Zanzare e pappataci: tutte le malattie che portano con le loro punture

Zanzare e pappataci tutte le malattie che portano con le loro punture
di Stefania Elena Carnemolla

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Perché le zanzare pungono, provocando irritazione della pelle, ponfi e prurito? Colpa delle femmine che vanno a caccia di sangue, fonte di sostanze nutritive per il tuorlo delle uova e la loro maturazione.

Avvistata la preda, le femmine penetrano con la loro proboscide i capillari ematici: una piccola macchina succhiasangue che la natura ha dotato di una sostanza anticoagulante, che le zanzare femmina iniettano prima di consumare il loro pasto di sangue. È proprio questa sostanza a causare irritazione e bruciore ed è attraverso la “saliva” che zanzare infette trasmettono virus o parassiti. Se le zanzare si cibano del sangue delle loro prede, c’è chi, come pipistrelli, salamandre, rane, lucertole, libellule, ragni, pesci e formiche, si ciba di zanzare, che, a loro volta, beneficiano, per la loro diffusione, del declino dei loro predatori.

Benché le zanzare siano il cibo preferito del mondo naturale e partecipino, nutrendosi di linfa degli alberi e di nettari dei fiori, all’impollinazione, sono per l’uomo e molti animali un insetto fastidioso, nonché veicolo di malattie, come la chikungunya, causata da un togavirus trasmesso da zanzare del genere Aedes, come la Aedes aegypti, la zanzara egiziana, e la Aedes albopictus, la zanzara tigre, che s’infettano dopo aver punto una persona malata, trasmettendo, quindi, il virus a persone sane – un focolaio di chikungunya si ebbe nel 2008 in Emilia-Romagna. Potenziali vettori del virus sono anche diverse specie del genere Culex.

C’è, quindi, la dengue, trasmessa dalla puntura di una zanzara – il vettore principale è la Aedes aegypti, anche se sono stati registrati casi dovuti alla Aaedes albopictus – infettata da uno dei quattro sierotipi virali DEN-1, DEN-2, DEN-3, DEN-4. Il virus, che infetta l’intestino dell’insetto, passa alle ghiandole salivari, dove rimane in incubazione fino a dodici giorni: basta una sola puntura perché venga trasmesso.

Sono, invece, soprattutto zanzare infette del genere Culex – C. univittatus, C. modestus, C. pipiens, C. restuans – a trasmettere il virus West Nile, isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, nell’omonimo distretto. La malattia può colpire sia uomini che animali come equini e uccelli, in particolare migratori, e può essere diffusa attraverso trapianti di organi, trasfusioni di sangue e, in gravidanza, da madre a feto. In Italia il primo caso di West Nile su animali risale al 1998, allorquando nel Padule di Fucecchio, in Toscana, colpì alcuni equini della zona, provocando la morte di sei cavalli. Tra il 2008 e il 2016 la malattia, così il Ministero della Salute, ha anche colpito gli esseri umani con oltre 210 casi autoctoni fra Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Basilicata, Puglia, Sicilia e Sardegna, e 8 importati, tanto da far scattare, così come per altre arbovirosi, un piano di sorveglianza nazionale. Negli stessi anni è stata segnalata la circolazione del virus in zanzare, uccelli e cavalli in Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Sardegna, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Molise, Toscana, Basilicata, Lazio, Puglia, Calabria e Liguria, con 1133 casi confermati di infezione negli equidi, di cui 193 con sintomatologia nervosa. Le zanzare, infette, del genere Culex, in particolare la Culex tritaeniorhynchus, sono anche responsabili dell’encefalite giapponese causata da un virus del genere Flavivirus.

Tristemente famoso è il virus Zika, responsabile della malattia omonima, trasmesso da zanzare infette del genere Aedes, fra cui la Aedes albopictus. Così come tristemente famosa è la febbre gialla, che colpisce esseri umani e scimmie attraverso la puntura di zanzare Aedes, che, consumato il pasto di sangue, diventano infettanti per tutto il loro ciclo di vita. Pericolosa è anche la Febbre della Valle del Rift, causata da un virus del genere Phlebovirus, identificato nel 1931 durante un’indagine su un’epidemia di pecore nella Valle del Rift, in Kenya. La malattia viene trasmessa anche all’uomo da zanzare del genere Aedes e Culex, nonchè da altri insetti ematofagi.

Non solo virus, le zanzare possono anche trasmettere parassiti, come nel caso della malaria, causata da un parassita del genere Plasmodium inoculato da zanzare del genere Anopheles. Sebbene in Italia la malaria, ricorda il Ministero della Salute, sia scomparsa negli anni Cinquanta, i casi di malattia registrati oggi sono dovuti a turisti che rientrano da “paesi malarici” o “all´immigrazione da tali paesi”. Negli esseri umani i parassiti che causano la malaria, nell’ordine maligna o terzana, terzana benigna, malaria simile alla benigna, quartana, sono Plasmodium falciparum, il più letale, Plasmodium vivax, Plasmodium ovale e Plasmodium malariae. Nel sud-est asiatico sono stati anche riscontrati casi di malaria su esseri umani causati da Plasmodium knowlesi, parassita che colpisce anche le scimmie.

Oltre alle zanzare, causano malattie i flebotomi o pappataci, piccoli insetti simili alle prime, dal, spiega il Ministero della Salute, “volo silenzioso”, punture “particolarmente fastidiose e irritanti”, con le larve, a differenza di quelle delle zanzare, che si sviluppano non in presenza d’acqua ma in “luoghi asciutti, umidi e bui”, come, ad esempio, “sotto cumuli di foglie, detriti vegetali o letame”. Fra i pappataci il Phlebotomus perniciosus e il Phlebotomus perfiliewi trasmettono il virus Toscana – isolato negli anni Settanta, in Toscana, dalla dottoressa Paola Verani dell’Istituto Superiore di Sanità e dai suoi collaboratori – che nell’uomo causa encefalite o meningoencefalite.

I pappataci sono anche responsabili nell’uomo oltre che in molti animali, fra cui cani, roditori e altri mammiferi, della leishmaniosi, causata dalla puntura di una femmina infetta bisognosa di sangue per le sue uova, che, spiega il Ministero della Salute, quindi depone “nelle tane di alcuni roditori, nella corteccia di alberi secolari, in edifici abbandonati, nelle crepe dei muri delle case, nei canili e nei rifiuti domestici, dove le larve possono trovare il materiale organico, il calore e l’umidità di cui hanno bisogno per svilupparsi”. La leishmaniosi può essere trasmessa da uomo a uomo attraverso trasfusioni di sangue o siringhe contaminate.

I cani possono essere colpiti, così come i gatti, anche da filariosi, trasmessa, in particolare, dalla Aedes albopictus, con la malattia che, a seconda del parassita veicolato – Dirofilaria immitis e Dirofilaria repens – può avere, rispettivamente, una forma cardiopolmonare e una cutanea.

Se molte sono le raccomandazioni per i viaggiatori e coloro che si recano in zone endemiche, l’allerta in Europa contro arbovirosi e malattie trasmesse da parassiti attraverso la puntura di insetti ematofagi è sempre più alta. In Italia, ad esempio, il Ministero della Salute, responsabile dei piani nazionali di sorveglianza, ha anche predisposto per i cittadini delle schede – che proponiamo ai lettori in calce a questo articolo – con descrizione della singola malattia, modalità di trasmissione, sintomi e segni, complicanze, prevenzione, precauzioni, diagnosi e terapia. Sempre in Italia la sorveglianza dei casi umani delle arbovirosi è regolata da una circolare ministeriale aggiornata annualmente, mentre dal primo anno di pubblicazione, dal 2010, cioè, l’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con le Regioni e il sostegno del Ministero della Salute, coordina le attività di sorveglianza epidemiologica, virologica ed entomologica per “identificare precocemente i casi importati ed autoctoni di malattia” e intraprendere tutta una serie di misure per la “riduzione del rischio di trasmissione del virus”.

In Italia, da anni, si registra, infatti, la presenza di zanzare aliene invasive come Aedes albopictus, Aedes koreicus o zanzara coreana e Aedes japonicus o zanzara giapponese. La prima, la zanzara tigre, diffusa su tutto il territorio nazionale, comprese Lampedusa e Pantelleria, è arrivata nel 1990, spiega Luciano Toma del Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie e Immunoimmediate dell’Istituto Superiore di Sanità, con la “movimentazione di copertoni usati importati dagli USA”. La zanzara, ricorda, può trasmettere fino a 22 arbovirus, provocando malattie già presenti in Europa e nel bacino del Mediterraneo fra cui chikungunya, dengue, febbre gialla, sindbis, batai, tahyna, Rift Valley, West Nile e Zika.

La Aedes koreicus, che rispetto alla zanzara tigre ha una maggiore tolleranza al freddo, è arrivata in Italia nel 2011, avvistata per la prima volta in provincia di Belluno, da dove si è diffusa nei comuni delle province di Trento e Treviso e in Lombardia.

La Aedes japonicus fu, invece, scoperta nell’estate del 2015 nella Carnia, in Friuli Venezia Giulia, dall’entomologo austriaco Bernhard Seidel durante “un monitoraggio per valutare la sua espansione dall’Austria verso le zone vicine”, con le larve, quindi, inviate al laboratorio di Parassitologia dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, che confermò, sotto il profilo biomolecolare, la sua identificazione. La Aedes japonicus, le cui uova resistono al freddo invernale, è considerata, fra le zanzare, la terza specie più invasiva e tra le dieci specie più invasive al mondo.

In Italia sono ormai tre le zanzare aliene più diffuse – tigre, coreana e giapponese – mentre della zanzara egiziana, presenti con le prime nel resto d’Europa, si contano in Italia, così, Luciano Toma, 17 segnalazioni storiche: nel 1889 a La Spezia, Pisa, Firenze, Napoli, Sicilia e Sardegna, nel 1907 e nel 1916 a Genova, nel 1917 a Savona e La Spezia, nel 1928 a Bari, Brindisi, Taranto, Catania e Siracusa, nel 1944 a Genova, quindi, nel 1971, ultima segnalazione non confermata, a Desenzano sul Garda.

L´aumento delle zanzare invasive, in particolare di Aedes albopictus e Aedes aegypti, in Europa – dove si registra, spiega Luciano Toma, anche la presenza di popolazioni non radicate di Aedes atropalpus e Aedes triseriatus – ha portato gli esperti della regione europea della World Health Organization ad attribuire il fenomeno ad una combinazione di fattori fra cui globalizzazione, aumento del commercio internazionale e urbanizzazione.

 

Per maggiori informazioni

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Sulle malattie trasmesse da vettori

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Dengue Scheda

Encefalite e meningoencefalite da virus Toscana Scheda

Encefalite giapponese Scheda

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Infezione da virus West Nile Scheda

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31/07/2017
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