Uva, fichi e altro ancora: i benefici delle golosità settembrine
Settembre, con gli alberi di fichi che già traboccano di frutti succulenti: perchè se c’è un frutto simbolo del mese che saluta l’estate, questo è il fico.
Dopo la stagione calda, le golosità settembrine sono un toccasana per prepare l’organismo all’autunno. I fichi, così, ad esempio, la Fondazione Campagna Amica di Coldiretti, sono l’ideale per fare un pieno di energia durante lo spuntino della mattina o del pomeriggio, tanto che, ricorda Valfrutta, grazie ai loro zuccheri facilmente assimilabili sono indicati “per bambini, atleti e donne incinte”, cui regalano “una bella sferzata di energia e un’abbondante manciata di polifenoli, preziosi antiossidanti”. I fichi ben s’accompagnano, consiglia Valfrutta, a formaggi come caprini freschi e gorgonzola, nonché a tartare di prosciutto crudo e, con i dolci, come glassa caramellata. Senza dimenticare, la pizza con fichi, piatto tipicamente estivo che sposa dolce e salato. Ottimi anche i fichi secchi, ricchi di potassio, magnesio e fibre, utili per stimolare la peristalsi intestinale. Se i fichi, ricorda Valfrutta, sono una fonte di energia e prelibatezza e il loro lattice aiuta a lenire le punture di insetti, contrastando anche piccole verruche, le foglie del fico hanno proprietà digestive e antinfiammatorie.
Regina di settembre è l’uva, molto amata da Greci e Romani per il suo potere ricostituente e disintossicante. L’uva, oltre al suo contenuto in fibre, spiega Valfrutta, è, infatti, una fonte di resveratrolo, un antiossidante, presente nella buccia degli acini, che contrasta i radicali liberi, aiutando anche a disintossicare e depurare l’organismo. Fonte di vitamine A e B1, l’uva aiuta il fegato ed è particolarmente indicata per chi soffre di anemia. È anche ricca di potassio, minerale che stimola la diuresi e, quindi, l’eliminazione di tossine e gonfiore, “proprio quello che ci vuole” così, Valfrutta “al ritorno dalle ferie, per ritrovare l’energia e affrontare nuovamente il tran tran quotidiano”. L´uva non è solo acini prelibati da gustare a solo o come ingrediente di macedonie e nelle ricette a base di vincotto, anche le foglie di vite sono commestibili, molto usate, spiega Valfrutta, nella cucina greca, egiziana e persiana per la preparazione di “involtini tipici, ripieni di riso oppure di carne”.
Settembre è anche il mese delle mele: Valfrutta ricorda la Nova, tipica dei primi giorni del mese, la Golden Delicious e la Golden Orange, della seconda metà di settembre, la Granny Smith e la Brina dell’ultima settimana del mese. Ricche di vitamine B1 e B2, le mele contrastano “stress e stanchezza dovuti al cambio di stagione”, oltre ad aiutare nello svezzamento, spiega la Fondazione Campagna Amica, che, oltre a consigliarne l’uso a crudo, invita a consumare mele cotte o anche come ingrediente di gustose frittelle, con le mele tagliate a fettine sottili, immerse in una “pastella a base di latte, farina, estratto di vaniglia e uova”, quindi una volta pronte, dopo averle fritte in olio bollente, spolverate con zucchero a velo per “ottenere un goloso dessert”.
Mele ma anche pere, ricorda Valfrutta, come la Conference, che matura tra agosto e settembre, la Kaiser, la pera della seconda metà di settembre, quindi le varietà Abate Fétel e Decana del Comizio, disponibili tutto il mese. E ancora, le pesche tardive, come la Red Star, presente sui banchi della frutta tra l’ultima settimana di agosto e la prima settimana di settembre, la Tardivo Zuliani e la Sweet Juana che maturano ai primi di settembre, le pesche Tardibelle della seconda settimana del mese, e, a fine settembre, le pesche Regina di Londra.
Settembre, ricorda Valfrutta, è anche il mese dei lamponi con le varietà Scepter, Rossana, Amber, Heritage e Golden Pearl, nonché delle mandorle con le varietà Francolì, Supernova e Tuono, con i frutti da raccogliere i primi dieci giorni del mese, e le varietà Ferragnese, Falsa barese e Genco, nella seconda decade.
Non solo frutta: sulla tavola di settembre, ricorda la Fondazione Campagna Amica, “fanno capolino i primi funghi, ingredienti prelibati e ricchissimi di minerali da aggiungere a insalate, risotti e zuppe, insieme alle carote, fonte di vitamina A”. Le carote, ortaggio poco calorico e ricco di fibre, ideali come “spuntino spezza-fame”.
E ancora, sedano, melanzane, pomodori, zucchine e radicchi, come il pregiato Radicchio Rosso di Treviso Igp, da gustare, consiglia la Fondazione Campagna Amica, con formaggi dolci a pasta morbida come il Taleggio, che ben si sposa al suo gusto amaragnolo, o per farcire crespelle e piadine. “L’ideale è consumarlo come antipasto” consiglia Valfrutta “su crostini di pane fatto in casa e ricoperto di scamorza filante, o apprezzato in un tortino in compagnia della zucca: il tipico sapore amarognolo del radicchio stimola l’appetito e risveglia le funzioni digestive”.
Il radicchio è anche un ottimo rimedio contro l’insonnia, anche se anticamente, ricorda Valfrutta, la sua radice, così come la cicoria, veniva utilizzata per preparare una “bevanda povera”, simile al caffè: “Altro che eccitazione, meglio sarebbe dire sogni d’oro: le proprietà sedative del radicchio e, ancor più, il suo alto contenuto di triptofano, lo dimostrano. Bassi livelli di quest’amminoacido, strettamente coinvolto nella regolazione dei ritmi del sonno, possono provocare infatti irritabilità, insonnia e sbalzi d’umore”.
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