L'Estetista Cinica travolta dalla polemica per la festa alla Pinacoteca di Brera: ecco i veri motivi dell'attacco. Ma lei sbotta

Per Cristina Fogazzi, in arte l'Estetista Cinica, quello che l'ha travolta ha solo un nome: "Classismo della peggior specie". Ma cosa è successo e perché è stata travolta dalle critiche per aver organizzato nei giorni scorsi la festa per i vent'anni della linea Overskin della sua marca Veralab alla Pinacoteca di Brera?
Difficile non capirlo a prima vista, basta vedere le immagini del galà e sapere quali sono invece le rigide regole da rispettare per un semplice visitatore. A prima vista si nota una incoerenza tra i trattamenti riservati a imprenditori e imprenditrici che affittano lo spazio e chi invece va lì solo per studio. Insomma per farla breve ciò che ha reso questa vicenda fastidiosa è l'uso privato e forse frivolo di uno spazio pubblico di grande cultura. Ma è tutto lecito e lo scopo anzi ha una ragione molto utile. Con questi fondi la maestosa biblioteca riesce a pagare i restauri. Fogazzi dunque non ci sta: "Veralab - ha precisato su Instagram - ha affittato quello spazio perché è previsto dalla legge e lo ha utilizzato attenendosi scrupolosamente a tutti i regolamenti". "Eppure qualcuno ha pensato di agitare una feroce polemica", ha aggiunto ricordando che "lì si svolgono eventi simili da otto anni" e allegando parte dell'intervista rilasciata da Angelo Crespi al Corriere in cui il direttore di Brera ipotizza appunto classismo, ricorda che "quella degli eventi è una prassi" da otto anni, con tariffe definite dal ministero e ricavati che servono per i restauri. E comunque ci sono "tante richieste, potrei affittare la sala ogni giorno" ha aggiunto Crespi. Da cui la conclusione: "Il problema non è l'utilizzo di Brera ma il MIO utilizzo di Brera" e comunque "Veralab continuerà a sostenere la cultura a dispetto di tutti. Si mettessero il cuore in pace".

Perché è stata attaccata

Cristina Fogazzi, ormai la conoscono tutti, è una grande imprenditrice che nasce come influencer da 1 milione di follower su Instagram e un fatturato da 70 milioni. Giovedì scorso a Milano non le è stato perdonato un party, dal titolo Overskin Anniversary, era stato organizzato "per celebrare un anno di Overskin, il brand make-up di Veralab, e lo sbarco in Spagna". Per questo lancio del brand sul mercato iberico, Fogazzi ha affittato la Pinacoteca di Brera. Dj set, consegna di pizze su vespe bianche, ospiti non critici d'arte o intellettuali ma influencer di moda e beauty. 

Serve una precisazione ulteriore: la Biblioteca Nazionale Braidense è la terza biblioteca italiana per ricchezza del patrimonio librario, con oltre un milione e mazzo di volumi, per non parlare di manoscritti, incunaboli, periodici, microfilm, foto storiche. Come si accennava prima questo è un luogo di cultura tutelatissimo, in cui un banale studente non può entrare con una bottiglietta d'acqua, per intenderci. E' vietata bere secondo il regolamento e sempre secondo questo regolamento chi entra deve indossare guanti per non rischiare di rovinare i preziosi tomi. Diciamo che per l'evento Veralab non si è chiesto questo premuroso comportamento, come probabilmente per tutti gli altri eventi privati con cui il prestigioso sito si paga i restauri. Gli invitati si sono fatti fotografare appoggiati agli scaffali, e hanno usato il flash per girare reel. Insomma più che classismo in verità dai vide è passato un messaggio che "se posso pagarlo posso farlo". Ciò che forse ha deluso alcuni suoi fan è proprio che Fogazzi sia molto sensibile all'arte. Secondo la pagina Instagram, Milano_segreta "è andato in scena uno spettacolo a dir poco indecoroso, anzi, proprio indegno, che non fa onore per nulla a un’istituzione importante come quella di Brera. Neanche Vanzina in uno dei suoi film natalizi più trash credo abbia mai partorito una simile assurdità, ma vabbè". 

Alcuni dei commenti critici

"No Cristina, stavolta no. Che caduta di stile. Proprio da te, amante dell’arte, non mi aspettavo questa non curanza e questa prepotenza: posso pagarlo quindi posso farlo. Torna coi i piedi per terra. Contrariamente a quanto dici nelle tue stories, il flash è stato usato, basta guardare questo video. Inoltre in quella sala la grande presenza di invitati non può aver giovato ai tesori che conserva, per via dell’umidità prodotta dai presenti e dai gesti di chi toccava la libreria per farsi le foto. Io non credo che vi abbiano imposto delle regole da seguire perché altrimenti immagino che avresti fatto di tutto per farle rispettare. Credo invece che basti pagare per fare ciò che si vuole ed è quello che non tanto velatamente hai detto nelle stories. La sacralità di questi luoghi non deve essere mercificata per interessi imprenditoriali con modalità così dispregiative per i luoghi stessi. Ci sarebbero stati altri modi per diffondere la cultura, e ne hai dato spesso prova ma prima di questo evento.

Noi student* dell’accademia di Brera non abbiamo spazi per svolgere le nostre lezioni, non abbiamo aule dove poter mangiare, ne una mensa; non ci sono abbastanza soldi per il diritto allo studio. I nostri spazi sono costantemente occupati da turisti che entrano nelle nostre aule, durante le lezioni, pensando di essere in un circo, dove noi, siamo gli animali esposti. È questo quello che offre l’istituzione di Brera a giovan* student* che pagano centinaia di € di tasse, per avere cosa? Un’istruzione scadente e luoghi assenti? Ancora una volta Milano si conferma per essere una città per soli privati, a discapito di una delle cose più importanti, il diritto alla cultura.

Un'azienda privata affitta un bene pubblico e vi organizza un vento a porte chiuse con tanto di cena all'interno di una sala della Biblioteca Nazionale Braidense. Se a voi sembra corretto questo: un bene culturale pubblico mercificato, svilito a location per eventi privati.

Povera biblioteca Braidense, dove gli studenti non possono entrare nemmeno con una bottiglietta d’acqua.

 

Foto Instagram

18/06/2024
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