La figlia rapper del Presidente del Camerun fa coming out ma per le leggi omofobe del padre rischia 5 anni di carcere
Da qualche giorno non si parla d'altro. Brenda Biya, 26 anni, figlia del Presidente del Camerun Paul Biya, di 91 anni, ha fatto coming out pubblicando sui social una foto nella quale bacia e abbraccia la sua ragazza. Lo scatto è diventato una notizia perché il Paese che guida il padre vieta l'omosessualità. In parole povere essere gay in Camerun è illegale e chi viene condannato per aver avuto rapporti con persone dello stesso sesso rischia fino a 5 anni di carcere e una multa corrispondente all'incirca a 300 euro.
Perché non rischia nulla
Ma Brenda al momento non rischia di essere incriminata perché vive in Svizzera, dove fa la rapper e si fa chiamare King Nasty. Da quando suo padre è subentrato alla guida del Paese, nel 1982, la deriva restrittiva nei confronti della comunità Lgbt+ si è aggravata con l'introduzione, nel 2016, del carcere per atti sessuali. La risonanza del suo gesto è amplificata anche perché si tratta di una persona molto conosciuta, con circa 316mila followers su Instagram. "PS: sono pazza di te e voglio che il mondo lo sappia", scrive nel post a chiarire ulteriormente quello che già il bacio e l'abbraccio con la modella brasiliana Layyons Valença rendono abbastanza esplicito. In questi giorni la giovane, pur non avendo confermato un orientamento sessuale, sta ribadendo il proprio orgoglio, pubblicando nelle proprie stories alcuni articoli che parlano di un coming out pubblico.
La reazione in Camerun
In Camerun l'evento ha scatenato reazioni contrastanti, anche se i media lo hanno quasi del tutto ignorato: probabilmente per evitare le sanzionare previste in caso di pubblicazioni e rappresentazioni dell'omosessualità. Diversi utenti dei social media hanno risposto al suo post con commenti omofobi. Per qualcuno, sarebbe l'ultima uscita di una privilegiata che si può concedere anche l’omosessualità, al contrario dei suoi connazionali. L'attivista Lgbt Bandy Kiki, dopo essersi detta felice per Brenda, ha sottolineato che il suo gesto "evidenzia una dura realtà: le leggi anti-Lgbt in Camerun colpiscono in modo sproporzionato i poveri. La ricchezza e le conoscenze creano uno scudo per alcuni, mentre altri affrontano gravi conseguenze".
I messaggi di sostegno
Soprattutto dalla comunità Lgbt+ che ha parlato di un piccolo passo avanti verso la normalizzazione dell’omosessualità nel Paese. Biya "sta diventando una voce per il cambiamento sociale in un Stato dove i tabù sono profondamente radicati", ha detto un'altra attivista transgender camerunese, Shakiro, che è fra le persone imputate sulla base della legge del 2016. È stata condannata a cinque anni di carcere per tentata omosessualità e dal 2023 è in Belgio, dove ha chiesto asilo.