Zafferano, cavolo e noci: i coloranti naturali più belli
Spezie, fiori, piante e terre, sono molte le sostanze naturali cui si può far ricorso per tingere i tessuti, le pelli e gli alimenti senza utilizzare ingredienti di sintesi chimica.
Tra gli ingredienti che rilasciano pigmenti colorati, a titolo esemplificativo, citiamo: la robbia (Rubia tinctorum), una pianta erbacea coltivata fin dall’antichità, dalle cui radici si estrae l’alizarina, una sostanza che dà il colore rosso; la curcuma, della famiglia delle Zingiberacee, una spezia utilizzata in cucina e in tintoria per dare la tonalità di giallo intenso grazie alla curcumina, estratta dai rizomi della pianta bolliti e poi essiccati; l’Indigofera tinctoria, un arbusto della famiglia delle Leguminose, molto apprezzata nel passato perché dalla fermentazione delle sue foglie si ottiene l'indaco; il sambuco, pianta arbustiva originaria dell’Europa e del Caucaso, le cui bacche, foglie e la corteccia vengono impiegate anche per tingere rispettivamente di viola, giallo e grigio.
I filati da tingere devono essere tutti naturali, come il lino, il cotone, la seta, la canapa e la lana. In linea generale, per ogni 25 grammi di filato o tessuto è necessario usarne altrettanti di foglie, bacche o fiori, oppure 50-75 grammi di scorza o corteccia, o 15 grammi di spezie. Le sostanze coloranti vanno essere messe in una pentola e coperte di acqua. A seconda della parte della pianta che si utilizza il tempo di infusione sarà diverso. In seguito, si porta il tutto a bollitura fino a ottenere il colore desiderato, infine si lasciano asciugare i capi.
Il procedimento richiede tempi lunghi, in compenso l’ambiente ringrazia.