Ho incontrato i cavalli quattro anni fa, per caso, su un set dove dovevo imparare a montare per interpretare un personaggio. Dal primo momento in cui sono entrata in un maneggio e in una scuderia, ho iniziato a respirare un senso di pace e di serenità che non mi ha più abbandonato. È come se io avessi trovato la mia felicità e il mio posto nel mondo. Ovviamente non è per forza sempre in maneggio in mezzo ai cavalli, ma ho capito che sono in sintonia con la natura, con gli animali.
Il binomio
Per me è stato un incontro davvero fondamentale. Ho iniziato ad avere quello che in gergo si chiama “binomio”. A un certo punto tra un cavaliere e un cavallo, a prescindere dalla disciplina che si fa, io ad esempio non faccio gare non faccio discipline, vivo la vita di campagna, faccio le passeggiate in mezzo ai boschi attraversando i fiumi, si che questo contatto. Il binomio che si crea con un cavallo è un'esperienza che tutti dovrebbero fare. E’ un’ esperienza che ti fa scavare tantissimo dentro di te. Ti costringe a dialogare con un essere con cui non puoi mentire, con il cavallo non puoi mentire, e tira fuori le tue difficoltà, le tue fragilità. Ma ti aiuta anche, in una maniera molto sana e molto bella, ad affrontare le tue difficoltà, le tue paure e i tuoi difetti.
Foto Ansa e Instagram
Ho perso un grande amico
E' stato uno dei momenti più significativi della mia vita, quello in cui ho scoperto il mondo dei cavalli. Ad oggi è la mia passione più grande. Appena finisco di lavorare mi reco subito in maneggio. Da poco ho perso un grande amico: Fuego. Il primo cavallo con cui ho creato il mio binomio è colui che mi ha insegnato tantissime cose di me stessa e sul rispetto per gli animali e la natura. Trovo che sarebbe veramente importante promuovere ancora di più l'incontro con i cavalli. Servirebbe un po’ di ippoterapia per tutti, non solo per persone che hanno disabilità o per i bambini o per persone fragili, a tutti quanti noi servirebbero delle ore passate insieme ai cavalli. Non per forza montarli sulla schiena, anche solo portarli a mangiare fuori ai prati, vederli in libertà. Anche solo osservarli è terapeutico, quindi è una cosa che io sponsorizzo tantissimo.