Matilde Gioli: "Ragazzi bamboccioni? In realtà sono vittime. Vi spiego perché"

I ragazzi sembrano pigri, spenti, senza sogni. Vanno aiutati mettendo da parte tutto ciò che è elettronico e facendo loro fare esperienze di vita vera

di Matilde Gioli

Questo è un periodo storico in cui sembra che i nostri ragazzi, quelli della fascia di età tra i 18 e 23 anni, o anche di una fascia un po’ più ampia, appaiono un po’ pigri, senza obiettivi, senza sogni. Un po’ persi. In realtà io credo che in questo momento siano schiacciati e a volte assopiti dal bombardamento esterno.

Sono iper stimolati, ma alla fine questa iper stimolazione finisce per non far fare loro nulla. Facendo credere loro che è tutto a disposizione su un cellulare, chiaramente si bloccano. Rimangono fermi lì. Io non penso che questa sia una generazione senza sogni. Ho potuto vedere attraverso il reality "Summer Job", e lo vedo quotidianamente attraverso gli incontri con i ragazzi che mi capita di fare, che in realtà questa è una generazione piena di sogni.

Il problema è che manca quel trigger, quell'innesco per permettere loro di alzare un attimo lo sguardo, di capire chi sono, di lavorare su loro stessi, di vivere un po’ più di vita all'aria aperta e provare ad andarsi a prendere quel sogno. Non è una generazione persa, è una generazione che va stimolata ad aprire la porta e uscire di casa e dialogare.

Foto Ansa e Instagram

Vanno aiutati a mettere un po’ da parte tutto ciò che è elettronico, continuando ad utilizzarlo ma in un modo diverso. Il fine deve essere quello di darsi da fare anche fisicamente per cercare un sogno. Soprattutto devono riflettere e cercare di conoscere loro stessi, non tanto mettendosi in una stanza e filosofeggiando. Ci si conosce facendo esperienza delle cose, facendo esperienza con il lavoro, facendo esperienza con il cibo, facendo esperienza con una vacanza. Vuol dire esperire la vita, provare le cose della vita. Così verranno fuori tanti sogni, molto interessanti e saranno molto importanti per il nostro futuro.