Chiara Ferragni smentisce: nessun accordo con Fedez su separazione e figli. Intanto arriva la sentenza Balocco
Dopo la chiusura dell’inchiesta per truffa aggravata, Chiara Ferragni vorrebbe arrivare presto a un accordo di separazione con il futuro ex marito Fedez. Si era detto che gli ex Ferragnez puntassero a un addio pacifico separandosi in modo consensuale, con Chiara che pur di chiudere la faccenda senza aprire battaglie con Fedez, è disposta a tutto. E invece non è così. Daniela Missaglia, avvocata della Ferragni, si è espressa in questi termini: "Sono frutto di inverificate illazioni relative a trattative riservate a tutt’ora in essere fra le parti, coperte da segreto e non divulgabili".
Nessun accordo
Insomma ad oggi non sussiste alcun accordo fra i coniugi, tanto più in ordine ad un asserito quanto inveritiero collocamento 'pressoché paritetico' della prole, fermo l’impegno dei rispettivi legali di raggiungere una compiuta intesa". Così Daniela Missaglia, sulle voci di un accordo tra l'imprenditrice influencer e Fedez, per la loro separazione. La parola fine in fondo alla storia di Chiara Ferragni e Fedez non è ancora giunta, ed è in via di definizione.
Sentenza Balocco
Inganno palese", "pratica commerciale scorretta". In attesa che la giustizia penale faccia il suo corso per Chiara Ferragni sul Pandoro-Gate, quella civile interviene da Torino sul comportamento della Balocco. La Corte di appello del capoluogo piemontese ha respinto il ricorso della storica azienda dolciaria di Cuneo contro la decisione con cui il tribunale, in primo grado, aveva accolto (sia pure solo parzialmente) l'istanza di azione inibitoria collettiva presentata da Codacons, Associazione utenti dei servizi radiotelevisivi e Adusbef. "E' una batosta", gongolano le associazioni dei consumatori. Ma è un punto di vista che la storica casa piemontese, assistita dagli avvocati Alessandra Bono e Alberto Improda, non intende accettare: "Prendiamo atto del decreto, che però è frutto di un'istruttoria sommaria e parziale che ricalca pedissequamente il contenuto della decisione dell'Agcm (l'autorità garante del mercato - ndr) già impugnata da Balocco davanti al Tar del Lazio. In ogni caso non è una condanna e non ha natura di giudicato: quindi ci riserviamo di chiederne la revoca o la modifica alla luce degli sviluppi presso le altre sedi competenti".
Il Pink-Cristmas fu messo in commercio in occasione del Natale del 2022. I giudici rilevano che costava "circa 9,37 euro" a fronte del semplice Balocco con lo stesso peso e gli stessi ingredienti, che era venduto a "circa 3,68 euro". La Corte sostiene che l'azienda ha "indotto i consumatori a credere che acquistandolo avrebbero contribuito proporzionalmente alla donazione in favore dell'ospedale infantile Regina Margherita di Torino" omettendo una informazione fondamentale: la donazione "era già effettuata in passato e in misura fissa". "Sicché - osservano i magistrati - la quantità dei pandori venduti sarebbe stata irrilevante al fine di determinare l'entità" della somma destinata all'ospedale. "Sul tema del prezzo del pandoro Pink Christmas brandizzato Chiara Ferragni e della presunta ingannevolezza della comunicazione - è la replica dell'azienda - il collegio di difesa di Balocco confida di provare nelle sedi competenti, attraverso evidenze a supporto, la correttezza dell'operato dell'azienda e l'infondatezza di ogni pregiudizio economico nei confronti dei consumatori".
La strategia degli avvocati
Si delinea la strategia difensiva all'indomani della chiusura delle indagini in cui l'influencer, con l'allora suo braccio destro, Fabio Damato, e con altre due persone risponde di truffa aggravata per i casi del pandoro e delle uova di Pasqua. "Con i pubblici ministeri terremo un confronto aperto - spiega l'avvocato Giuseppe Iannaccone, che col collega Marcello Bana difende Ferragni - e non escludo un confronto personale da parte di Chiara". Un confronto che potrebbe diventare un “passaggio obbligato” per cercare di far cambiare idea ai pm e ottenere una richiesta di archiviazione.