spine sulla rosa che Fedez ha colto: \\u0022Vivo assolutamente bene oggi, anche se ho delle conseguenze. Prevalentemente sono problemi di tipo gastrico, di digestione. Il mio pancreas - o meglio quel che ne rimane - non produce pi\\u0026ugrave; abbastanza enzimi e sono costretto ad assumerli prima di mangiare\\u0022. La sua \\u0026egrave; una testimonianza lontana dai tab\\u0026ugrave; che in passato hanno riguardato la parola \\u0026ldquo;cancro\\u0026rdquo;, resa durante anche il talk \\u0026ldquo;Brutto male addio\\u0026rdquo; al festival \\u0026ldquo;Il Tempo della salute\\u0026rdquo; a Milano, a cui ha partecipato anche il chirurgo che ha operato Fedez all\\u0027Irccs San Raffaele, Massimo Falconi. \\u0022Oggi devo anche cercare di mangiare lentamente - continua Fedez - cosa che mi riesce difficilissima, ma rispetto quello a cui andavo incontro, \\u0026egrave; un grande lusso\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cstrong\\u003EUn ricordo indelebile\\u003C\\\/strong\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EAnche sulla cicatrice che ha ancora sull\\u0027addome dopo l\\u0027intervento, spiega: \\u0022Il mio rapporto con essa non \\u0026egrave; mai stato dei migliori, ma \\u0026egrave; un ricordo indelebile, molto utile, di quello che ho dovuto passare\\u0022. Racconta poi l\\u0027artista che \\u0022nel momento specifico della diagnosi, un po\\u0027 tutto ti aiuta e un po\\u0027 tutto ti danneggia. Sono tuttora in costante fase di elaborazione della faccenda. In quel momento - continua - credo che la famiglia e gli amici pi\\u0026ugrave; stretti siano stati fondamentali per affrontare lo tsunami emotivo che mi \\u0026egrave; caduto addosso\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cstrong\\u003ERivedere le priorit\\u0026agrave;\\u003C\\\/strong\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003ESul come sia cambiata la sua vita dopo il tumore al pancreas, Fedez dice che \\u0022\\u0026egrave; presto per tirare le somme. 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Racconta poi l\\u0027artista che \\u0022nel momento specifico della diagnosi, un po\\u0027 tutto ti aiuta e un po\\u0027 tutto ti danneggia. Sono tuttora in costante fase di elaborazione della faccenda. In quel momento - continua - credo che la famiglia e gli amici pi\\u0026ugrave; stretti siano stati fondamentali per affrontare lo tsunami emotivo che mi \\u0026egrave; caduto addosso\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cstrong\\u003ERivedere le priorit\\u0026agrave;\\u003C\\\/strong\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003ESul come sia cambiata la sua vita dopo il tumore al pancreas, Fedez dice che \\u0022\\u0026egrave; presto per tirare le somme. 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E ancora: \\u0022La malattia \\u0026egrave; una finestra a forma di spirale, a volte ti ci allontani\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cem\\u003EFoto Ansa e Instagram\\u003C\\\/em\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E\\u003C\\\/div\\u003E\\u003C\\\/div\\u003E\u0022,\u0022\\u003Cdiv class=\\u0022post-item p-2 position-relative\\u0022\\u003E\\u003Cdiv class=\\u0022slide-pagination bg-dark w-100\\u0022\\u003E16 \\\/ 40\\u003C\\\/div\\u003E\\u003Cdiv style=\\u0022width: 100%; aspect-ratio: 16\\\/9\\u0022 class=\\u0022w-100 bg-dark d-flex justify-content-center align-items-center gallery-slider pb-2\\u0022\\u003E\\u003Cfigure\\u003E\\u003Cpicture class=\\u0027picture-bg\\u0027\\u003E\\u003Csource media=\\u0022(min-width: 0px)\\u0022 srcset=\\u0022https:\\\/\\\/www.milleunadonna.it\\\/media\\\/2154980_4cb252ef4e\\\/preview.webp 754w\\u0022 sizes=\\u0022100vw\\u0022 width=\\u0022755\\u0022 height=\\u0022425\\u0022 \\\/\\u003E\\u003Cimg loading=\\u0027lazy\\u0027 src=\\u0027https:\\\/\\\/www.milleunadonna.it\\\/media\\\/2154980_4cb252ef4e\\\/preview.webp\\u0027 alt=\\u0022Fedez parla a cuore aperto del suo cancro e sfata un fortissimo tabu sulla malattia\\u0022 class=\\u0027figure-img\\u0027 style=\\u0022width: 100%;aspect-ratio: 16\\\/9;object-fit: contain\\u0022 width=\\u0022755\\u0022 height=\\u0022425\\u0022 \\\/\\u003E\\u003C\\\/picture\\u003E\\u003C\\\/figure\\u003E\\u003C\\\/div\\u003E\\u003Cdiv class=\\u0022item-didascalia bg-dark\\u0022\\u003E\\u003Cp\\u003ESe ha un merito Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, \\u0026egrave; quello di avere assestato un grosso colpo allo stereotipo che vuole chi si ammala e rischia la salute e la vita ammantato da una sorta di aura di saggezza e di quasi santit\\u0026agrave;. \\u0022Il tumore mi ha reso una persona peggiore\\u0022, afferma senza giri di parole il rapper nel podcast su YouTube \\u0026ldquo;Muschio Selvaggio\\u0026rdquo;, parlando del raro cancro neuroendocrino del pancreas che lo ha colpito e per cui \\u0026egrave; stato operato a marzo scorso. \\u0022Dicono che il cancro fa scoprire il senso della vita, ma col c....\\u0022, esclama.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cstrong\\u003ENon si deve essere migliori dopo la malattia\\u003C\\\/strong\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u0022Quando mi sono ammalato di cancro - spiega l\\u0027artista - la narrazione che nella mia testa doveva esserci era: ho avuto il cancro e di conseguenza questa esperienza mi migliorer\\u0026agrave; come essere umano. Ma chi c.... lo ha detto?\\u0022. E prosegue Fedez: \\u0022Ti dicono che quando ti ammali scopri il vero senso della vita, ma col c...., la mia vita \\u0026egrave; peggiorata, sono diventato depresso e sono diventato un essere umano peggiore io, dopo il cancro. Ed \\u0026egrave; questa la figata del mio cancro. Perch\\u0026eacute; dovrei essere una persona migliore?\\u0022, conclude. Un momento di condivisione che potrebbe essere utile a quanti, come lui, si ammalano stanno semplicemente peggio perch\\u0026eacute; nel frattempo non scoprono alcun recondito senso della vita. \\u0022Il pensiero che ho fatto io \\u0026egrave; questo: se non sono migliorato, forse sono ancora peggio di prima. E l\\u0026igrave; subentra un senso di colpa che non dovrebbe esserci - spiega - perch\\u0026eacute; non \\u0026egrave; detto che dalla malattia bisogna uscire migliori. Se si \\u0026egrave; stronzi si pu\\u0026ograve; anche rimanere benissimo stronzi come prima, senza che per questo subentri un senso di colpa\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cstrong\\u003ELa testimonianza sul tab\\u0026ugrave; del tumore al pancreas\\u003C\\\/strong\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EMa non si sono solo spine sulla rosa che Fedez ha colto: \\u0022Vivo assolutamente bene oggi, anche se ho delle conseguenze. Prevalentemente sono problemi di tipo gastrico, di digestione. Il mio pancreas - o meglio quel che ne rimane - non produce pi\\u0026ugrave; abbastanza enzimi e sono costretto ad assumerli prima di mangiare\\u0022. La sua \\u0026egrave; una testimonianza lontana dai tab\\u0026ugrave; che in passato hanno riguardato la parola \\u0026ldquo;cancro\\u0026rdquo;, resa durante anche il talk \\u0026ldquo;Brutto male addio\\u0026rdquo; al festival \\u0026ldquo;Il Tempo della salute\\u0026rdquo; a Milano, a cui ha partecipato anche il chirurgo che ha operato Fedez all\\u0027Irccs San Raffaele, Massimo Falconi. \\u0022Oggi devo anche cercare di mangiare lentamente - continua Fedez - cosa che mi riesce difficilissima, ma rispetto quello a cui andavo incontro, \\u0026egrave; un grande lusso\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cstrong\\u003EUn ricordo indelebile\\u003C\\\/strong\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EAnche sulla cicatrice che ha ancora sull\\u0027addome dopo l\\u0027intervento, spiega: \\u0022Il mio rapporto con essa non \\u0026egrave; mai stato dei migliori, ma \\u0026egrave; un ricordo indelebile, molto utile, di quello che ho dovuto passare\\u0022. 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Ma chi c.... lo ha detto?\\u0022. E prosegue Fedez: \\u0022Ti dicono che quando ti ammali scopri il vero senso della vita, ma col c...., la mia vita \\u0026egrave; peggiorata, sono diventato depresso e sono diventato un essere umano peggiore io, dopo il cancro. Ed \\u0026egrave; questa la figata del mio cancro. Perch\\u0026eacute; dovrei essere una persona migliore?\\u0022, conclude. Un momento di condivisione che potrebbe essere utile a quanti, come lui, si ammalano stanno semplicemente peggio perch\\u0026eacute; nel frattempo non scoprono alcun recondito senso della vita. \\u0022Il pensiero che ho fatto io \\u0026egrave; questo: se non sono migliorato, forse sono ancora peggio di prima. E l\\u0026igrave; subentra un senso di colpa che non dovrebbe esserci - spiega - perch\\u0026eacute; non \\u0026egrave; detto che dalla malattia bisogna uscire migliori. 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La sua \\u0026egrave; una testimonianza lontana dai tab\\u0026ugrave; che in passato hanno riguardato la parola \\u0026ldquo;cancro\\u0026rdquo;, resa durante anche il talk \\u0026ldquo;Brutto male addio\\u0026rdquo; al festival \\u0026ldquo;Il Tempo della salute\\u0026rdquo; a Milano, a cui ha partecipato anche il chirurgo che ha operato Fedez all\\u0027Irccs San Raffaele, Massimo Falconi. \\u0022Oggi devo anche cercare di mangiare lentamente - continua Fedez - cosa che mi riesce difficilissima, ma rispetto quello a cui andavo incontro, \\u0026egrave; un grande lusso\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cstrong\\u003EUn ricordo indelebile\\u003C\\\/strong\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EAnche sulla cicatrice che ha ancora sull\\u0027addome dopo l\\u0027intervento, spiega: \\u0022Il mio rapporto con essa non \\u0026egrave; mai stato dei migliori, ma \\u0026egrave; un ricordo indelebile, molto utile, di quello che ho dovuto passare\\u0022. Racconta poi l\\u0027artista che \\u0022nel momento specifico della diagnosi, un po\\u0027 tutto ti aiuta e un po\\u0027 tutto ti danneggia. Sono tuttora in costante fase di elaborazione della faccenda. In quel momento - continua - credo che la famiglia e gli amici pi\\u0026ugrave; stretti siano stati fondamentali per affrontare lo tsunami emotivo che mi \\u0026egrave; caduto addosso\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cstrong\\u003ERivedere le priorit\\u0026agrave;\\u003C\\\/strong\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003ESul come sia cambiata la sua vita dopo il tumore al pancreas, Fedez dice che \\u0022\\u0026egrave; presto per tirare le somme. 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Ma chi c.... lo ha detto?\\u0022. E prosegue Fedez: \\u0022Ti dicono che quando ti ammali scopri il vero senso della vita, ma col c...., la mia vita \\u0026egrave; peggiorata, sono diventato depresso e sono diventato un essere umano peggiore io, dopo il cancro. Ed \\u0026egrave; questa la figata del mio cancro. Perch\\u0026eacute; dovrei essere una persona migliore?\\u0022, conclude. Un momento di condivisione che potrebbe essere utile a quanti, come lui, si ammalano stanno semplicemente peggio perch\\u0026eacute; nel frattempo non scoprono alcun recondito senso della vita. \\u0022Il pensiero che ho fatto io \\u0026egrave; questo: se non sono migliorato, forse sono ancora peggio di prima. E l\\u0026igrave; subentra un senso di colpa che non dovrebbe esserci - spiega - perch\\u0026eacute; non \\u0026egrave; detto che dalla malattia bisogna uscire migliori. 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La sua \\u0026egrave; una testimonianza lontana dai tab\\u0026ugrave; che in passato hanno riguardato la parola \\u0026ldquo;cancro\\u0026rdquo;, resa durante anche il talk \\u0026ldquo;Brutto male addio\\u0026rdquo; al festival \\u0026ldquo;Il Tempo della salute\\u0026rdquo; a Milano, a cui ha partecipato anche il chirurgo che ha operato Fedez all\\u0027Irccs San Raffaele, Massimo Falconi. \\u0022Oggi devo anche cercare di mangiare lentamente - continua Fedez - cosa che mi riesce difficilissima, ma rispetto quello a cui andavo incontro, \\u0026egrave; un grande lusso\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cstrong\\u003EUn ricordo indelebile\\u003C\\\/strong\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EAnche sulla cicatrice che ha ancora sull\\u0027addome dopo l\\u0027intervento, spiega: \\u0022Il mio rapporto con essa non \\u0026egrave; mai stato dei migliori, ma \\u0026egrave; un ricordo indelebile, molto utile, di quello che ho dovuto passare\\u0022. Racconta poi l\\u0027artista che \\u0022nel momento specifico della diagnosi, un po\\u0027 tutto ti aiuta e un po\\u0027 tutto ti danneggia. Sono tuttora in costante fase di elaborazione della faccenda. In quel momento - continua - credo che la famiglia e gli amici pi\\u0026ugrave; stretti siano stati fondamentali per affrontare lo tsunami emotivo che mi \\u0026egrave; caduto addosso\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cstrong\\u003ERivedere le priorit\\u0026agrave;\\u003C\\\/strong\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003ESul come sia cambiata la sua vita dopo il tumore al pancreas, Fedez dice che \\u0022\\u0026egrave; presto per tirare le somme. 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La sua \\u0026egrave; una testimonianza lontana dai tab\\u0026ugrave; che in passato hanno riguardato la parola \\u0026ldquo;cancro\\u0026rdquo;, resa durante anche il talk \\u0026ldquo;Brutto male addio\\u0026rdquo; al festival \\u0026ldquo;Il Tempo della salute\\u0026rdquo; a Milano, a cui ha partecipato anche il chirurgo che ha operato Fedez all\\u0027Irccs San Raffaele, Massimo Falconi. \\u0022Oggi devo anche cercare di mangiare lentamente - continua Fedez - cosa che mi riesce difficilissima, ma rispetto quello a cui andavo incontro, \\u0026egrave; un grande lusso\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cstrong\\u003EUn ricordo indelebile\\u003C\\\/strong\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EAnche sulla cicatrice che ha ancora sull\\u0027addome dopo l\\u0027intervento, spiega: \\u0022Il mio rapporto con essa non \\u0026egrave; mai stato dei migliori, ma \\u0026egrave; un ricordo indelebile, molto utile, di quello che ho dovuto passare\\u0022. 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La sua \\u0026egrave; una testimonianza lontana dai tab\\u0026ugrave; che in passato hanno riguardato la parola \\u0026ldquo;cancro\\u0026rdquo;, resa durante anche il talk \\u0026ldquo;Brutto male addio\\u0026rdquo; al festival \\u0026ldquo;Il Tempo della salute\\u0026rdquo; a Milano, a cui ha partecipato anche il chirurgo che ha operato Fedez all\\u0027Irccs San Raffaele, Massimo Falconi. \\u0022Oggi devo anche cercare di mangiare lentamente - continua Fedez - cosa che mi riesce difficilissima, ma rispetto quello a cui andavo incontro, \\u0026egrave; un grande lusso\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cstrong\\u003EUn ricordo indelebile\\u003C\\\/strong\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EAnche sulla cicatrice che ha ancora sull\\u0027addome dopo l\\u0027intervento, spiega: \\u0022Il mio rapporto con essa non \\u0026egrave; mai stato dei migliori, ma \\u0026egrave; un ricordo indelebile, molto utile, di quello che ho dovuto passare\\u0022. 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E ancora: \\u0022La malattia \\u0026egrave; una finestra a forma di spirale, a volte ti ci allontani\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cem\\u003EFoto Ansa e Instagram\\u003C\\\/em\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E\\u003C\\\/div\\u003E\\u003C\\\/div\\u003E\u0022,\u0022\\u003Cdiv class=\\u0022post-item p-2 position-relative\\u0022\\u003E\\u003Cdiv class=\\u0022slide-pagination bg-dark w-100\\u0022\\u003E31 \\\/ 40\\u003C\\\/div\\u003E\\u003Cdiv style=\\u0022width: 100%; aspect-ratio: 16\\\/9\\u0022 class=\\u0022w-100 bg-dark d-flex justify-content-center align-items-center gallery-slider pb-2\\u0022\\u003E\\u003Cfigure\\u003E\\u003Cpicture class=\\u0027picture-bg\\u0027\\u003E\\u003Csource media=\\u0022(min-width: 0px)\\u0022 srcset=\\u0022https:\\\/\\\/www.milleunadonna.it\\\/media\\\/2150699_f6d3d0ccc9\\\/preview.webp 754w\\u0022 sizes=\\u0022100vw\\u0022 width=\\u0022755\\u0022 height=\\u0022425\\u0022 \\\/\\u003E\\u003Cimg loading=\\u0027lazy\\u0027 src=\\u0027https:\\\/\\\/www.milleunadonna.it\\\/media\\\/2150699_f6d3d0ccc9\\\/preview.webp\\u0027 alt=\\u0022Fedez parla a cuore aperto del suo cancro e sfata un fortissimo tabu sulla malattia\\u0022 class=\\u0027figure-img\\u0027 style=\\u0022width: 100%;aspect-ratio: 16\\\/9;object-fit: contain\\u0022 width=\\u0022755\\u0022 height=\\u0022425\\u0022 \\\/\\u003E\\u003C\\\/picture\\u003E\\u003C\\\/figure\\u003E\\u003C\\\/div\\u003E\\u003Cdiv class=\\u0022item-didascalia bg-dark\\u0022\\u003E\\u003Cp\\u003ESe ha un merito Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, \\u0026egrave; quello di avere assestato un grosso colpo allo stereotipo che vuole chi si ammala e rischia la salute e la vita ammantato da una sorta di aura di saggezza e di quasi santit\\u0026agrave;. \\u0022Il tumore mi ha reso una persona peggiore\\u0022, afferma senza giri di parole il rapper nel podcast su YouTube \\u0026ldquo;Muschio Selvaggio\\u0026rdquo;, parlando del raro cancro neuroendocrino del pancreas che lo ha colpito e per cui \\u0026egrave; stato operato a marzo scorso. \\u0022Dicono che il cancro fa scoprire il senso della vita, ma col c....\\u0022, esclama.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cstrong\\u003ENon si deve essere migliori dopo la malattia\\u003C\\\/strong\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u0022Quando mi sono ammalato di cancro - spiega l\\u0027artista - la narrazione che nella mia testa doveva esserci era: ho avuto il cancro e di conseguenza questa esperienza mi migliorer\\u0026agrave; come essere umano. Ma chi c.... lo ha detto?\\u0022. E prosegue Fedez: \\u0022Ti dicono che quando ti ammali scopri il vero senso della vita, ma col c...., la mia vita \\u0026egrave; peggiorata, sono diventato depresso e sono diventato un essere umano peggiore io, dopo il cancro. Ed \\u0026egrave; questa la figata del mio cancro. Perch\\u0026eacute; dovrei essere una persona migliore?\\u0022, conclude. Un momento di condivisione che potrebbe essere utile a quanti, come lui, si ammalano stanno semplicemente peggio perch\\u0026eacute; nel frattempo non scoprono alcun recondito senso della vita. \\u0022Il pensiero che ho fatto io \\u0026egrave; questo: se non sono migliorato, forse sono ancora peggio di prima. E l\\u0026igrave; subentra un senso di colpa che non dovrebbe esserci - spiega - perch\\u0026eacute; non \\u0026egrave; detto che dalla malattia bisogna uscire migliori. Se si \\u0026egrave; stronzi si pu\\u0026ograve; anche rimanere benissimo stronzi come prima, senza che per questo subentri un senso di colpa\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cstrong\\u003ELa testimonianza sul tab\\u0026ugrave; del tumore al pancreas\\u003C\\\/strong\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EMa non si sono solo spine sulla rosa che Fedez ha colto: \\u0022Vivo assolutamente bene oggi, anche se ho delle conseguenze. Prevalentemente sono problemi di tipo gastrico, di digestione. Il mio pancreas - o meglio quel che ne rimane - non produce pi\\u0026ugrave; abbastanza enzimi e sono costretto ad assumerli prima di mangiare\\u0022. La sua \\u0026egrave; una testimonianza lontana dai tab\\u0026ugrave; che in passato hanno riguardato la parola \\u0026ldquo;cancro\\u0026rdquo;, resa durante anche il talk \\u0026ldquo;Brutto male addio\\u0026rdquo; al festival \\u0026ldquo;Il Tempo della salute\\u0026rdquo; a Milano, a cui ha partecipato anche il chirurgo che ha operato Fedez all\\u0027Irccs San Raffaele, Massimo Falconi. \\u0022Oggi devo anche cercare di mangiare lentamente - continua Fedez - cosa che mi riesce difficilissima, ma rispetto quello a cui andavo incontro, \\u0026egrave; un grande lusso\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cstrong\\u003EUn ricordo indelebile\\u003C\\\/strong\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EAnche sulla cicatrice che ha ancora sull\\u0027addome dopo l\\u0027intervento, spiega: \\u0022Il mio rapporto con essa non \\u0026egrave; mai stato dei migliori, ma \\u0026egrave; un ricordo indelebile, molto utile, di quello che ho dovuto passare\\u0022. 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Nel momento in cui scopri di avere una malattia - aggiunge - c\\u0027\\u0026egrave; una rigerarchizzazione delle tue priorit\\u0026agrave; ma non \\u0026egrave; sempre detto che ci si ricordi per sempre di un\\u0027esperienza cos\\u0026igrave; traumatica, \\u0026egrave; un esercizio che bisogna fare per capire quanto si \\u0026egrave; stati fortunati\\u0022. 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Ma chi c.... lo ha detto?\\u0022. E prosegue Fedez: \\u0022Ti dicono che quando ti ammali scopri il vero senso della vita, ma col c...., la mia vita \\u0026egrave; peggiorata, sono diventato depresso e sono diventato un essere umano peggiore io, dopo il cancro. Ed \\u0026egrave; questa la figata del mio cancro. Perch\\u0026eacute; dovrei essere una persona migliore?\\u0022, conclude. Un momento di condivisione che potrebbe essere utile a quanti, come lui, si ammalano stanno semplicemente peggio perch\\u0026eacute; nel frattempo non scoprono alcun recondito senso della vita. \\u0022Il pensiero che ho fatto io \\u0026egrave; questo: se non sono migliorato, forse sono ancora peggio di prima. E l\\u0026igrave; subentra un senso di colpa che non dovrebbe esserci - spiega - perch\\u0026eacute; non \\u0026egrave; detto che dalla malattia bisogna uscire migliori. 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La sua \\u0026egrave; una testimonianza lontana dai tab\\u0026ugrave; che in passato hanno riguardato la parola \\u0026ldquo;cancro\\u0026rdquo;, resa durante anche il talk \\u0026ldquo;Brutto male addio\\u0026rdquo; al festival \\u0026ldquo;Il Tempo della salute\\u0026rdquo; a Milano, a cui ha partecipato anche il chirurgo che ha operato Fedez all\\u0027Irccs San Raffaele, Massimo Falconi. \\u0022Oggi devo anche cercare di mangiare lentamente - continua Fedez - cosa che mi riesce difficilissima, ma rispetto quello a cui andavo incontro, \\u0026egrave; un grande lusso\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cstrong\\u003EUn ricordo indelebile\\u003C\\\/strong\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EAnche sulla cicatrice che ha ancora sull\\u0027addome dopo l\\u0027intervento, spiega: \\u0022Il mio rapporto con essa non \\u0026egrave; mai stato dei migliori, ma \\u0026egrave; un ricordo indelebile, molto utile, di quello che ho dovuto passare\\u0022. 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Ma chi c.... lo ha detto?\\u0022. E prosegue Fedez: \\u0022Ti dicono che quando ti ammali scopri il vero senso della vita, ma col c...., la mia vita \\u0026egrave; peggiorata, sono diventato depresso e sono diventato un essere umano peggiore io, dopo il cancro. Ed \\u0026egrave; questa la figata del mio cancro. Perch\\u0026eacute; dovrei essere una persona migliore?\\u0022, conclude. Un momento di condivisione che potrebbe essere utile a quanti, come lui, si ammalano stanno semplicemente peggio perch\\u0026eacute; nel frattempo non scoprono alcun recondito senso della vita. \\u0022Il pensiero che ho fatto io \\u0026egrave; questo: se non sono migliorato, forse sono ancora peggio di prima. E l\\u0026igrave; subentra un senso di colpa che non dovrebbe esserci - spiega - perch\\u0026eacute; non \\u0026egrave; detto che dalla malattia bisogna uscire migliori. 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La sua \\u0026egrave; una testimonianza lontana dai tab\\u0026ugrave; che in passato hanno riguardato la parola \\u0026ldquo;cancro\\u0026rdquo;, resa durante anche il talk \\u0026ldquo;Brutto male addio\\u0026rdquo; al festival \\u0026ldquo;Il Tempo della salute\\u0026rdquo; a Milano, a cui ha partecipato anche il chirurgo che ha operato Fedez all\\u0027Irccs San Raffaele, Massimo Falconi. \\u0022Oggi devo anche cercare di mangiare lentamente - continua Fedez - cosa che mi riesce difficilissima, ma rispetto quello a cui andavo incontro, \\u0026egrave; un grande lusso\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cstrong\\u003EUn ricordo indelebile\\u003C\\\/strong\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003EAnche sulla cicatrice che ha ancora sull\\u0027addome dopo l\\u0027intervento, spiega: \\u0022Il mio rapporto con essa non \\u0026egrave; mai stato dei migliori, ma \\u0026egrave; un ricordo indelebile, molto utile, di quello che ho dovuto passare\\u0022. Racconta poi l\\u0027artista che \\u0022nel momento specifico della diagnosi, un po\\u0027 tutto ti aiuta e un po\\u0027 tutto ti danneggia. Sono tuttora in costante fase di elaborazione della faccenda. In quel momento - continua - credo che la famiglia e gli amici pi\\u0026ugrave; stretti siano stati fondamentali per affrontare lo tsunami emotivo che mi \\u0026egrave; caduto addosso\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cstrong\\u003ERivedere le priorit\\u0026agrave;\\u003C\\\/strong\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003ESul come sia cambiata la sua vita dopo il tumore al pancreas, Fedez dice che \\u0022\\u0026egrave; presto per tirare le somme. 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Racconta poi l\\u0027artista che \\u0022nel momento specifico della diagnosi, un po\\u0027 tutto ti aiuta e un po\\u0027 tutto ti danneggia. Sono tuttora in costante fase di elaborazione della faccenda. In quel momento - continua - credo che la famiglia e gli amici pi\\u0026ugrave; stretti siano stati fondamentali per affrontare lo tsunami emotivo che mi \\u0026egrave; caduto addosso\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cstrong\\u003ERivedere le priorit\\u0026agrave;\\u003C\\\/strong\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003ESul come sia cambiata la sua vita dopo il tumore al pancreas, Fedez dice che \\u0022\\u0026egrave; presto per tirare le somme. 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Racconta poi l\\u0027artista che \\u0022nel momento specifico della diagnosi, un po\\u0027 tutto ti aiuta e un po\\u0027 tutto ti danneggia. Sono tuttora in costante fase di elaborazione della faccenda. In quel momento - continua - credo che la famiglia e gli amici pi\\u0026ugrave; stretti siano stati fondamentali per affrontare lo tsunami emotivo che mi \\u0026egrave; caduto addosso\\u0022.\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003E\\u003Cstrong\\u003ERivedere le priorit\\u0026agrave;\\u003C\\\/strong\\u003E\\u003C\\\/p\\u003E \\u003Cp\\u003ESul come sia cambiata la sua vita dopo il tumore al pancreas, Fedez dice che \\u0022\\u0026egrave; presto per tirare le somme. 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Se ha un merito Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, è quello di avere assestato un grosso colpo allo stereotipo che vuole chi si ammala e rischia la salute e la vita ammantato da una sorta di aura di saggezza e di quasi santità. "Il tumore mi ha reso una persona peggiore", afferma senza giri di parole il rapper nel podcast su YouTube “Muschio Selvaggio”, parlando del raro cancro neuroendocrino del pancreas che lo ha colpito e per cui è stato operato a marzo scorso. "Dicono che il cancro fa scoprire il senso della vita, ma col c....", esclama.
Non si deve essere migliori dopo la malattia
"Quando mi sono ammalato di cancro - spiega l'artista - la narrazione che nella mia testa doveva esserci era: ho avuto il cancro e di conseguenza questa esperienza mi migliorerà come essere umano. Ma chi c.... lo ha detto?". E prosegue Fedez: "Ti dicono che quando ti ammali scopri il vero senso della vita, ma col c...., la mia vita è peggiorata, sono diventato depresso e sono diventato un essere umano peggiore io, dopo il cancro. Ed è questa la figata del mio cancro. Perché dovrei essere una persona migliore?", conclude. Un momento di condivisione che potrebbe essere utile a quanti, come lui, si ammalano stanno semplicemente peggio perché nel frattempo non scoprono alcun recondito senso della vita. "Il pensiero che ho fatto io è questo: se non sono migliorato, forse sono ancora peggio di prima. E lì subentra un senso di colpa che non dovrebbe esserci - spiega - perché non è detto che dalla malattia bisogna uscire migliori. Se si è stronzi si può anche rimanere benissimo stronzi come prima, senza che per questo subentri un senso di colpa".
La testimonianza sul tabù del tumore al pancreas
Ma non si sono solo spine sulla rosa che Fedez ha colto: "Vivo assolutamente bene oggi, anche se ho delle conseguenze. Prevalentemente sono problemi di tipo gastrico, di digestione. Il mio pancreas - o meglio quel che ne rimane - non produce più abbastanza enzimi e sono costretto ad assumerli prima di mangiare". La sua è una testimonianza lontana dai tabù che in passato hanno riguardato la parola “cancro”, resa durante anche il talk “Brutto male addio” al festival “Il Tempo della salute” a Milano, a cui ha partecipato anche il chirurgo che ha operato Fedez all'Irccs San Raffaele, Massimo Falconi. "Oggi devo anche cercare di mangiare lentamente - continua Fedez - cosa che mi riesce difficilissima, ma rispetto quello a cui andavo incontro, è un grande lusso".
Un ricordo indelebile
Anche sulla cicatrice che ha ancora sull'addome dopo l'intervento, spiega: "Il mio rapporto con essa non è mai stato dei migliori, ma è un ricordo indelebile, molto utile, di quello che ho dovuto passare". Racconta poi l'artista che "nel momento specifico della diagnosi, un po' tutto ti aiuta e un po' tutto ti danneggia. Sono tuttora in costante fase di elaborazione della faccenda. In quel momento - continua - credo che la famiglia e gli amici più stretti siano stati fondamentali per affrontare lo tsunami emotivo che mi è caduto addosso".
Rivedere le priorità
Sul come sia cambiata la sua vita dopo il tumore al pancreas, Fedez dice che "è presto per tirare le somme. Nel momento in cui scopri di avere una malattia - aggiunge - c'è una rigerarchizzazione delle tue priorità ma non è sempre detto che ci si ricordi per sempre di un'esperienza così traumatica, è un esercizio che bisogna fare per capire quanto si è stati fortunati". E ancora: "La malattia è una finestra a forma di spirale, a volte ti ci allontani".
Foto Ansa e Instagram
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Se ha un merito Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, è quello di avere assestato un grosso colpo allo stereotipo che vuole chi si ammala e rischia la salute e la vita ammantato da una sorta di aura di saggezza e di quasi santità. "Il tumore mi ha reso una persona peggiore", afferma senza giri di parole il rapper nel podcast su YouTube “Muschio Selvaggio”, parlando del raro cancro neuroendocrino del pancreas che lo ha colpito e per cui è stato operato a marzo scorso. "Dicono che il cancro fa scoprire il senso della vita, ma col c....", esclama.
Non si deve essere migliori dopo la malattia
"Quando mi sono ammalato di cancro - spiega l'artista - la narrazione che nella mia testa doveva esserci era: ho avuto il cancro e di conseguenza questa esperienza mi migliorerà come essere umano. Ma chi c.... lo ha detto?". E prosegue Fedez: "Ti dicono che quando ti ammali scopri il vero senso della vita, ma col c...., la mia vita è peggiorata, sono diventato depresso e sono diventato un essere umano peggiore io, dopo il cancro. Ed è questa la figata del mio cancro. Perché dovrei essere una persona migliore?", conclude. Un momento di condivisione che potrebbe essere utile a quanti, come lui, si ammalano stanno semplicemente peggio perché nel frattempo non scoprono alcun recondito senso della vita. "Il pensiero che ho fatto io è questo: se non sono migliorato, forse sono ancora peggio di prima. E lì subentra un senso di colpa che non dovrebbe esserci - spiega - perché non è detto che dalla malattia bisogna uscire migliori. Se si è stronzi si può anche rimanere benissimo stronzi come prima, senza che per questo subentri un senso di colpa".
La testimonianza sul tabù del tumore al pancreas
Ma non si sono solo spine sulla rosa che Fedez ha colto: "Vivo assolutamente bene oggi, anche se ho delle conseguenze. Prevalentemente sono problemi di tipo gastrico, di digestione. Il mio pancreas - o meglio quel che ne rimane - non produce più abbastanza enzimi e sono costretto ad assumerli prima di mangiare". La sua è una testimonianza lontana dai tabù che in passato hanno riguardato la parola “cancro”, resa durante anche il talk “Brutto male addio” al festival “Il Tempo della salute” a Milano, a cui ha partecipato anche il chirurgo che ha operato Fedez all'Irccs San Raffaele, Massimo Falconi. "Oggi devo anche cercare di mangiare lentamente - continua Fedez - cosa che mi riesce difficilissima, ma rispetto quello a cui andavo incontro, è un grande lusso".
Un ricordo indelebile
Anche sulla cicatrice che ha ancora sull'addome dopo l'intervento, spiega: "Il mio rapporto con essa non è mai stato dei migliori, ma è un ricordo indelebile, molto utile, di quello che ho dovuto passare". Racconta poi l'artista che "nel momento specifico della diagnosi, un po' tutto ti aiuta e un po' tutto ti danneggia. Sono tuttora in costante fase di elaborazione della faccenda. In quel momento - continua - credo che la famiglia e gli amici più stretti siano stati fondamentali per affrontare lo tsunami emotivo che mi è caduto addosso".
Rivedere le priorità
Sul come sia cambiata la sua vita dopo il tumore al pancreas, Fedez dice che "è presto per tirare le somme. Nel momento in cui scopri di avere una malattia - aggiunge - c'è una rigerarchizzazione delle tue priorità ma non è sempre detto che ci si ricordi per sempre di un'esperienza così traumatica, è un esercizio che bisogna fare per capire quanto si è stati fortunati". E ancora: "La malattia è una finestra a forma di spirale, a volte ti ci allontani".
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Se ha un merito Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, è quello di avere assestato un grosso colpo allo stereotipo che vuole chi si ammala e rischia la salute e la vita ammantato da una sorta di aura di saggezza e di quasi santità. "Il tumore mi ha reso una persona peggiore", afferma senza giri di parole il rapper nel podcast su YouTube “Muschio Selvaggio”, parlando del raro cancro neuroendocrino del pancreas che lo ha colpito e per cui è stato operato a marzo scorso. "Dicono che il cancro fa scoprire il senso della vita, ma col c....", esclama.
Non si deve essere migliori dopo la malattia
"Quando mi sono ammalato di cancro - spiega l'artista - la narrazione che nella mia testa doveva esserci era: ho avuto il cancro e di conseguenza questa esperienza mi migliorerà come essere umano. Ma chi c.... lo ha detto?". E prosegue Fedez: "Ti dicono che quando ti ammali scopri il vero senso della vita, ma col c...., la mia vita è peggiorata, sono diventato depresso e sono diventato un essere umano peggiore io, dopo il cancro. Ed è questa la figata del mio cancro. Perché dovrei essere una persona migliore?", conclude. Un momento di condivisione che potrebbe essere utile a quanti, come lui, si ammalano stanno semplicemente peggio perché nel frattempo non scoprono alcun recondito senso della vita. "Il pensiero che ho fatto io è questo: se non sono migliorato, forse sono ancora peggio di prima. E lì subentra un senso di colpa che non dovrebbe esserci - spiega - perché non è detto che dalla malattia bisogna uscire migliori. Se si è stronzi si può anche rimanere benissimo stronzi come prima, senza che per questo subentri un senso di colpa".
La testimonianza sul tabù del tumore al pancreas
Ma non si sono solo spine sulla rosa che Fedez ha colto: "Vivo assolutamente bene oggi, anche se ho delle conseguenze. Prevalentemente sono problemi di tipo gastrico, di digestione. Il mio pancreas - o meglio quel che ne rimane - non produce più abbastanza enzimi e sono costretto ad assumerli prima di mangiare". La sua è una testimonianza lontana dai tabù che in passato hanno riguardato la parola “cancro”, resa durante anche il talk “Brutto male addio” al festival “Il Tempo della salute” a Milano, a cui ha partecipato anche il chirurgo che ha operato Fedez all'Irccs San Raffaele, Massimo Falconi. "Oggi devo anche cercare di mangiare lentamente - continua Fedez - cosa che mi riesce difficilissima, ma rispetto quello a cui andavo incontro, è un grande lusso".
Un ricordo indelebile
Anche sulla cicatrice che ha ancora sull'addome dopo l'intervento, spiega: "Il mio rapporto con essa non è mai stato dei migliori, ma è un ricordo indelebile, molto utile, di quello che ho dovuto passare". Racconta poi l'artista che "nel momento specifico della diagnosi, un po' tutto ti aiuta e un po' tutto ti danneggia. Sono tuttora in costante fase di elaborazione della faccenda. In quel momento - continua - credo che la famiglia e gli amici più stretti siano stati fondamentali per affrontare lo tsunami emotivo che mi è caduto addosso".
Rivedere le priorità
Sul come sia cambiata la sua vita dopo il tumore al pancreas, Fedez dice che "è presto per tirare le somme. Nel momento in cui scopri di avere una malattia - aggiunge - c'è una rigerarchizzazione delle tue priorità ma non è sempre detto che ci si ricordi per sempre di un'esperienza così traumatica, è un esercizio che bisogna fare per capire quanto si è stati fortunati". E ancora: "La malattia è una finestra a forma di spirale, a volte ti ci allontani".
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Se ha un merito Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, è quello di avere assestato un grosso colpo allo stereotipo che vuole chi si ammala e rischia la salute e la vita ammantato da una sorta di aura di saggezza e di quasi santità. "Il tumore mi ha reso una persona peggiore", afferma senza giri di parole il rapper nel podcast su YouTube “Muschio Selvaggio”, parlando del raro cancro neuroendocrino del pancreas che lo ha colpito e per cui è stato operato a marzo scorso. "Dicono che il cancro fa scoprire il senso della vita, ma col c....", esclama.
Non si deve essere migliori dopo la malattia
"Quando mi sono ammalato di cancro - spiega l'artista - la narrazione che nella mia testa doveva esserci era: ho avuto il cancro e di conseguenza questa esperienza mi migliorerà come essere umano. Ma chi c.... lo ha detto?". E prosegue Fedez: "Ti dicono che quando ti ammali scopri il vero senso della vita, ma col c...., la mia vita è peggiorata, sono diventato depresso e sono diventato un essere umano peggiore io, dopo il cancro. Ed è questa la figata del mio cancro. Perché dovrei essere una persona migliore?", conclude. Un momento di condivisione che potrebbe essere utile a quanti, come lui, si ammalano stanno semplicemente peggio perché nel frattempo non scoprono alcun recondito senso della vita. "Il pensiero che ho fatto io è questo: se non sono migliorato, forse sono ancora peggio di prima. E lì subentra un senso di colpa che non dovrebbe esserci - spiega - perché non è detto che dalla malattia bisogna uscire migliori. Se si è stronzi si può anche rimanere benissimo stronzi come prima, senza che per questo subentri un senso di colpa".
La testimonianza sul tabù del tumore al pancreas
Ma non si sono solo spine sulla rosa che Fedez ha colto: "Vivo assolutamente bene oggi, anche se ho delle conseguenze. Prevalentemente sono problemi di tipo gastrico, di digestione. Il mio pancreas - o meglio quel che ne rimane - non produce più abbastanza enzimi e sono costretto ad assumerli prima di mangiare". La sua è una testimonianza lontana dai tabù che in passato hanno riguardato la parola “cancro”, resa durante anche il talk “Brutto male addio” al festival “Il Tempo della salute” a Milano, a cui ha partecipato anche il chirurgo che ha operato Fedez all'Irccs San Raffaele, Massimo Falconi. "Oggi devo anche cercare di mangiare lentamente - continua Fedez - cosa che mi riesce difficilissima, ma rispetto quello a cui andavo incontro, è un grande lusso".
Un ricordo indelebile
Anche sulla cicatrice che ha ancora sull'addome dopo l'intervento, spiega: "Il mio rapporto con essa non è mai stato dei migliori, ma è un ricordo indelebile, molto utile, di quello che ho dovuto passare". Racconta poi l'artista che "nel momento specifico della diagnosi, un po' tutto ti aiuta e un po' tutto ti danneggia. Sono tuttora in costante fase di elaborazione della faccenda. In quel momento - continua - credo che la famiglia e gli amici più stretti siano stati fondamentali per affrontare lo tsunami emotivo che mi è caduto addosso".
Rivedere le priorità
Sul come sia cambiata la sua vita dopo il tumore al pancreas, Fedez dice che "è presto per tirare le somme. Nel momento in cui scopri di avere una malattia - aggiunge - c'è una rigerarchizzazione delle tue priorità ma non è sempre detto che ci si ricordi per sempre di un'esperienza così traumatica, è un esercizio che bisogna fare per capire quanto si è stati fortunati". E ancora: "La malattia è una finestra a forma di spirale, a volte ti ci allontani".
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Se ha un merito Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, è quello di avere assestato un grosso colpo allo stereotipo che vuole chi si ammala e rischia la salute e la vita ammantato da una sorta di aura di saggezza e di quasi santità. "Il tumore mi ha reso una persona peggiore", afferma senza giri di parole il rapper nel podcast su YouTube “Muschio Selvaggio”, parlando del raro cancro neuroendocrino del pancreas che lo ha colpito e per cui è stato operato a marzo scorso. "Dicono che il cancro fa scoprire il senso della vita, ma col c....", esclama.
Non si deve essere migliori dopo la malattia
"Quando mi sono ammalato di cancro - spiega l'artista - la narrazione che nella mia testa doveva esserci era: ho avuto il cancro e di conseguenza questa esperienza mi migliorerà come essere umano. Ma chi c.... lo ha detto?". E prosegue Fedez: "Ti dicono che quando ti ammali scopri il vero senso della vita, ma col c...., la mia vita è peggiorata, sono diventato depresso e sono diventato un essere umano peggiore io, dopo il cancro. Ed è questa la figata del mio cancro. Perché dovrei essere una persona migliore?", conclude. Un momento di condivisione che potrebbe essere utile a quanti, come lui, si ammalano stanno semplicemente peggio perché nel frattempo non scoprono alcun recondito senso della vita. "Il pensiero che ho fatto io è questo: se non sono migliorato, forse sono ancora peggio di prima. E lì subentra un senso di colpa che non dovrebbe esserci - spiega - perché non è detto che dalla malattia bisogna uscire migliori. Se si è stronzi si può anche rimanere benissimo stronzi come prima, senza che per questo subentri un senso di colpa".
La testimonianza sul tabù del tumore al pancreas
Ma non si sono solo spine sulla rosa che Fedez ha colto: "Vivo assolutamente bene oggi, anche se ho delle conseguenze. Prevalentemente sono problemi di tipo gastrico, di digestione. Il mio pancreas - o meglio quel che ne rimane - non produce più abbastanza enzimi e sono costretto ad assumerli prima di mangiare". La sua è una testimonianza lontana dai tabù che in passato hanno riguardato la parola “cancro”, resa durante anche il talk “Brutto male addio” al festival “Il Tempo della salute” a Milano, a cui ha partecipato anche il chirurgo che ha operato Fedez all'Irccs San Raffaele, Massimo Falconi. "Oggi devo anche cercare di mangiare lentamente - continua Fedez - cosa che mi riesce difficilissima, ma rispetto quello a cui andavo incontro, è un grande lusso".
Un ricordo indelebile
Anche sulla cicatrice che ha ancora sull'addome dopo l'intervento, spiega: "Il mio rapporto con essa non è mai stato dei migliori, ma è un ricordo indelebile, molto utile, di quello che ho dovuto passare". Racconta poi l'artista che "nel momento specifico della diagnosi, un po' tutto ti aiuta e un po' tutto ti danneggia. Sono tuttora in costante fase di elaborazione della faccenda. In quel momento - continua - credo che la famiglia e gli amici più stretti siano stati fondamentali per affrontare lo tsunami emotivo che mi è caduto addosso".
Rivedere le priorità
Sul come sia cambiata la sua vita dopo il tumore al pancreas, Fedez dice che "è presto per tirare le somme. Nel momento in cui scopri di avere una malattia - aggiunge - c'è una rigerarchizzazione delle tue priorità ma non è sempre detto che ci si ricordi per sempre di un'esperienza così traumatica, è un esercizio che bisogna fare per capire quanto si è stati fortunati". E ancora: "La malattia è una finestra a forma di spirale, a volte ti ci allontani".
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Se ha un merito Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, è quello di avere assestato un grosso colpo allo stereotipo che vuole chi si ammala e rischia la salute e la vita ammantato da una sorta di aura di saggezza e di quasi santità. "Il tumore mi ha reso una persona peggiore", afferma senza giri di parole il rapper nel podcast su YouTube “Muschio Selvaggio”, parlando del raro cancro neuroendocrino del pancreas che lo ha colpito e per cui è stato operato a marzo scorso. "Dicono che il cancro fa scoprire il senso della vita, ma col c....", esclama.
Non si deve essere migliori dopo la malattia
"Quando mi sono ammalato di cancro - spiega l'artista - la narrazione che nella mia testa doveva esserci era: ho avuto il cancro e di conseguenza questa esperienza mi migliorerà come essere umano. Ma chi c.... lo ha detto?". E prosegue Fedez: "Ti dicono che quando ti ammali scopri il vero senso della vita, ma col c...., la mia vita è peggiorata, sono diventato depresso e sono diventato un essere umano peggiore io, dopo il cancro. Ed è questa la figata del mio cancro. Perché dovrei essere una persona migliore?", conclude. Un momento di condivisione che potrebbe essere utile a quanti, come lui, si ammalano stanno semplicemente peggio perché nel frattempo non scoprono alcun recondito senso della vita. "Il pensiero che ho fatto io è questo: se non sono migliorato, forse sono ancora peggio di prima. E lì subentra un senso di colpa che non dovrebbe esserci - spiega - perché non è detto che dalla malattia bisogna uscire migliori. Se si è stronzi si può anche rimanere benissimo stronzi come prima, senza che per questo subentri un senso di colpa".
La testimonianza sul tabù del tumore al pancreas
Ma non si sono solo spine sulla rosa che Fedez ha colto: "Vivo assolutamente bene oggi, anche se ho delle conseguenze. Prevalentemente sono problemi di tipo gastrico, di digestione. Il mio pancreas - o meglio quel che ne rimane - non produce più abbastanza enzimi e sono costretto ad assumerli prima di mangiare". La sua è una testimonianza lontana dai tabù che in passato hanno riguardato la parola “cancro”, resa durante anche il talk “Brutto male addio” al festival “Il Tempo della salute” a Milano, a cui ha partecipato anche il chirurgo che ha operato Fedez all'Irccs San Raffaele, Massimo Falconi. "Oggi devo anche cercare di mangiare lentamente - continua Fedez - cosa che mi riesce difficilissima, ma rispetto quello a cui andavo incontro, è un grande lusso".
Un ricordo indelebile
Anche sulla cicatrice che ha ancora sull'addome dopo l'intervento, spiega: "Il mio rapporto con essa non è mai stato dei migliori, ma è un ricordo indelebile, molto utile, di quello che ho dovuto passare". Racconta poi l'artista che "nel momento specifico della diagnosi, un po' tutto ti aiuta e un po' tutto ti danneggia. Sono tuttora in costante fase di elaborazione della faccenda. In quel momento - continua - credo che la famiglia e gli amici più stretti siano stati fondamentali per affrontare lo tsunami emotivo che mi è caduto addosso".
Rivedere le priorità
Sul come sia cambiata la sua vita dopo il tumore al pancreas, Fedez dice che "è presto per tirare le somme. Nel momento in cui scopri di avere una malattia - aggiunge - c'è una rigerarchizzazione delle tue priorità ma non è sempre detto che ci si ricordi per sempre di un'esperienza così traumatica, è un esercizio che bisogna fare per capire quanto si è stati fortunati". E ancora: "La malattia è una finestra a forma di spirale, a volte ti ci allontani".
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Se ha un merito Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, è quello di avere assestato un grosso colpo allo stereotipo che vuole chi si ammala e rischia la salute e la vita ammantato da una sorta di aura di saggezza e di quasi santità. "Il tumore mi ha reso una persona peggiore", afferma senza giri di parole il rapper nel podcast su YouTube “Muschio Selvaggio”, parlando del raro cancro neuroendocrino del pancreas che lo ha colpito e per cui è stato operato a marzo scorso. "Dicono che il cancro fa scoprire il senso della vita, ma col c....", esclama.
Non si deve essere migliori dopo la malattia
"Quando mi sono ammalato di cancro - spiega l'artista - la narrazione che nella mia testa doveva esserci era: ho avuto il cancro e di conseguenza questa esperienza mi migliorerà come essere umano. Ma chi c.... lo ha detto?". E prosegue Fedez: "Ti dicono che quando ti ammali scopri il vero senso della vita, ma col c...., la mia vita è peggiorata, sono diventato depresso e sono diventato un essere umano peggiore io, dopo il cancro. Ed è questa la figata del mio cancro. Perché dovrei essere una persona migliore?", conclude. Un momento di condivisione che potrebbe essere utile a quanti, come lui, si ammalano stanno semplicemente peggio perché nel frattempo non scoprono alcun recondito senso della vita. "Il pensiero che ho fatto io è questo: se non sono migliorato, forse sono ancora peggio di prima. E lì subentra un senso di colpa che non dovrebbe esserci - spiega - perché non è detto che dalla malattia bisogna uscire migliori. Se si è stronzi si può anche rimanere benissimo stronzi come prima, senza che per questo subentri un senso di colpa".
La testimonianza sul tabù del tumore al pancreas
Ma non si sono solo spine sulla rosa che Fedez ha colto: "Vivo assolutamente bene oggi, anche se ho delle conseguenze. Prevalentemente sono problemi di tipo gastrico, di digestione. Il mio pancreas - o meglio quel che ne rimane - non produce più abbastanza enzimi e sono costretto ad assumerli prima di mangiare". La sua è una testimonianza lontana dai tabù che in passato hanno riguardato la parola “cancro”, resa durante anche il talk “Brutto male addio” al festival “Il Tempo della salute” a Milano, a cui ha partecipato anche il chirurgo che ha operato Fedez all'Irccs San Raffaele, Massimo Falconi. "Oggi devo anche cercare di mangiare lentamente - continua Fedez - cosa che mi riesce difficilissima, ma rispetto quello a cui andavo incontro, è un grande lusso".
Un ricordo indelebile
Anche sulla cicatrice che ha ancora sull'addome dopo l'intervento, spiega: "Il mio rapporto con essa non è mai stato dei migliori, ma è un ricordo indelebile, molto utile, di quello che ho dovuto passare". Racconta poi l'artista che "nel momento specifico della diagnosi, un po' tutto ti aiuta e un po' tutto ti danneggia. Sono tuttora in costante fase di elaborazione della faccenda. In quel momento - continua - credo che la famiglia e gli amici più stretti siano stati fondamentali per affrontare lo tsunami emotivo che mi è caduto addosso".
Rivedere le priorità
Sul come sia cambiata la sua vita dopo il tumore al pancreas, Fedez dice che "è presto per tirare le somme. Nel momento in cui scopri di avere una malattia - aggiunge - c'è una rigerarchizzazione delle tue priorità ma non è sempre detto che ci si ricordi per sempre di un'esperienza così traumatica, è un esercizio che bisogna fare per capire quanto si è stati fortunati". E ancora: "La malattia è una finestra a forma di spirale, a volte ti ci allontani".
Se ha un merito Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, è quello di avere assestato un grosso colpo allo stereotipo che vuole chi si ammala e rischia la salute e la vita ammantato da una sorta di aura di saggezza e di quasi santità. "Il tumore mi ha reso una persona peggiore", afferma senza giri di parole il rapper nel podcast su YouTube “Muschio Selvaggio”, parlando del raro cancro neuroendocrino del pancreas che lo ha colpito e per cui è stato operato a marzo scorso. "Dicono che il cancro fa scoprire il senso della vita, ma col c....", esclama.
Non si deve essere migliori dopo la malattia
"Quando mi sono ammalato di cancro - spiega l'artista - la narrazione che nella mia testa doveva esserci era: ho avuto il cancro e di conseguenza questa esperienza mi migliorerà come essere umano. Ma chi c.... lo ha detto?". E prosegue Fedez: "Ti dicono che quando ti ammali scopri il vero senso della vita, ma col c...., la mia vita è peggiorata, sono diventato depresso e sono diventato un essere umano peggiore io, dopo il cancro. Ed è questa la figata del mio cancro. Perché dovrei essere una persona migliore?", conclude. Un momento di condivisione che potrebbe essere utile a quanti, come lui, si ammalano stanno semplicemente peggio perché nel frattempo non scoprono alcun recondito senso della vita. "Il pensiero che ho fatto io è questo: se non sono migliorato, forse sono ancora peggio di prima. E lì subentra un senso di colpa che non dovrebbe esserci - spiega - perché non è detto che dalla malattia bisogna uscire migliori. Se si è stronzi si può anche rimanere benissimo stronzi come prima, senza che per questo subentri un senso di colpa".
La testimonianza sul tabù del tumore al pancreas
Ma non si sono solo spine sulla rosa che Fedez ha colto: "Vivo assolutamente bene oggi, anche se ho delle conseguenze. Prevalentemente sono problemi di tipo gastrico, di digestione. Il mio pancreas - o meglio quel che ne rimane - non produce più abbastanza enzimi e sono costretto ad assumerli prima di mangiare". La sua è una testimonianza lontana dai tabù che in passato hanno riguardato la parola “cancro”, resa durante anche il talk “Brutto male addio” al festival “Il Tempo della salute” a Milano, a cui ha partecipato anche il chirurgo che ha operato Fedez all'Irccs San Raffaele, Massimo Falconi. "Oggi devo anche cercare di mangiare lentamente - continua Fedez - cosa che mi riesce difficilissima, ma rispetto quello a cui andavo incontro, è un grande lusso".
Un ricordo indelebile
Anche sulla cicatrice che ha ancora sull'addome dopo l'intervento, spiega: "Il mio rapporto con essa non è mai stato dei migliori, ma è un ricordo indelebile, molto utile, di quello che ho dovuto passare". Racconta poi l'artista che "nel momento specifico della diagnosi, un po' tutto ti aiuta e un po' tutto ti danneggia. Sono tuttora in costante fase di elaborazione della faccenda. In quel momento - continua - credo che la famiglia e gli amici più stretti siano stati fondamentali per affrontare lo tsunami emotivo che mi è caduto addosso".
Rivedere le priorità
Sul come sia cambiata la sua vita dopo il tumore al pancreas, Fedez dice che "è presto per tirare le somme. Nel momento in cui scopri di avere una malattia - aggiunge - c'è una rigerarchizzazione delle tue priorità ma non è sempre detto che ci si ricordi per sempre di un'esperienza così traumatica, è un esercizio che bisogna fare per capire quanto si è stati fortunati". E ancora: "La malattia è una finestra a forma di spirale, a volte ti ci allontani".
Foto Ansa e Instagram
16/01/2023
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